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LA DIMENSIONE ECUMENICA NELLA FORMAZIONE
DI CHI SI DEDICA  AL MINISTERO PASTORALE

 

PREFAZIONE

Il 25 marzo 1993, Sua Santità Papa Giovanni Paolo II ha approvato la versione aggiornata del Direttorio per l'applicazione dei principi e delle norme sull'ecumenismo, l'ha confermata con la sua autorità e ne ha ordinato la pubblicazione.

Una delle principali preoccupazioni del Direttorio è la formazione ecumenica nei seminari e nelle facoltà di teologia. Per questo motivo, si decideva che l'Assemblea plenaria del 1995 del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani avrebbe studiato e reso più espliciti i principî e le raccomandazioni stabiliti nel Direttorio. Per preparare la discussione dell'Assemblea plenaria, nel corso di una consultazione di specialisti incaricati dell'insegnamento di varie discipline nei seminari e nelle facoltà di teologia, erano elaborati due progetti di documento: il primo sulla dimensione della formazione ecumenica da impartire a coloro che si consacrano ad una attività pastorale; il secondo inteso come una esposizione, in linea generale, di un corso specifico sull'ecumenismo.

L'Assemblea plenaria del 1995 dedicava una parte del suo tempo a disposizione all'esame di queste proposte e di questi suggerimenti e al loro emendamento. I vescovi raccomandavano soprattutto di unificare in un solo testo il contenuto dei due progetti. Tale nuova elaborazione poteva realizzarsi durante la plenaria, ciò che permetteva, al termine dell'incontro, di esaminare ed approvare il contenuto del documento. Il Pontificio Consiglio per l'unità era incaricato di preparare la pubblicazione del documento, che veniva anche sottoposto durante la sua preparazione alla Congregazione per la Dottrina della Fede e alla Congregazione per l'Educazione cattolica.

Nell'udienza che concludeva l'Assemblea plenaria 1995, il Santo Padre sottolineava l'importanza del lavoro compiuto in vista di pervenire alla redazione del testo:

« In particolare, voi avete studiato il problema della formazione ecumenica nei seminari e nelle facoltà di teologia, ciò che costituisce una delle principali preoccupazioni del Direttorio. Avete voluto farlo in modo concreto e moderno, sulla base delle esigenze delle scienze dell'educazione, che non possono limitarsi ad un semplice corso di informazione sul movimento ecumenico. Auspico che le direttive pratiche di cui parlate, grazie al metodo interdisciplinare e alla collaborazione interconfessionale, permettano di integrare la dimensione ecumenica nell'insegnamento delle varie discipline ».

Il Santo Padre aggiungeva che tale formazione « stimola in modo essenziale lo sviluppo della ricerca ecumenica, per la sua promozione negli istituti di formazione e per la vita pastorale ». Il presente testo è pertanto un documento di studio che raccoglie il contenuto del Direttorio Ecumenico rendendolo più esplicito. Tale documento si rivolge ai responsabili della formazione teologica e pastorale per far sì essi possano sincerarsi che, in avvenire, chi sarà impegnato nella pastorale, come anche i professori di teologia, ricevano una adeguata formazione ecumenica per essere maggiormente in grado di rispondere alle esigenze della vita di oggi.

 

Edward Idris Cardinale Cassidy
                Presidente

 

                                                                   + Pierre Duprey
                                                                  Vescovo tit. di Thibar
                                                                          Segretario

 

 

INTRODUZIONE

 

[1] Il Direttorio per l'applicazione dei principî e delle norme sull'ecumenismo sottolinea la necessità della dimensione ecumenica che deve essere pienamente presente in ogni ambito e in tutti i mezzi che riguardano la formazione. (1) Il presente documento realizzato dal Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, si rivolge a ciascun vescovo, ai Sinodi delle Chiese orientali cattoliche, alle Conferenze episcopali, come anche a tutti coloro che hanno una responsabilità particolare nella formazione al ministero pastorale. Il suo scopo è quello di aiutarli a svolgere il loro compito a livello locale, nazionale e regionale, (2) in conformità ai principî generali contenuti nel Decreto conciliare sull'ecumenismo Unitatis redintegratio (1964), nel Direttorio (1993) e nella Lettera Enciclica Ut unum sint (1995). Le direttive contenute in questo documento sottolineano la necessità di una formazione ecumenica per tutti coloro che credono in Cristo. Esse insistono soprattutto sulle condizioni necessarie per una formazione ecumenica approfondita di coloro che si preparano alla pastorale, sia come ministri ordinati, sia al di fuori dell'ordinazione, raccomandando in particolare che gli studi teologici comportino la richiesta dimensione ecumenica. Il presente documento si propone di rendere più esplicito ciò che il Direttorio richiede a questo riguardo, specie nel suo Capitolo III, e deve essere letto riferendosi alle citazioni indicate in nota.

[2] « La cura di ristabilire l'unione riguarda tutta la Chiesa, sia i fedeli che i Pastori, e ognuno secondo le proprie possibilità, tanto nella vita cristiana di ogni giorno quanto negli studi teologici e storici ». (3)

Il Concilio Vaticano II ci insegna che il ristabilimento della piena comunione visibile tra tutti i cristiani è volontà di Cristo e che essa è essenziale per la vita della Chiesa cattolica. Si tratta di un compito che compete a tutti, ai laici come ai ministri ordinati: « Tutti i fedeli sono chiamati ad impegnarsi per realizzare una comunione crescente con gli altri cristiani ». (4) « L'impegno ecumenico [è] come un imperativo della coscienza cristiana illuminata dalla fede e guidata dalla carità ». (5), Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1995, 8; cfr. anche 6-9 e 15-16.] Ciò esige, da parte di tutti, la conversione del cuore e la partecipazione al rinnovamento nella Chiesa. Di conseguenza, la formazione ecumenica è essenziale perché ciascuno possa prepararsi a contribuire all'opera d'unità. Essa tende a che « tutti i cristiani siano animati dallo spirito ecumenico, qualsiasi sia la loro particolare missione e la loro funzione specifica nel mondo e nella società ». (6) Per contribuire a creare tale spirito ecumenico si rendono dunque necessari sia un rinnovamento dei comportamenti che una certa flessibilità nei metodi.

 

A.  Necessità della formazione ecumenica di tutti i fedeli

[3] Essendo la formazione cristiana necessaria a tutti i livelli e a tutti gli stadi della vita cristiana, occorre riflettere sul modo di assicurare la dimensione ecumenica nei diversi tipi di formazione. Come è anche indispensabile che coloro i quali rivestono compiti importanti nell'animazione di tale formazione abbiano essi stessi beneficiato di una approfondita formazione ecumenica. Si fa specialmente riferimento ai pastori, ai membri degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica, ai catechisti, e a tutti coloro che sono direttamente impegnati nell'insegnamento religioso, nonché ai responsabili dei nuovi movimenti e delle comunità ecclesiali.

