2018 ASSEMBLEA PLENARIA

 

RELAZIONE
SULLA COMMISSIONE PER I RAPPORTI RELIGIOSI CON L'EBRAISMO

P. Norbert Hofmann SDB, Segretario

 

 

Soprattutto per la parte ebraica, il dialogo con la Chiesa cattolica, nell’attuale situazione politica e sociale dell’Europa, riveste una considerevole importanza. Con il riemergere, in alcuni paesi, di tendenze nazionaliste e populiste e con il rafforzarsi dell’estremismo di destra, gli ebrei si sentono particolarmente minacciati. Vi è inoltre un certo timore che l’arrivo in Europa di rifugiati musulmani possa in parte favorire posizioni antisemite. Oggi più di ieri, gli ebrei cercano nella Chiesa cattolica un alleato affidabile nella lotta contro l’antisemitismo. Non è un caso che sempre più di frequente vengano organizzate conferenze su questo tema, ed invitati a partecipare rappresentanti della Chiesa cattolica.

 

1. Documenti di Rabbini ortodossi sul dialogo ebraico-cattolico

Il 31 agosto 2017, è stata ricevuta in Vaticano da Papa Francesco una delegazione di tre importanti organizzazioni ebraiche ortodosse, che ha consegnato al Santo Padre un documento comune, intitolato “Fra Gerusalemme e Roma”. Tale documento illustra alcune posizioni ebraiche ortodosse sul dialogo tra ebrei e cattolici. Poiché nell’ebraismo non esiste un’istanza centrale per il dialogo interreligioso, riconosciuta universalmente, i rappresentanti dell’ebraismo non possono pubblicare sul tema documenti istituzionali di natura vincolante. Non essendoci alcuna gerarchia ufficiale nell’ebraismo, è quantomeno sorprendente che la “Conference of European Rabbis”, il “Rabbinical Council of America” e la Commissione di dialogo del Gran Rabbinato di Israele si siano riuniti per produrre questo documento. Per la prima volta nella storia del dialogo ebraico-cattolico, alcune organizzazioni ebraiche ortodosse hanno preso posizione, in un documento, sul processo di dialogo con la Chiesa cattolica e sulle sue prospettive future. Tra i motivi alla base di questa dichiarazione vi sono, da un lato, il cinquantesimo anniversario della promulgazione della Dichiarazione conciliare Nostra aetate che ha avuto luogo nel 2015 e, dall’altro, la decisione di fornire una risposta adeguata al documento della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo intitolato “Perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili (Rm 11,29)”, pubblicato il 10 dicembre 2015.

Nel discorso pronunciato al momento della consegna del documento “Fra Gerusalemme e Roma” da parte della delegazione ebraica ortodossa, Papa Francesco ha collegato questa dichiarazione a Nostra aetate (n.4), di cui ha evidenziato la grande importanza per il dialogo ebraico-cattolico. Il Santo Padre ha inoltre osservato che il nuovo documento dell’ebraismo ortodosso riconosce la crescente collaborazione con la Chiesa cattolica ed esprime la speranza che la reciproca amicizia possa approfondirsi e portare frutti concreti per la costruzione di un mondo più giusto. Al contempo, la dichiarazione esorta a non livellare le differenze teologiche, ma a rispettarle. Rivolgendosi alla delegazione degli ebrei ortodossi, Papa Francesco ha rilevato: “La Dichiarazione Fra Gerusalemme e Roma non nasconde, comunque, le differenze teologiche delle nostre tradizioni di fede. Tuttavia esprime la ferma volontà di collaborare più strettamente oggi e in futuro. Il vostro documento si rivolge ai cattolici chiamandoli ‘partner, stretti alleati, amici e fratelli nella ricerca comune di un mondo migliore che possa godere pace, giustizia sociale e sicurezza’. Un altro passo riconosce che ‘nonostante profonde differenze teologiche, Cattolici ed Ebrei condividono credenze comuni’ e ‘l’affermazione che le religioni devono utilizzare il comportamento morale e l’educazione religiosa – non la guerra, la coercizione o la pressione sociale – per esercitare la propria capacità di influenzare e di ispirare’. È tanto importante questo: possa l’Eterno benedire e illuminare la nostra collaborazione perché insieme possiamo accogliere e attuare sempre meglio i suoi progetti, ‘progetti di pace e non di sventura’, per ‘un futuro pieno di speranza’ (Ger 29,11)”. Il Santo Padre si è detto lieto del benevolo apprezzamento espresso dall’ebraismo ortodosso circa il processo di dialogo con la Chiesa cattolica, e desideroso di compiere ulteriori passi al fine di approfondire l’amicizia tra le nostre due comunità. La collaborazione dovrà essere intensificata, soprattutto alla luce dei valori spirituali comuni, espressi già nelle Sacre Scritture.

