Saluto per il webinar sul Concilio di Nicea

8 febbraio 2024

 

Care sorelle e cari fratelli nella fede,

A voi rivolgo il mio cordiale saluto in questo webinar che il Centro “Uno” del Movimento dei Focolari ha voluto organizzare su importanti temi ecumenici. Nel pieno dell’Anno Santo 2025, che sarà indetto da Papa Francesco e sarà dedicato all’approfondimento della nostra fede cristiana, si celebrerà un’altra ricorrenza importante: il 1700° (millesettecentesimo) anniversario del primo Concilio ecumenico nella storia della Chiesa. Esso ebbe luogo a Nicea nel 325 e, in risposta alle affermazioni dottrinali allora diffuse del teologo alessandrino Ario, proclamò il credo secondo cui Gesù Cristo, in quanto Figlio di Dio, è “consustanziale al Padre”.

Il Concilio si tenne in un periodo in cui la Chiesa non era ancora lacerata dalle numerose divisioni che seguirono. La sua confessione cristologica unisce dunque tuttora tutte le Chiese e Comunità ecclesiali cristiane, e molto grande quindi è la sua importanza ecumenica. Di fatti, la ricomposizione ecumenica dell’unità visibile della Chiesa richiede un accordo sui contenuti essenziali della fede, non solo tra le diverse Chiese esistenti nel presente, ma anche con la Chiesa del passato e, soprattutto, con la sua origine apostolica. Il 1700° anniversario del Concilio di Nicea sarà quindi un’occasione propizia per tutta la cristianità per commemorare questo Concilio nella comunione ecumenica e per riaffermare la sua confessione cristologica, nella quale si fonda l’unità nella fede.

Il Concilio di Nicea è importante dal punto di vista ecumenico anche perché documenta il modo in cui la Chiesa discusse e deliberò in merito all’allora disputa sulla confessione cristologica ortodossa in un Concilio in modo sinodale. L’odierna rivitalizzazione della dimensione sinodale della Chiesa, cruciale anche per l’ecumenismo, non è quindi una novità. Il Sinodo dei vescovi, istituito da Papa Paolo VI dopo la conclusione del Concilio Vaticano II, si riallaccia alle tradizioni sinodali della Chiesa primitiva.

L’importanza ecumenica del Concilio di Nicea risiede anche nel fatto che, oltre ad occuparsi della confessione cristologica, esso dovette affrontare anche questioni disciplinari e canoniche, tra cui la questione fino ad oggi più rilevante è quella della data di Pasqua. Ciò dimostra che la data di Pasqua era controversa già nella Chiesa primitiva e che il merito del Concilio fu quello di trovare una regola uniforme, riportata nella sua “Lettera agli Egiziani”, dove si legge: “Come buona notizia, vi comunichiamo anche l’accordo riguardante la Santa Pasqua: grazie alle vostre preghiere anche su questo punto siamo pervenuti a una felice soluzione.”

La questione di una data comune di Pasqua non è stata oggi ancora risolta. Già il Concilio Vaticano II si era soffermato su questa sfida urgente dal punto di vista pastorale in un’appendice alla Costituzione sulla Sacra Liturgia “Sacrosanctum Concilium” adottata e promulgata nel 1963, sottolineando che essa corrisponde al “desiderio di molti di veder assegnata la festa di Pasqua ad una determinata domenica e di adottare un calendario fisso”. Il Concilio dichiarò di non aver “nulla in contrario a che la festa di Pasqua venga assegnata ad una determinata domenica nel calendario gregoriano, purché vi sia l’assenso di coloro che ne sono interessati, soprattutto i fratelli separati dalla comunione con la Sede apostolica”. Questa disponibilità ecumenica a trovare una data comune a condizione che tutte le Chiese cristiane possano mettersi d’accordo caratterizza oggi anche Papa Francesco. Pertanto, il 1700° anniversario del Concilio di Nicea offre anche una speciale opportunità per rivalorizzare e intensificare gli sforzi tesi a trovare in futuro una data comune di Pasqua.

Sono molto grato al Centro “Uno” per l’Unità dei Cristiani per aver voluto dedicare il webinar di oggi a questi importanti temi, affinché vengano approfonditi e sia loro rivolta una rinnovata attenzione nell’odierna situazione ecumenica. Auguro a tutti i partecipanti di poter trarre spunti importanti di riflessione e una gioia più profonda nel promuovere la causa ecumenica dell’unità dei cristiani, che è particolarmente urgente in un mondo lacerato da così tanti conflitti e guerre. In unione di preghiera, saluto di cuore tutti quanti voi da Roma.