[4] Tra i principali mezzi di formazione, il Direttorio annovera l'ascolto della Parola di Dio ed il suo studio, la predicazione, la catechesi, la liturgia e la vita spirituale. Nessuno di questi mezzi sarebbe completo se esso non contribuisse anche a formare uno spirito ecumenico. Il Direttorio offre delle indicazioni per quanto riguarda le implicazioni di tutto ciò. (7)

[5] La stessa attenzione va data alle esigenze proprie dell'ambiente nel quale ha luogo la formazione, e che il Direttorio elenca: in particolare, la parrocchia, la scuola, i vari movimenti, gruppi e associazioni. (8) Il Direttorio raccomanda ad esempio che l'insegnamento religioso in tutte le scuole di qualsiasi grado abbia una dimensione ecumenica e tenda ad educare il cuore e lo spirito dei giovani ad assumere atteggiamenti umani e religiosi capaci di facilitare la ricerca dell'unità dei cristiani. (9)

 

B. Formazione ecumenica degli studenti in teologia, dei seminaristi e dei futuri operatori pastorali

[6] I suggerimenti che seguono hanno innanzitutto lo scopo di incoraggiare una formazione ecumenica più approfondita dei candidati al ministero ordinato e degli studenti in teologia, durante gli anni di seminario o nel corso della loro formazione teologica. Il Direttorio precisa tuttavia che questi stessi principî dovrebbero essere adattati, secondo i casi, ad altre persone impegnate in una attività pastorale. (10)

[7] « Le relazioni ecumeniche costituiscono una realtà complessa e delicata che implica lo studio e contemporaneamente il dialogo teologico, i contatti, le relazioni fraterne, la preghiera e la collaborazione pratica. Siamo chiamati ad operare in tutti questi campi. Limitarsi ad uno di essi, tralasciando gli altri non darebbe nessun risultato. Questa visione globale dell'azione ecumenica deve essere sempre tenuta a mente quando presentiamo e spieghiamo il nostro impegno ». (11)Service d'information [SI], n. 78, 1991III-IV, p. 146. Il Service d'information - Information Service, Bollettino ufficiale del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, è pubblicato in francese ed in inglese. I rinvii a tale Bollettino nel presente documento si riferiscono all'edizione francese.] Per questo motivo, sembra utile attirare l'attenzione su alcune considerazioni d'ordine generale che riguardano la formazione ecumenica e sono importanti in vista di realizzare tale compito:

a) Dati i diversi livelli della formazione ecumenica, che prepara ad operare nei vari campi citati sopra, essa non deve limitarsi a trasmettere delle nozioni, ma deve anche motivare ed animare la conversione e l'impegno ecumenico dei fruitori di tale formazione. Inoltre essa deve anche rafforzare lo spirito di fede il quale riconosce che l'ecumenismo « supera le forze e le doti umane ». (12)

b) Il Direttorio evoca l'esigenza di una pedagogia che sia adattata « alle concrete situazioni di vita delle persone e dei gruppi ». (13) Si dovranno pertanto applicare tutti i metodi appropriati, sia induttivi che deduttivi.

c) Pur considerando che la formazione dottrinale occupa un posto centrale nella formazione ecumenica, dovranno essere trattate anche le questioni spirituali, pastorali ed etiche.

d) Ogni formazione dottrinale sull'ecumenismo deve tenere conto anche del contesto nel quale essa è impartita. Particolare attenzione dovrà essere data al contesto ecumenico e alle esigenze pastorali proprie di un determinato paese o una determinata regione. (14)

[8] I modelli, le strutture, come anche l'ampiezza dei programmi di teologia destinati agli studenti, variano notevolmente, da un paese all'altro. Per questo motivo le facoltà di teologia, i seminari, i noviziati degli ordini religiosi oltre agli altri istituti pastorali, teologici o catechetici, agiranno secondo le loro possibilità ed in funzione dei loro obblighi. Non è pertanto realizzabile né si può auspicare di pervenire ad un progetto unico e valido per tutti i programmi di formazione. Tuttavia i due capitoli che seguono danno importanti orientamenti in vista di applicare le norme del Direttorio per ciò che riguarda la dimensione ecumenica nell'insegnamento di ciascuna disciplina teologica e per quanto si riferisce all'insegnamento propriamente ecumenico.

 

 

I. CONDIZIONI NECESSARIE PER INTRODURRE UNA DIMENSIONE ECUMENICA 
IN OGNI CAMPO DELLA FORMAZIONE TEOLOGICA

[9] L'ecumenismo deve essere pienamente integrato nella formazione teologica delle persone impegnate in un ministero pastorale per aiutarle ad acquisire « un atteggiamento autenticamente ecumenico ». (15) Il Direttorio richiede che sia specialmente istituito un corso d'introduzione all'ecumenismo. (16) Inoltre, e ciò che è più importante, il Direttorio introduce una nuova raccomandazione: esso richiede di riflettere e di stabilire un piano per ciascuna disciplina in vista di assicurare una dimensione ecumenica ad ogni argomento insegnato. (17) Esso indica alcuni elementi chiave che possono aiutare a raggiungere tale scopo ed offre dei consigli per una metodologia ecumenica di base. Il presente capitolo tratta di queste questioni.

 

A. Elementi chiave per assicurare la dimensione ecumenica di ciascuna disciplina teologica

[10] Il Direttorio chiede alle Conferenze episcopali e ai Sinodi delle Chiese orientali cattoliche di fare sì che i programmi di studio conferiscano una dimensione ecumenica a ciascuna materia. (18) La vita nella fede e la preghiera che essa suscita in noi, per ispirazione dello Spirito Santo, additano l'atteggiamento secondo il quale ogni tema deve essere svolto: nell'amore della verità e in uno spirito di carità e umiltà. (19) Tale atteggiamento, fondamento di ogni metodo di autentico dialogo, è il contesto in cui gli elementi chiave suggeriti dalDirettorio debbono riflettersi in ogni argomento insegnato ed esservi integrati per assicurare la necessaria dimensione ecumenica. Detti elementi sono: (20)

1. l'ermeneutica,
2. la « gerarchia delle verità »,
3. i frutti del dialogo ecumenico.

[11] 1. L'ermeneutica è un mezzo di riflessione ecumenica necessaria se si vuole che gli studenti apprendano a distinguere tra « il deposito di fede » e il modo secondo il quale le verità di fede sono formulate. (21) Si fa riferimento in questo contesto all'ermeneutica in quanto arte di interpretare e di comunicare correttamente le verità che si trovano nella Sacra Scrittura e nei documenti della Chiesa: i testi liturgici, le decisioni conciliari, gli scritti dei Padri e dei Dottori, i differenti documenti che emana l'insegnamento autorizzato della Chiesa, come anche i testi ecumenici. Inoltre, il dialogo ecumenico che incoraggia le parti in esso implicate ad interrogarsi, a comprendersi e a spiegare le rispettive posizioni, può aiutare a determinare se delle formulazioni teologiche differenti sono complementari più che contraddittorie e, di conseguenza, a ricercare espressioni di fede (22) che siano reciprocamente accettabili e trasparenti. Ciò aiuta a formare progressivamente un linguaggio ecumenico comune.

