ASSEMBLEA PLENARIA 2018

 

RELAZIONE
SULLA COMMISSION PER I RAPPORTI RELIGIOSI CON L'EBRAISMO

 

P. Norbert Hofmann SDB, Segretario

 

 

1. Il Cinquantesimo Anniversario della promulgazione di Nostra aetate (n. 4)

Per il 50° Anniversario della promulgazione della Dichiarazione Nostra aetate (n. 4), documento approvato dal Concilio Vaticano Secondo il 28 ottobre del 1965, sono state organizzate varie iniziative. Il 28 ottobre del 2015, in Piazza San Pietro, Papa Francesco, con un’udienza generale dedicata alla Dichiarazione conciliare, ha dato avvio ufficialmente alla commemorazione di Nostra aetate, invitando anche i vari rappresentanti delle religioni mondiali a unirsi a tale evento. In tale occasione, il Papa ha esortato gli esponenti delle diverse religioni a pregare e a lavorare insieme per risolvere i problemi che affliggono l’umanità. Priorità comune delle religioni mondiali dovrà essere in particolar modo la promozione della giustizia e della pace, come pure l’impegno a favore dei poveri, dei malati e degli emarginati. Per quanto riguarda il dialogo con l’ebraismo, Papa Francesco ha osservato: “Una speciale gratitudine a Dio merita la vera e propria trasformazione che ha avuto in questi 50 anni il rapporto tra cristiani ed ebrei. Indifferenza e opposizione si sono mutate in collaborazione e benevolenza. Da nemici ed estranei, siamo diventati amici e fratelli. Il Concilio, con la Dichiarazione Nostra aetate, ha tracciato la via: ‘sì’ alla riscoperta delle radici ebraiche del cristianesimo; ‘no’ ad ogni forma di antisemitismo e condanna di ogni ingiuria, discriminazione e persecuzione che ne derivano”. Questa udienza generale si inseriva nel programma di celebrazioni svoltesi a Roma e organizzate dalla Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo insieme al Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ed alla Pontificia Università Gregoriana. Tali celebrazioni comprendevano anche un congresso che ha visto la partecipazione di oltre 250 rappresentanti di tutte le religioni mondiali ed ha trattato principalmente tre temi: “Violenza e impegno delle religioni per la pace”, “La sfida della libertà religiosa” e “L’educazione e la trasmissione dei valori”.

Oltre a Roma, in altri Paesi del mondo si sono svolti vari eventi per celebrare il documento Nostra Aetate. A Washington, nel maggio del 2015, la Conferenza episcopale americana e la Catholic University of America hanno organizzato un importante evento al quale hanno preso parte il Presidente e il Segretario della Commissione. A Tel Aviv, nel dicembre 2015, il Presidente e il Segretario della Commissione hanno preso parte ad una conferenza sul tema: “In Our Times: Documents and Articles on the Catholic Church and the Jewish People in the Wake of the Shoah”. Oltre che in Israele e negli Stati Uniti, che sono i Paesi più importanti nel dialogo con l’ebraismo per la presenza maggiore di ebrei, il Presidente ed il Segretario della Commissione hanno preso parte anche ad altre celebrazioni commemorative a San Paolo, a Rio de Janeiro, a Basilea e a Francoforte.

2. La visita di Papa Francesco della sinagoga di Roma e ad Auschwitz-Birkenau

Papa Francesco, durante l'anno di celebrazione del documento conciliare, è intervenuto con gesti e parole significativi. A Roma, il 17 gennaio scorso, il Papa ha visitato la sinagoga. Prima di lui, già Papa Giovanni Paolo II (il 13 aprile 1986) e Papa Benedetto XVI (il 17 gennaio 2010) avevano visitato la sinagoga;  Papa Francesco ha dunque proseguito “una buona tradizione”. Nel suo discorso, ha messo in evidenza il legame spirituale che unisce ebrei e cristiani, e che siamo tutti fratelli e sorelle davanti a Dio: “Nel corso del tempo, si è creato un legame spirituale, che ha favorito la nascita di autentici rapporti di amicizia e anche ispirato un impegno comune. Nel dialogo interreligioso, è fondamentale che ci incontriamo come fratelli e sorelle davanti al nostro Creatore e a Lui rendiamo lode, che ci rispettiamo e apprezziamo a vicenda e cerchiamo di collaborare. E nel dialogo ebraico-cristiano c’è un legame unico e peculiare, in virtù delle radici ebraiche del cristianesimo: ebrei e cristiani devono dunque sentirsi fratelli, uniti dallo stesso Dio e da un ricco patrimonio spirituale comune (cfr. Dich. Nostra aetate, 4), sul quale basarsi e continuare a costruire il futuro”.