Oltre al documento “Fra Gerusalemme e Roma”, va ricordato che, da parte dell’ebraismo ortodosso, vi è già stata, nel dicembre 2015, una reazione diretta al documento della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo. Si tratta di una dichiarazione dal titolo “Fare la volontà del Padre nostro in cielo: verso un partenariato tra ebrei e cristiani”. Il testo, che menziona anche questioni concrete del dialogo ebraico-cattolico, esprime un apprezzamento di fondo del cristianesimo ed incoraggia l’intensificazione del partenariato tra le due religioni.

 

2. Il dialogo con l’ “International Jewish Committee on Interreligious Consultations” (IJCIC)

L’”International Jewish Committee on Interreligious Consultations” (IJCIC) rappresenta tutt’oggi il partner ufficiale ebraico della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo. Esso raggruppa quasi tutte le principali organizzazioni ebraiche, di cui diverse hanno sede negli Stati Uniti. L’IJCIC ha iniziato le sue attività nel 1970. Gli incontri che da allora hanno avuto luogo regolarmente ogni due anni sono espressione del lavoro dell’ “International Catholic-Jewish Liaison Committee” (ILC) e della collaborazione tra l’IJCIC e la nostra Commissione.

L’ultima Conferenza, tenutasi a Varsavia dal 4 al 7 aprile 2016, con la collaborazione della Conferenza episcopale polacca, si è concentrata sulle sfide che la religione deve affrontare nella società contemporanea (“Challenges for Religion in Contemporary Society”). La prossima conferenza sarà organizzata dal 25 febbraio al 1 marzo 2019 a Città del Messico.

La collaborazione con l’IJCIC si è rivelata molto proficua nel corso degli anni e non si è limitata alle conferenze congiunte. Ad esempio, l’IJCIC organizza in Vaticano visite di delegazioni di leaders ebrei per promuovere una migliore conoscenza della Curia Romana. In tali occasioni, i partecipanti hanno modo di incontrare, oltre ai responsabili della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo, il Cardinale Segretario di Stato, il Presidente del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ed altri responsabili della Curia. L’ultima visita di una delegazione dell’IJCIC ha avuto luogo dall’11 al 12 dicembre 2017. Questa data ha coinciso con la festa di Chanukka, che ebrei e cattolici hanno celebrato insieme nella sede del Pontificio Consiglio.

 

3. La partecipazione delle generazioni future al dialogo

Da nove anni è in corso un’iniziativa congiunta con l’IJCIC per favorire il ricambio generazionale nelle relazioni ebraico-cristiane. Entrambe le parti sono infatti convinte dell’importanza di formare e di coinvolgere nel dialogo le giovani generazioni, affinché il futuro del dialogo ebraico-cristiano sia assicurato. In tale contesto si iscrivono le “Emerging Leadership Conferences” per i giovani, rese possibili dal sostegno finanziario di grandi sponsor. La prima di queste conferenze è stata organizzata nel giugno del 2009. Da allora, si sono tenuti altri quattro convegni:

2009

Castel Gandolfo

(Discovering Common Values)

2012

New York

(Catholics and Jews: Our Common Values, our Common Roots)

2014

Berlino

(Challenges to Faith in Contemporary Society)

2016

Gerusalemme

(Religion and Politics – Faith in a Time of Turmoil)

2018

Vilnius

(Youth and Religious Identity)

 

Normalmente, una cinquantina di giovani ebrei e cattolici di tutto il mondo si riuniscono in tale occasione per quattro giorni, per riflettere sul tema stabilito. Si è deciso di organizzare riunioni di questo tipo ogni due anni, in alternanza con le sessioni dell’ILC. In generale, i giovani si sono detti entusiasti delle esperienze fatte durante queste conferenze. Si tratta fondamentalmente di fornire loro spunti e impulsi che poi li spingano a promuovere concretamente le relazioni ebraico-cattoliche nel luogo dove vivono.