[12] 2. Per il Decreto Unitatis redintegratio la « gerarchia delle verità » è un criterio che i cattolici debbono seguire quando si tratta di esporre o mettere a confronto delle dottrine. (23) Il modo secondo il quale la Chiesa cattolica comprende la « gerarchia delle verità » è stato sviluppato in documenti postconciliari. (24) La « gerarchia delle verità » è stata anche oggetto del dialogo ecumenico. (25), Sesto Rapporto e Appendice B: La nozione di « gerarchia delle verità » - Una interpretazione ecumenicaSI, n. 74, 1990III, pp. 63 e 86-91.] Essa può essere inoltre assunta come criterio di formazione dottrinale nella Chiesa ed essere applicata ad ambiti quali la vita spirituale e le devozioni popolari.

[13] 3. I frutti del dialogo (26) debbono essere presentati in modo generale; ogni responsabile di un insegnamento valuterà attentamente i risultati che riguardano la disciplina di sua competenza. Particolare attenzione sarà data alle distinzioni risultanti dai documenti d'accordo, soprattutto tra « divergenza », « convergenza », « accordo parziale », « consenso », « pieno accordo ». Tale valutazione, suscettibile di suscitare nuove intuizioni, può facilitare il processo di ricezione guidato dall'autorità docente ufficiale della Chiesa, la quale ha la responsabilità di emettere un giudizio definitivo sulle dichiarazioni ecumeniche. Le nuove intuizioni che sono accolte « entrano nella vita della Chiesa e, in un certo senso, rinnovano ciò che favorisce la riconciliazione con le altre Chiese e Comunità ecclesiali ». (27) Questa stessa valutazione aiuterà il « serio esame » che la Lettera Enciclica Ut unum sint raccomanda e che deve coinvolgere il popolo di Dio nel suo insieme, poiché i risultati e le dichiarazioni dei vari dialoghi « non possono rimanere affermazioni delle Commissioni bilaterali, ma debbono diventare patrimonio comune ». (28)

[14] Nell'insegnamento di ogni disciplina sarà data una particolare attenzione ad altri fattori che, pur non essendo di natura strettamente teologica, hanno notevoli conseguenze ecumeniche, come, ad esempio, i fattori d'ordine culturale e storico.

[15] Il Direttorio offre delle indicazioni per quanto riguarda gli ambiti in cui tale dimensione ecumenica può venire alla luce ed i modi atti a farla risaltare. (29) Esempi più precisi sono lasciati alla riflessione delle persone più direttamente impegnate nell'insegnamento di ciascuna disciplina. Queste ultime sapranno infatti come coniugare le necessità della loro materia di insegnamento con le esigenze proprie del loro paese o regione e delle comunità cristiane che sono presenti in un determinato territorio. Il paragrafo 20 di questo documento contiene tuttavia importanti raccomandazioni allo scopo di incoraggiare la riflessione su quanto è esposto sopra.

 

B. Metodologia ecumenica per le discipline teologiche

[16] Il Direttorio dà importanti indicazioni su un metodo ecumenico di base da applicarsi all'insegnamento di ogni disciplina. (30) Tale metodo comporta una presentazione analitica di quanto segue:

1. gli elementi che tutti i cristiani hanno in comune,
2. i punti di disaccordo,
3. i risultati dei dialoghi ecumenici.

[17] 1. Gli elementi che tutti i cristiani hanno in comune. Si dovrà attirare l'attenzione sulla comunione reale già esistente tra i cristiani, così come essa si manifesta nel loro rispetto per la Parola vivente di Dio, nella loro comune professione di fede al Dio Trino, e nell'azione redentrice di Cristo, Figlio di Dio fatto uomo. Essa si esprime nei vari Credo che i cristiani hanno in comune, e si estende all'unico sacramento del battesimo che costituisce il vincolo fondamentale tra di loro; essa li guida tutti verso la piena comunione visibile e verso un comune destino nell'unico Regno di Dio. (31)

Inoltre, ogni Comunione serba preziosamente, secondo ciò che le è proprio, « le ricchezze di liturgia, di spiritualità e di dottrina» (32) che sono espressione di tale fede comune.

Tutto ciò può essere messo in valore nel quadro di un determinato insegnamento, in modo che si possa più profondamente apprezzare il mistero della Chiesa, e soprattutto constatare che la sua unità « si realizza nel contesto di una ricca diversità » la quale « è una dimensione della cattolicità della Chiesa ». (33)

[18] 2. Punti di disaccordo. Su questa base sarà possibile individuare con chiarezza quei punti attorno ai quali esiste un disaccordo reale più che apparente, come si potranno nel contempo esaminare tali punti di disaccordo nell'insegnamento delle varie discipline. (34)

[19] 3. I risultati dei dialoghi ecumenici. Il metodo descritto sopra costituisce la base su cui si fonda la ricerca condotta dai vari dialoghi ecumenici in corso. (35) Ne consegue che i risultati raggiunti da detti dialoghi debbono essere oggetto di una approfondita spiegazione, e che di essi occorre tener conto nell'insegnamento delle materie alle quali tali risultati si riferiscono. Gli orientamenti contenuti nella Lettera Enciclica Ut unum sint possono aiutare questa presentazione. (36)

 

C. Raccomandazioni pratiche

[20] Per mettere in pratica i suggerimenti delle sezioni A e B di cui sopra, si raccomanda un compito urgente alle autorità delle istituzioni accademiche e ai loro responsabili. Essi dovrebbero incoraggiare coloro che insegnano discipline specifiche a procedere come qui di seguito esposto. Ciò potrebbe realizzarsi per il tramite di riunioni convocate regolarmente nell'ambito del corpo docente e riservate, ad esempio, agli specialisti in Sacra Scrittura, ai professori di teologia dogmatica, di morale, di liturgia, di storia della Chiesa, ecc. Si raccomanda pertanto:

a) di esaminare insieme gli elementi necessari ad un insegnamento ecumenico efficace nell'ambito dei diversi corsi accademici, e di incoraggiare una appropriata integrazione della dimensione ecumenica a tutti i livelli di studio;

b) di sviluppare dei programmi che tengano conto del livello di formazione già impartita agli studenti come anche di quanto è necessario affinché essi possano fruire con profitto degli studi ecumenici;

c) di incoraggiare la collaborazione ed il coordinamento tra i professori delle varie discipline e delle diverse istituzioni, al fine di assicurare un insegnamento ecumenico interdisciplinare, come richiesto dal Direttorio; (37)

d) di promuovere la collaborazione quando essa sarà considerata opportuna, con professori di altre Chiese e Comunità ecclesiali, invitandoli, ad esempio, ad esporre le loro tradizioni di fede cristiana ed il modo secondo il quale tale fede è vissuta; (38)

e) di preparare per le autorità ecclesiali o per le autorità accademiche, direttori o orientamenti propri a ciascun luogo, in vista di adattare i principî di ordine generale e le norme alle situazioni particolari. (39)

[21] D'altra parte, le persone incaricate di nominare i docenti delle facoltà teologiche e dei seminari dovrebbero sincerarsi che professori e ricercatori accettino di servirsi, per le discipline di loro competenza, di un metodo ecumenico integrato.