Il 29 luglio 2016, Papa Francesco ha visitato Auschwitz-Birkenau. La visita è stata suggestiva e rievocativa; il raccoglimento e la preghiera del Papa, nel luogo dove così tanti ebrei sono stati umiliati ed uccisi durante la Shoah, hanno commosso ed emozionato. In un luogo simile, le parole possono essere spesso fraintese, ma la preghiera affida il dolore a Dio stesso, affinché Egli possa accoglierlo e trasformarlo.

3. Il nuovo documento della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo

L'idea di redigere e pubblicare un documento della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo era già stata prospettata per il 40º Anniversario della promulgazione di Nostra aetate, nel 2005. Un'idea per vari motivi mai realizzata per quell'occasione. Riflettendo in maniera retrospettiva, si può dire che è stato meglio aver atteso, poiché le questioni teologiche presenti nel documento sono state discusse in maniera dettagliata ed appassionata soprattutto negli ultimi dieci anni.

Con il titolo "Perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili" (Rm 11,29), il 10 dicembre 2015, viene pubblicato il nuovo documento in occasione del 50° Anniversario di Nostra aetate (n. 4). Queste riflessioni hanno lo scopo di rendere atto, con gratitudine, di tutto ciò che è stato possibile realizzare nelle relazioni ebraico-cattoliche nel corso degli ultimi decenni ed al contempo fornire un rinnovato impulso per il futuro. Nel ribadire lo statuto speciale delle relazioni ebraico-cattoliche nel più ampio contesto del dialogo interreligioso, vengono affrontate questioni teologiche quali l’importanza della rivelazione, il rapporto tra l’Antica e la Nuova Alleanza, la relazione tra l’universalità della salvezza in Gesù Cristo e la convinzione che l’alleanza di Dio con Israele non è mai stata revocata, ed il compito evangelizzatore della Chiesa in riferimento all’ebraismo.

Il documento non intende assolutamente mettere un punto conclusivo a queste discussioni. Esso vuole essere piuttosto uno stimolo al proseguimento e all’approfondimento della dimensione teologica del dialogo ebraico-cattolico. La Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo si richiama all’obiettivo che lo stesso Papa Francesco si è posto, ovvero far sì che il dialogo ebraico-cattolico acquisisca una maggiore profondità ed ampiezza dal punto di vista teologico. Il documento è stato elaborato non solo sulla base delle affermazioni di fede cattoliche, ma anche tenendo conto delle posizioni dei nostri partner di dialogo. Ad un certo punto della redazione del documento, sono stati infatti coinvolti anche consultori ebrei ai quali è stato chiesto un parere sull’adeguatezza di quanto esposto nel testo circa l’ebraismo. Nel testo si trovano riferimenti non solo all’Antico ed al Nuovo Testamento, ma anche alla Mishna ed al Talmud. La redazione del documento è durata complessivamente due anni e mezzo, poiché le prime bozze risalgono al 2013. Già Papa Benedetto XVI si era detto favorevole alla stesura di un simile documento, ma soltanto con il “placet” dato da Papa Francesco poco dopo la sua elezione, il lavoro è potuto iniziare.

Il nuovo documento della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo è stato accolto in maniera molto positiva nell’insieme, soprattutto dai nostri partner di dialogo ebraici. Sulla base di questo documento, dal Woolf Institute di Cambridge sono state avviate, nel maggio 2016, nuove conversazioni teologiche alle quali partecipa anche la nostra Commissione. Un loro obiettivo è quello di promuovere ulteriormente il dialogo teologico.

4. Il dialogo con l’ “International Jewish Committee on Interreligious Consultations” (IJCIC)

L’”International Jewish Committee on Interreligious Consultations” (IJCIC) rappresenta tutt’oggi il partner ebraico ufficiale della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo. Esso raggruppa quasi tutte le principali organizzazioni ebraiche, di cui non poche hanno la loro sede negli Stati Uniti. L’IJCIC ha iniziato le sue attività nel 1970; già l’anno successivo fu organizzata la prima Conferenza comune a Parigi. Gli incontri che da allora hanno avuto luogo regolarmente ogni due anni sono espressione del lavoro del cosiddetto “International Catholic-Jewish Liaison Committee” (ILC) e danno forma alla collaborazione tra l’IJCIC e la nostra Commissione.

L’ultima conferenza comune è stata organizzata in collaborazione con la Conferenza episcopale polacca a Varsavia, dal 4 al 7 aprile 2016. Essa si è concentrata sulle sfide che la religione deve affrontare riguardo alla crisi attuale dei profughi che arrivano in Europa (“The ‘Other’ in Jewish and Catholic Tradition: Refugees in Today’s World”), riflettendo sul patrimonio comune di ebrei e cristiani, sulla necessità e sull'obbligo di aiutare i bisognosi, sulle crescenti persecuzioni contro i cristiani e sul crescente antisemitismo. La presa di posizione comune che è stata resa pubblica alla fine della riunione è testimonianza del fatto che possiamo schierarci dalla stessa parte di fronte a specifici fenomeni sociali, sulla base di valori condivisi. La collaborazione con l’IJCIC si è rivelata molto proficua nel corso degli anni e non si è limitata alle conferenze congiunte. In ultima analisi, si tratta di una cooperazione permanente, di uno scambio regolare e di un contatto continuo al fine di preparare e realizzare progetti comuni.