4. Il dialogo con il Grande Rabbinato di Israele

Accanto al dialogo con l’IJCIC va menzionato il colloquio istituzionalizzato con il Grande Rabbinato di Israele, che può essere considerato come frutto dell’incontro tra Papa Giovanni Paolo II ed i Grandi Rabbini di Israele in occasione della visita del Pontefice in Israele nel marzo del 2000. Il primo colloquio è avvenuto nel giugno del 2002 a Gerusalemme e da allora quindici incontri hanno avuto luogo in alternanza a Roma e a Gerusalemme. Le due delegazioni sono relativamente ristrette e si compongono di circa quindici membri, di modo che è possibile avere una discussione personale ed approfondita su vari temi. Poiché agli incontri partecipano, da parte cattolica, vescovi e sacerdoti e, da parte ebraica, quasi esclusivamente rabbini, non è sorprendente che i vari temi vengano analizzati anche da una prospettiva religiosa. Il dialogo con il Gran Rabbinato di Israele ha reso possibile un’ulteriore apertura dell’ebraismo ortodosso alla Chiesa cattolica romana a livello mondiale. A conclusione di ciascun incontro è rilasciata una dichiarazione congiunta, che viene pubblicata. Se gettiamo uno sguardo ai sedici anni di questo dialogo, possiamo concludere con gratitudine che si è sviluppata nel frattempo un’intensa amicizia.

Le discussioni dell’ultimo incontro, tenutosi dal 12 al 14 novembre 2017 a Gerusalemme, si sono incentrate sul documento ebraico ortodosso sopracitato. In una dichiarazione comune rilasciata alla fine della riunione si afferma: “ ‘Fra Gerusalemme e Roma’ è il primo documento ufficiale pubblicato dalle organizzazioni mondiali dell’ebraismo ortodosso ad esprimere apprezzamento per questa trasformazione e ad affermare la collaborazione tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico nel combattere i violenti fenomeni che colpiscono il mondo contemporaneo e nel lavorare insieme per un mondo migliore per il bene di tutta l’umanità… Con il crescente apprezzamento espresso all’interno del mondo ebraico circa ‘l’importanza strategica delle relazioni con la Chiesa cattolica e la necessità teologica e morale di approfondire questa reciproca relazione’, diviene nostro imperativo comune ‘l’opportunità di collaborare per la realizzazione del Regno di Dio sulla terra’”. Ebrei e cristiani possono contribuire alla realizzazione della volontà del Padre quando rendono insieme un’autentica testimonianza della sua presenza e si impegnano a favore di un mondo migliore sulla base di un fondamento di valori religiosi comuni.

 

5. Prospettive future per il dialogo con gli ebrei

Un orientamento futuro per il dialogo con l’ebraismo può essere ricavato da quanto è stato detto finora: in primo luogo, si dovrebbe proseguire il dialogo con l’IJCIC con energia e con pazienza, impartendo nuovi impulsi ed allargando nuovi orizzonti. In secondo luogo, dovremmo sforzarci di continuare il dialogo con il Grande Rabbinato.

Tra gli sviluppi particolarmente proficui degli ultimi anni vi è lo sforzo di favorire il ricambio generazionale nel dialogo ebraico-cattolico, ovvero di reclutare giovani partecipanti che possano, come “moltiplicatori”, continuare la storia positiva degli effetti di Nostra aetate (n. 4). Le “Emerging Leadership Conferences” dovranno sicuramente proseguire, affinché si trasmetta al futuro una valida tradizione.

Attualmente il dialogo si prefigge i seguenti obiettivi: la formazione delle generazione future per la loro partecipazione al dialogo, un approfondimento del dialogo teologico e la collaborazione a livello di attività caritative. Non si tratta di un semplice scambio di idee e di parole; ebrei e cristiani possono, insieme, aiutare coloro che vivono ai margini della società, i poveri, i meno fortunati, gli ammalati. Dialogando e collaborando, le due comunità possono diventare insieme una benedizione per l’umanità. Il dialogo con l’ebraismo va dunque rafforzato, portato avanti con convinzione e con rinnovato slancio.