 

 

II. INSEGNAMENTO SPECIFICO DELL'ECUMENISMO

[22] Il Direttorio non si limita a richiedere, come indicato sopra, di introdurre la dimensione ecumenica e la metodologia ecumenica nell'insegnamento di ogni materia accademica. Esso richiede anche l'organizzazione di un corso specifico di ecumenismo: (40)

  • Tale corso dovrebbe avere carattere obbligatorio. (41)
  • Secondo quanto prescritto dagli statuti accademici, un esame o un test di valutazionedovrebbe permettere di accertare le conoscenze degli studenti sul contenuto dottrinale del corso.
  • Al corso dovrebbe essere associata una esperienza ecumenica concreta. (42)

     [23] Il Direttorio suggerisce di articolare il corso in due fasi:

  • in primo luogo, una introduzione generale alla dimensione ecumenica degli studi;
  • introduzione seguita da un insegnamento più specifico che permetterà agli studenti di approfondire le loro conoscenze di ecumenismo e di farne una sintesi nell'insieme della loro formazione teologica. (43)

Il Direttorio fornisce anche degli orientamenti sulla scelta dei contenuti. (44)

[24] I suggerimenti indicati nelle sezioni che seguono si riferiscono a questi argomenti:

a) contenuto di una introduzione generale all'ecumenismo;
b) temi da trattare in una seconda fase e in modo più specifico.

Tali suggerimenti hanno lo scopo di aiutare ed incoraggiare la riflessione in vista di organizzare un corso specialmente consacrato all'ecumenismo e di determinarne le strutture. Essi vanno adattati alle circostanze e alle esigenze di ciascun contesto particolare.

 

A. Contenuto di una introduzione generale all'ecumenismo (45)

[25] Il corso d'introduzione generale deve tendere a far comprendere agli studenti che lo scopo dell'ecumenismo è il ristabilimento della piena comunione visibile di tutti i cristiani. (46) I temi indicati qui di seguito costituiscono il minimo indispensabile per assicurare l'efficacia del corso. Quanto al contenuto di detti temi, esso potrà essere completato o integrato sulla base degli argomenti specifici ai quali accenna la sezione che segue.

 

a)   L'impegno ecumenico della Chiesa cattolica

  • I fondamenti biblici dell'ecumenismo secondo Lumen gentium 1-4, Unitatis redintegratio 2 e Ut unum sint 5-9;
  • i principî cattolici dell'ecumenismo così come essi sono enunciati in Lumen gentium (in particolare nei nn. 8, 14-15), nel primo capitolo di Unitatis redintegratio, nel primo capitolo delDirettorio e nel primo capitolo di Ut unum sint;
  • il significato della comunione (koinônia); l'esigenza del rinnovamento e della conversione; il posto che compete alla dottrina; il primato della preghiera;
  • i principali fattori che hanno contribuito alla separazione: di ordine teologico e di ordine non teologico (ad esempio i fattori storici e culturali);
  • ciò che è stato fatto nel corso della storia nell'intento di sanare le divisioni.

 

b) La funzione fondamentale del dialogo teologico - La Lettera Enciclica Ut unum sint

  • La formazione al dialogo e all'impegno nelle relazioni ecumeniche; il significato del dialogo ed il suo metodo secondo Ut unum sint, nn. 28-39 e secondo il Direttorio, §§ 172-182;
  • la dottrina come anche la storia, la cultura, la preghiera liturgica e la spiritualità quali argomenti di dialogo;
  • la terminologia nei suoi aspetti più importanti e le distinzioni da fare: oikumene, testimonianza comune, « gerarchia delle verità », diversità legittima, pluralità e complementarietà delle espressioni di fede; distinzione tra ecumenismo e dialogo interreligioso;
  • gli scopi, i metodi ed i risultati di un determinato dialogo;
  • i principali temi da approfondire per il progresso del dialogo, in relazione a quanto indicato dal n. 79 di Ut unum sint.

 

c) Alcuni temi ecumenici più ricorrenti

  • Eumenismo spirituale ed importanza della preghiera ecumenica;
  • i principî cattolici che guidano la condivisione della vita sacramentale e le risorse spirituali;
  • la ricerca dell'unità e il compito dell'evangelizzazione;
  • la testimonianza comune;
  • i problemi etici.

 

B. Temi che necessitano di una trattazione più specifica

[26] Alcuni dei problemi indicati qui di seguito esigono uno studio più specifico ad uno stadio ulteriore della formazione: (47)

 

a)   I fondamenti biblici dell'ecumenismo (48)

Il piano di Dio per l'unità del suo popolo e di tutto il genere umano:

  • l'unità trinitaria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo;
  • l'unità nella creazione voluta da Dio e oscurata dal peccato — unità con Dio, con gli altri esseri umani e con la creazione;
  • alleanza, elezione e funzione del popolo di Dio;
  • la vita, la morte e la resurrezione per radunare nell'unità i figli di Dio che erano dispersi;
  • la preghiera di Gesù perché tutti siano uno affinché il mondo creda;
  • lo Spirito che ci è stato promesso per avere accesso a tutta la verità; i suoi doni spirituali e i ministeri che ci sono stati dati affinché possiamo edificare il corpo di Cristo;
  • la missione compiuta dagli Apostoli con Pietro a servizio dell'unità;
  • l'unità dei credenti per mezzo del battesimo conferito in nome della Santa Trinità, e l'idea di koinônia.

 

b)   Cattolicità nel tempo e nello spazio (49)

Nel Credo noi confessiamo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. In tale contesto ecclesiologico, i seguenti argomenti potranno essere approfonditi:

  • il concetto di oikumene nel Nuovo Testamento e nella Chiesa primitiva;
  • la piena unità visibile quale fine del movimento ecumenico; (50)
  • la comunione tra Chiesa locale e Chiesa universale: la diversità legittima quale dimensione della cattolicità; (51)
  • la collegialità episcopale e la sinodalità;
  • l'unità della Chiesa e l'unità del genere umano ed i temi correlati come il razzismo, la partecipazione della donna nella Chiesa, la marginalizzazione.