5. La partecipazione delle generazioni future al dialogo

Da sette anni, è in corso un’iniziativa congiunta con l’IJCIC per favorire il ricambio generazionale nelle relazioni ebraico-cristiane. Entrambe le parti sono infatti convinte dell’importanza di formare e di coinvolgere nel dialogo le giovani generazioni, affinché il futuro del dialogo ebraico-cristiano sia assicurato.

Sotto tale ispirazione, nascono le “Emerging Leadership Conferences” per i giovani, rese possibili dal sostegno finanziario di grandi sponsor. La prima di queste conferenze è stata organizzata nel giugno del 2009 a Castel Gandolfo, in collaborazione con il movimento dei Focolari. Circa cinquanta giovani tra ebrei e cattolici di tutto il mondo si sono riuniti in tale occasione per quattro giorni, per riflettere sul tema “Discovering Common Values”. Alla luce del successo di tale incontro, si è deciso di organizzare riunioni di questo tipo ogni due anni, in alternanza con le sessioni dell’ILC. Così, la seconda conferenza dei giovani ebrei e cattolici ha avuto luogo nel giugno 2012 nei pressi di New York sul tema “Catholics and Jews: Our Common Values, Our Common Roots” e la terza a Berlino all’inizio di luglio 2014 sul tema „Challenges to Faith in Contemporary Society“. Alla fine del mese di giugno di quest’anno, si è tenuta la quarta “Emerging Leadership Conference” a Gerusalemme, sul tema “Religion and Politics – Faith in a Time of Turmoil”. In generale, i giovani si sono detti entusiasti delle esperienze fatte durante queste conferenze. Si tratta fondamentalmente di fornire loro spunti e impulsi che poi li spingano a promuovere concretamente le relazioni ebraico-cattoliche nel luogo dove vivono.

6. Il dialogo con il Gran Rabbinato di Israele

Accanto al dialogo con l’IJCIC, va menzionato il colloquio istituzionale con il Gran Rabbinato di Israele, che può essere considerato come frutto dell’incontro tra Papa Giovanni Paolo II ed i Gran Rabbini di Israele in occasione della visita del pontefice in Israele, nel marzo del 2000. Il primo colloquio avvenne nel giugno del 2002 a Gerusalemme, e da allora tredici incontri del genere hanno avuto luogo in alternanza a Roma e a Gerusalemme. A motivo dell’entrata in carica di due nuovi Gran Rabbini di Israele nel luglio 2013 e del cambiamento del Segretario Generale del Gran Rabbinato nell’estate del 2014, nessun incontro è stato organizzato in tale anno. Solo nel dicembre 2015 ci si è nuovamente riuniti a Gerusalemme per riflettere sul tema “And you should love the Stranger as yourself – Migrants and Refugees: Thread or Opportunity?” Il prossimo incontro è previsto per la fine di novembre 2016 a Roma su “Promoting Peace in the Face of Violence in the Name of Religion”.

Le due delegazioni sono relativamente ristrette e si compongono di circa quindici partecipanti, di modo che è possibile avere una discussione personale e intensa sui vari temi. Il dialogo con il Gran Rabbinato di Israele ha pertanto reso possibile un’ulteriore apertura dell’ebraismo ortodosso alla Chiesa cattolica romana a livello mondiale. A conclusione di ciascun incontro, è rilasciata una dichiarazione congiunta, che viene pubblicata. Se gettiamo uno sguardo ai quattordici anni di questo dialogo, possiamo concludere con gratitudine che si è nel frattempo sviluppata un’intensa collaborazione ed una fraterna amicizia tra i partecipanti al dialogo.

7. Prospettive future per il dialogo con gli ebrei

Il lavoro svolto in questi anni e le riflessioni che da esso scaturiscono suggeriscono prospettive future verso cui orientarci. In primo luogo, si dovrebbe proseguire il dialogo con l’IJCIC con energia, pazienza e perseveranza, impartendo nuovi impulsi ed allargando nuovi orizzonti, portando avanti nello stesso spirito e con la stessa regolarità il dialogo con il Gran Rabbinato.

Secondo Papa Francesco, il dialogo ha attualmente tre obiettivi principali: la formazione delle generazioni future al dialogo, l’approfondimento del dialogo teologico e la collaborazione nell'ambito delle attività umanitarie. Non si tratta dunque di semplici conversazioni e conferenze: ebrei e cristiani devono impegnarsi insieme a favore degli emarginati, dei poveri, dei bisognosi, degli ammalati. Il dialogo va dunque intensificato e portato avanti con convinzione, slancio ed entusiasmo. Dialogando e collaborando con questi sentimenti e con queste ispirazioni, entrambe le comunità possono diventare insieme una benedizione per l’umanità.