 

c)   Fondamenti dottrinali dell'ecumenismo (52)

In questo contesto, si dovrà rivolgere l'attenzione alla teologia di comunione e ai legami di comunione già esistenti, (53) ed in particolare a quanto qui di seguito elencato:

  • la fede apostolica,
  • la Sacra Scrittura,
  • Credo,
  • il battesimo,
  • la vita sacramentale,
  • gli inni e le preghiere liturgiche.

 

d)   Storia dell'ecumenismo (54)

Una presentazione della storia dell'ecumenismo deve tener conto delle realizzazioni come anche degli insuccessi. Si potrà riflettere sui seguenti temi:

  • l'unità e la diversità della Chiesa primitiva così come esse risultano, ad esempio, negli Atti degli Apostoli 15 e nellaLettera ai Galati 2, ed il felice epilogo delle tensioni tra Pietro e Paolo; gli scritti dei Padri apostolici come le Lettere di Clemente di Roma e di Ignazio d'Antiochia;
  • le divisioni che perdurano anche ai giorni nostri:
    -  le divisioni del V secolo (Efeso, Calcedonia);
    -  la divisione del IX secolo (separazione tra Costantinopoli e Roma);
    -  la divisione del XVI secolo (Riforma);
    -  le divisioni derivanti da sviluppi più recenti (per esempio l'origine del Metodismo; i Vetero-cattolici);
  • i tentativi in vista di ristabilire l'unità: il Concilio di Firenze (1439), la Confessione di Augsburg (1530), le Conversazioni di Malines (1921-1926);
  • i progressi del movimento ecumenico contemporaneo e la rinnovata ricerca in vista di pervenire all'unità dei cristiani:

-  la creazione del Consiglio ecumenico delle Chiese e gli avvenimenti che l'hanno preceduta;

-  il Concilio Vaticano II, in particolare i documenti conciliari Lumen gentium e Unitatis redintegratio, e gli sviluppi che hanno avuto luogo nell'ecumenismo cattolico antecedentemente al Concilio;

  • i dialoghi teologici a livello bilaterale e multilaterale ed i loro risultati;
  • gli accordi cristologici tra la Chiesa cattolica e le Antiche Chiese dell'Oriente;
  • la vita di coloro che hanno avuto una parte determinante nella storia ecumenica.

 

e)   Scopo e metodo dell'ecumenismo (55)

I cattolici comprendono l'unità come dono che Dio offre a tutti i cristiani affinché essi partecipino alla sua propria comunione. Gli elementi costitutivi di questa unità sono i seguenti:

  • unità di fede,
  • unità nella vita sacramentale,
  • unità nel ministero.

Il Capitolo 1 di Unitatis redintegratio deve essere il punto di partenza di questa riflessione. (56) Lo stesso tema è sempre più di frequente affrontato ai nostri giorni da altri documenti ecumenici. (57)

I diversi modelli d'unità esaminati nei documenti ecumenici possono essere l'oggetto di una presentazione e di una valutazione alla luce dell'insegnamento cattolico. Ci si riferisce in particolare qui ai seguenti modelli:

  • « confederazione »,
  • unità d'azione e di testimonianza,
  • diversità riconciliata,
  • comunità (fellowship) conciliare,
  • « Accordo di Leuenberg »,
  • modello del Concilio di Firenze,
  • unità organica,
  • koinônia eucaristica.

L'impegno della Chiesa cattolica nel dialogo è animato dalla speranza che si realizzi la preghiera di Cristo per l'unità. Svariati documenti ufficiali esprimono questa speranza, in particolare:

  • il Catechismo della Chiesa cattolica (1992);
  • il Direttorio per l'applicazione dei principî e delle norme sull'ecumenismo (1993);
  • la Lettera Apostolica Tertio millennio adveniente (1994);
  • la Lettera Enciclica Ut unum sint (1995);
  • la Lettera Apostolica Orientale lumen (1995).

 

 f)   Ecumenismo spirituale

« L'ecumenismo spirituale » deve essere considerato come « l'anima di tutto il movimento ecumenico ». (58) Esso costituisce pertanto un elemento essenziale della formazione ecumenica. A questo riguardo e tra gli argomenti da prendere in considerazione, si ricordano i seguenti:

  • la conversione sempre necessaria e la santità di vita; (59)
  • il valore e l'importanza per l'ecumenismo della preghiera in comune; (60)
  • la « Settimana di Preghiera per l'unità dei cristiani »;
  • le varie forme di spiritualità, di devozione e di preghiera presenti nelle diverse tradizioni confessionali;
  • l'emergere di una spiritualità ecumenica che si constata in vari ambiti, tra i quali si possono ricordare: lo studio e la riflessione in comune sulla Bibbia e le traduzioni ecumeniche della Sacra Scrittura; (61) i testi liturgici e la raccolta di inni comuni; (62) la partecipazione a eventi di preghiera in comune, come la « Giornata mondiale di preghiera delle donne », e « la Settimana di Preghiera per l'unità dei cristiani»; la collaborazione ecumenica nella catechesi; (63)
  • l'idea di un martirologio comune. (64)

      Gli ordini religiosi e le congregazioni religiose, come anche le Società di vita apostolica sono in grado di dare un importante contributo ecumenico sensibilizzando maggiormente i cristiani all'appello alla conversione e alla santità di vita. (65)

 

g)   Le altre Chiese e Comunità ecclesiali (66)

Si daranno informazioni di ordine generale sulle principali comunioni cristiane; ci si riferirà in particolare alle Chiese e alle Comunioni ecclesiali che intrattengono un dialogo con la Chiesa cattolica o che hanno un posto importante in un determinato paese o una determinata regione. Ad esempio:

  • la Chiesa ortodossa;
  • le Antiche Chiese dell'Oriente (copta, etiopica, sira, armena) e la Chiesa assira dell'Oriente;
  • le Chiese e le Comunità ecclesiali del tempo della Riforma (per esempio anglicani, luterani, riformati);
  • le Chiese libere (per esempio metodisti, battisti, discepoli di Cristo, pentecostali classici).

In tale contesto, potranno essere presentati alcuni particolari simboli e formule confessionali che sono propri a tali Chiese, e tra i quali citiamo:

  • Trentanove Articoli anglicani,
  • la Confessione di Augsburg per i luterani,
  • il Catechismo di Heidelberg e la Confessione di Westminster per i riformati.

Si farà anche menzione delle correnti ed accentuazioni teologiche proprie a ciascuna di queste Chiese e Comunità ecclesiali, alle loro tradizioni liturgiche, il loro ordinamento ecclesiastico e la loro disciplina, le strutture della loro autorità, come pure le forme di ministero presenti in queste Chiese, sia in Oriente che in Occidente.

 

h)   Principali argomenti che necessitano un approfondimento del dialogo (67)

  • La relazione tra Sacra Scrittura, suprema autorità in materia di fede, e la sacra Tradizione, indispensabile interpretazione della parola di Dio;
  • l'Eucaristia, sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo, offerta di lode al Padre, memoriale sacrificale e presenza reale di Cristo, effusione santificatrice dello Spirito Santo;
  • l'ordinazione, come sacramento, al triplice ministero dell'episcopato, del presbiterato e del diaconato:
  • il magistero della Chiesa, affidato al Papa e ai Vescovi in comunione con lui, inteso come responsabilità e autorità esercitata in nome di Cristo per l'insegnamento e la salvaguardia della fede;
  • la Vergine Maria, Madre di Dio e icona della Chiesa, Madre spirituale che intercede per i discepoli di Cristo e per tutta l'umanità;
  • la comprensione di ciò che è la Chiesa;
  • la natura del primato del Vescovo di Roma e l'esercizio di tale primato.(68)

 

i)    Questioni specificamente ecumeniche (69)

La portata di tali questioni e, di conseguenza, il modo secondo il quale esse debbono essere trattate, può variare da luogo a luogo. Ma una particolare attenzione sarà attribuita ai principî e alle norme della Chiesa cattolica e agli aspetti di dette norme e principî che si discostano da quelli delle altre Chiese, ad esempio per quanto riguarda:

  • il reciproco riconoscimento del battesimo; (70)
  • la condivisione del culto; (71)
  • la condivisione della vita sacramentale; (72)
  • i matrimoni misti; (73)
  • il ministero e la funzione della donna nella Chiesa; (74)
  • la funzione dei laici. (75)

 

j)    Ecumenismo e missione (76)

Si dovrà minuziosamente esaminare il legame profondo che esiste tra ecumenismo e attività missionaria della Chiesa:

  • l'unità dei cristiani e la natura missionaria della Chiesa: « che essi siano uno... affinché il mondo creda »; (77)
  • le divisioni tra i cristiani quale grave ostacolo alla predicazione del Vangelo; (78)
  • il battesimo e la fede comune, basi della collaborazione ecumenica nella missione; (79)
  • l'attività missionaria non ha per oggetto gli altri cristiani. (80)

 

k)   Le sfide che l'ecumenismo deve raccogliere oggi

  • La dimensione ecumenica dei problemi etici e i recenti progressi della scienza; (81)
  • l'inculturazione della fede;
  • il proselitismo; (82)
  • la sfida teologica e pastorale posta dalle sette, dai culti e dai nuovi movimenti religiosi; (83)
  • la contaminazione della fede da parte della politica nel nazionalismo e nello sciovinismo;
  • la secolarizzazione nelle Chiese.

 

C. Considerazioni sui testi e i manuali

[27] Per l'insegnamento dell'ecumenismo si utilizzeranno i principali documenti dell'ecumenismo cattolico già citati in questo documento; ci si servirà anche di libri e testi delle altre chiese che espongano fedelmente il loro insegnamento. Tale modo di procedere non soltanto potrà « consentire un confronto onesto e oggettivo, ma anche stimolare un ulteriore approfondimento della dottrina cattolica ». (84) La scelta dei testi dovrà riferirsi alle Chiese che costituiranno più direttamente l'argomento di un dato corso. A questo riguardo, le fonti che indichiamo di seguito sono da considerarsi indispensabili:

  • i dizionari ecumenici, le concordanze e gli studi tematici comparati;
  • i principali testi confessionali storici e contemporanei;
  • i documenti, i rapporti e le dichiarazioni d'accordo dei dialoghi ecumenici, a livello bilaterale e multilaterale;
  • i manuali di storia del movimento ecumenico.

In nota sono indicati alcuni riferimenti bibliografici. (85)

 

D. Altre raccomandazioni

[28] Ogni autentica formazione ecumenica non può situarsi al solo livello accademico; essa deve comportare anche una esperienza ecumenica concreta. (86) Per tale esigenza, si suggerisce:

  • d'organizzare delle visite ai luoghi di culto di altre tradizioni cristiane e di assistere alle loro liturgie;
  • di realizzare degli incontri e degli scambi con studenti di altre Chiese e Comunità ecclesiali che si preparano ad assumere un ministero pastorale;
  • di ricercare delle occasioni di preghiera in comune con altri cristiani, specialmente in occasione della « Settimana di Preghiera per l'unità dei cristiani », ma anche al di fuori di essa;
  • di organizzare delle giornate di studio e di discussione che potranno contribuire a conoscere la dottrina e la vita degli altri cristiani;
  • di invitare, in alcune circostanze, conferenzieri ed esperti competenti di altre tradizioni cristiane. (87)

[29] Alcune questioni di ordine pastorale e pratico non possono assolutamente essere escluse dalla formazione ecumenica, specialmente da quella dei seminaristi. Se i corsi direttamente consacrati all'ecumenismo non potessero trattare tali questioni in modo sufficiente, si dovrebbero adottare disposizioni particolari, — soprattutto per i candidati che riceveranno l'ordinazione —, in modo che esse siano affrontate durante la preparazione al diaconato. Gli argomenti ai quali si fa riferimento sono più precisamente i seguenti:

  • le direttive pratiche da impartire al riguardo del reciproco riconoscimento del battesimo, del culto ecumenico, dell'ospitalità sacramentale, della preparazione, la celebrazione e l'assistenza pastorale dei matrimoni misti, della celebrazione delle esequie, dei problemi posti dall'attività delle sette e dei nuovi movimenti religiosi;
  • la conoscenza delle direttive e degli orientamenti ecumenici esistenti: dei canoni più pertinentemente riferibili alla materia ecumenica dei Codici di Diritto Canonico, le direttive del Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani, in particolare il Direttorio per l'applicazione dei principî e delle norme sull'ecumenismo (1993), le direttive emanate dalle Conferenze episcopali o dai Sinodi delle Chiese orientali cattoliche, e dai vescovi diocesani;
  • le informazioni sulle organizzazioni ecumeniche a livello locale, regionale o nazionale come, ad esempio, le Commissioni ecumeniche diocesane, i Consigli di Chiese, nonché le informazioni che si riferiscono ai dialoghi ecumenici a livello regionale o nazionale.

[30] Le raccomandazioni di cui sopra riguardano principalmente la formazione di coloro che si preparano a svolgere un ministero pastorale. Il Direttorio contiene anche importanti raccomandazioni relative alla formazione permanente dei ministri ordinati e degli operatori pastorali. Tale formazione permanente è da considerarsi una esigenza vitale in vista di una costante evoluzione del movimento ecumenico. (88)

 

 

NOTE

(1) Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani,Direttorio per l'applicazione dei principi e delle norme sull'ecumenismo, Città del Vaticano, Tipografia Vaticana, 1993, $[citato Direttorio$

(2) Cfr. Direttorio, §§ 55 e 72.

(3) Conc. Vat. II, Decreto sull'ecumenismo Unitatis redintegratio $[UR$

(4) Direttorio, § 55.

(5) Lettera Enciclica Ut unum sint di Papa Giovanni Paolo II sull'impegno ecumenico $[UUS$

(6) Direttorio, § 58.

(7) Cfr. ibid., §§ 59-64.

(8) Cfr. ibid., §§ 65-69.

(9) Cfr. ibid., § 68.

(10) Cfr. ibid., § 83.

(11) Giovanni Paolo II, Discorso all'Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani [1 febbraio 1991], Service d'information [SI], n. 78, 1991/III-IV, p.146. Il Service d'information - Information Service, Bollettino ufficiale del Pontificio Consiglio per la promozione dei cristiani, è pubblicato in francese ed in inglese. I rinvii a tale Bollettino nel presente documento si riferiscono all'edizione francese.

(12) UR 24.

(13) Direttorio, § 56.

(14) Cfr. ibid., § 82.

(15) Ibid., § 70.

(16) Cfr. ibid., §§ 79-81; cfr. infra, Capitolo II.

(17) Cfr. ibid., §§ 72-78, 83-84.

(18) Cfr. ibid., § 72.

(19) Cfr. UR 11, 24, UUS 36 e Direttorio, § 180.

(20) Cfr. Direttorio, §§ 74, 75, 78, 181-182.

(21) Cfr. ibid., § 181; vedi anche §§ 74, 76a e UUS 38 e 81.

(22) Cfr. UUS 38, Direttorio, § 74 e UR 17.

(23) Cfr. UR 11.

(24) Cfr. Segretariato per la promozione dell'unità dei cristiani (poi Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani), Riflessioni e Suggerimenti sul Dialogo Ecumenico, Documento di lavoro a disposizione delle autorità ecclesiali per la concreta applicazione del decreto sull'ecumenismo, SI, n. 12, 1970IV, pp. 5-11; cfr. anche Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione Mysterium ecclesiae circa la dottrina cattolica sulla Chiesa contro alcuni errori odierni, 1973, 4; cfr. inoltre Direttorio, § 75 e UUS 37.

(25) E.g. Gruppo misto di lavoro tra la Chiesa cattolica e il Consiglio ecumenico delle Chiese [GML], Sesto Rapporto e Appendice B: La nozione di «gerarchia delle verità» - Una interpretazione ecumenica, SI, n. 74, 1990/III, pp. 63 e 86-91.

(26) Cfr. Direttorio, §§ 178-182.

(27) Ibid., § 182.

(28) UUS 80; vedi anche 36-39, 80-81, e Capitolo II passim.

(29) Cfr. Direttorio, §§ 77-78.

(30) Cfr. ibid., §§ 76-78, 179-182.

(31) Cfr. UR 14, 22-23; cfr. anche Direttorio, § 76a e UUS 47-49.

(32) Direttorio, § 76b.

(33) Cfr. ibid., §§ 16 e 76b.

(34) Cfr. ibid., §76c e UUS 36-39.

(35) Cfr. Direttorio, §§ 172 e 178-182.

(36) Cfr. UUS 81.

(37) Cfr. Direttorio, § 76.

(38) Cfr. ibid., §§ 81, 191-195; vedi anche § 91a.

(39) Cfr. ibid., § 72.

(40) Cfr. ibid., §§ 72, 79-80, 83-84.

(41) Cfr. ibid., § 79.

(42) Cfr. ibid., §§ 82, 85-86.

(43) Cfr. ibid., § 80.

(44) Cfr. ibid., § 79.

(45) Cfr. ibid., § 80a.

(46) Cfr. UR 1 e UUS Capitolo 1, in particolare 1-14.

(47) Cfr. Direttorio, §§ 80b e 79.

(48) Cfr. i riferimenti biblici menzionati in Conc. Vat. II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium [LG] 1-4, UR 2 e in UUS 5-9. Si vedano anche i Dizionari biblici di base.

(49) Cfr. Direttorio, § 79a.

(50) Cfr. UR 1 e 4 e UUS 1-14.

(51) Cfr. Direttorio, §§ 13-16, e Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica su alcuni aspetti della Chiesa intesa come comunione, 1992.

(52) Cfr. Direttorio, § 79b; vedi anche §§ 9-25 e 76.

(53) Cfr. LG 15 e UR 13-23; e inoltre UUS 10-14.

(54) Cfr. Direttorio, § 79c.

(55) Cfr. ibid., § 79d.

(56) Cfr. UR 2-4 e LG 14; cfr. anche Il Catechismo della Chiesa cattolica, § 815 e UUS 9, 77.

(57) Ad esempio la settima Assemblea del Consiglio ecumenico delle Chiese nella sua Dichiarazione di Camberra, § 2.1 (cfr. Signes de l'Esprit, Rapporto ufficiale della settima Assemblea, Ginevra, CEC, 1991).

(58) UR 8; cfr. Direttorio, § 79g e anche UUS 21-27, 44-45 e 82-85.

(59) Cfr. UR 6-7 e UUS 15 e 82-83.

(60) Cfr. UUS 21-27 e Direttorio, Capitolo III, Sezione B, specialmente §§ 102-121.

(61) Cfr. Direttorio, §§ 183-186 e UUS 45.

(62) Cfr. Direttorio, § 187 e UUS 46.

(63) Cfr. Direttorio, §§ 188-190.

(64) Cfr. UUS 83-85.

(65) Cfr. Direttorio, § 50.

(66) Cfr. ibid., § 79e.

(67) Cfr. UUS 79.

(68) Per quest'ultimo argomento, cfr. ibid. 95-96.

(69) Cfr. Direttorio, § 79f; vedi anche Capitolo IV.

(70) Cfr. ibid., §§ 92-100.

(71) Cfr. ibid., §§ 102-121.

(72) Cfr. ibid., §§ 104, 122-136.

(73) Cfr. ibid., §§ 143-160.

(74) Cfr. ad esempio, ibid., §§ 43, 46; Lettera Apostolica Mulieris dignitatem di Papa Giovanni Paolo II sulla dignità e la vocazione della donna in occasione dell'Anno Mariano, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1988; Lettera Apostolica Ordinatio sacerdotalis di Papa Giovanni Paolo II sull'ordinazione esclusivamente riservata agli uomini, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1994.

(75) Cfr. Conc. Vat. II, Decreto sull'Apostolato dei Laici, Apostolicam actuositatem; cfr. anche Esortazione Apostolica postsinodale Christifideles laici di Papa Giovanni Paolo II sulla vocazione e sulla missione dei laici nella Chiesa e nel mondo, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1988.

(76) Cfr. Direttorio, §§ 205-209 e UUS 98-99.

(77) Jn 17, 21; cfr. Conc. Vat. II, Decreto sull'Attività missionaria della Chiesa Ad gentes [AG] 2, 6; cfr. anche Lettera Enciclica Redemptoris missio di Papa Giovanni Paolo II sulla validità permanente del mandato missionario della Chiesa [RM], Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1990, 1, e UUS 98.

(78) Cfr. UR 1 e AG 6; cfr. anche Esortazione ApostolicaEvangelii nuntiandi di Papa Paolo VI sull'evangelizzazione nel mondo contemporaneo [EN], Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1975, 77; cf. inoltre RM 50, Direttorio, §§ 206-209 et UUS 99.

(79) Cfr. AG 15, EN 77, Direttorio, §§ 206-209 et UUS 99.

(80) Cfr. AG 13 e UR 4; cfr. anche la bibliografia fornita sull'argomento del « proselitismo » nella nota 82.

(81) Cfr. GML, Il dialogo ecumenico sulle questioni morali: potenziali fonti di testimonianza comune o di divisioneSI, n. 91, 1996I-II, pp. 87-94.

(82) Per le dichiarazioni sul proselitismo rinviamo a: Conc. Vat. II, Dichiarazione sulla libertà religiosa, Dignitatis humanae, 4; Papa Paolo VI e il Patriarca Shenouda III, Dichiarazione comune [10 maggio 1973], ristampa in SI, n. 76, 1991/I, pp. 9-10; Principî per la guida della ricerca dell'unità tra la Chiesa cattolica e la Chiesa copta ortodossa, nonchè Protocollo annesso ai Principî [23 giugno 1979], ibid., 1991/I, pp. 31-33; Giovanni Paolo II, Lettera ai vescovi del continente europeo circa i rapporti tra cattolici e ortodossi nella nuova situazione dell'Europa Centrale e Orientale, SI, n. 81, 1992/III-IV, pp. 101-104; Pontificia Commissione «Pro Russia», Principî generali e norme pratiche per l'azione evangelizzatrice e l'impegno ecumenico della Chiesa cattolica in Russia e negli altri paesi della C.I.S., ibid., pp. 104-108; cfr. anche: LE CONVERSAZIONI INTERNAZIONALI BATTISTE/CATTOLICHE, 1984-1988, Rapporto sulle conversazioni internazionali battiste/cattoliche, Chiamati a rendere testimonianza in Cristo nel mondo attualeSI, n. 72, 1990/I, pp. 5-14, in particolare 9-11; IL DIALOGO EVANGELICO/CATTOLICO SULLA MISSIONE, 1977-1984, Rapporto, SI, n. 60, 1986/I-II, pp. 78-107, in particolare p. 105; COMMISSIONE MISTA INTERNAZIONALE PER IL DIALOGO TEOLOGICO TRA LA CHIESA CATTOLICA E LA CHIESA ORTODOSSA, Uniatismo, metodo di unione del passato, e l'attuale ricerca della piena comunioneSI, n. 83, 1993/II, pp. 100-103; GML, Testimonianza comune e proselitismo (Appendice al Terzo Rapporto), SI, n. 14, 1971/II, pp. 19-24; GML, Testimonianza comuneSI, n. 44, 1980/III-IV, pp. 155-178; GML, La sfida del proselitismo e l'appello alla testimonianza comuneSI, n. 91, 1996/I-II, pp. 80-86; cfr. anche Direttorio, § 23.

(83) Le Conferenze Episcopali e i Sinodi delle Chiese orientali cattoliche dovrebbero fare sì che l'insegnamento su questi argomenti venga impartito in maniera estremamente chiara, in modo particolare in quelle regioni in cui la sfida delle sette e dei nuovi movimenti religiosi si avverte più fortemente. Poiché la Chiesa cattolica distingue questi ultimi dalle Chiese o Comunità Ecclesiali, essi non sono stati specificatamente trattati nel Direttorio (cfr. §§ 35-36). Cfr. anche Segretariato per [la promozione de] l'unità dei cristiani, segretariato per i non cristiani, segretariato per i non credenti, Pontificio Consiglio per la Cultura, Il fenomeno delle sette o nuovi movimenti religiosi: sfida pastorale, SI, n. 61, 1986/III, pp. 158-169; e Ramon Marcía Allatore ... (collettivo), Sette e nuovi movimenti religiosi. Una antologia dei testi della Chiesa cattolica 1986-1994, ed.Téqui, Parigi, 1996 (opera disponibile anche in altre lingue).

(84) Direttorio, § 80c.

(85) - I DIZIONARI ECUMENICI, LE CONCORDANZE E GLI STUDI TEMATICI COMPARATI. Per esempio: Y. Congar... (collettivo), Vocabulaire œcuménique, Parigi, Cerf, 1970; H. Krüger... (collettivo), Ökumenelexikon, Frankfurt, LembeckKnecht, 1986, 2a ed.; N. Lossky... (collettivo), Dictionary of the Ecumenical Movement, GinevraGrand RapidsLondra: CECWm. EerdmansCCBI, 1991; Vocabulaire théologique orthodoxe, Paris, Cerf, 1985.

- I PRINCIPALI TESTI CONFESSIONALI STORICI E CONTEMPORANEI come: The Book of Common Prayer I Trentanove Articoli; gli Scritti confessionali della Chiesa evangelica luterana; il Catechismo di Heidelberg; la Confessio HelveticaEvangelischer Erwachsenen-Katechismus (EKD); gli Scritti confessionali e i catechismi delle Chiese ortodosse (per es. Dieu est vivant, Parigi, Cerf, 1987).

- I DOCUMENTI, I RAPPORTI E LE DICHIARAZIONI D'ACCORDO DEI DIALOGHI ECUMENICI A LIVELLO BILATERALE E MULTILATERALE. I riferimenti bibliografici dei dialoghi bilaterali nei quali è impegnata la Chiesa cattolica vengono di tanto in tanto pubblicati nel già citato Bollettino del Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani, per es. in SI, n. 82, 1993I, pp. 41-48; SI, n. 89, 1995II-III, pp. 97-99. Vari documenti e dichiarazioni sono state pubblicate in diverse lingue.

- I MANUALI DI STORIA DEL MOVIMENTO ECUMENICO, per es. R. Rouse & S. C. Neill (ed.), History of the Ecumenical Movement, 1517-1948, Ginevra, CEC, 1986, 3a ed.; H. E. Fey (ed.), The Ecumenical Advance - A History of the Ecumenical Movement, 1948-1968, Ginevra, CEC, 1986, 2a ed.; J. E. Desseaux, 20 Siècles d'histoire œcuménique, Parigi, Cerf, 1983.

(86) Cfr. Direttorio, §§ 82, 85-86.

(87) Cfr. ibid., §§ 81, 191-203. La realizzazione concreta di tali incontri dipenderà naturalmente da ciascun contesto locale, dalle possibilità di ogni Chiesa e dalla presenza di persone qualificate.

(88) Cfr. ibid., § 91.