Vespri a conclusione della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani

27 gen 2025

Sabato 25 gennaio 2025, Papa Francesco ha concluso la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani presiedendo i Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. Alla celebrazione erano presenti rappresentanti di numerose Chiese e comunità cristiane. Tra loro, il Metropolita Policarpo, Arcivescovo d'Italia in rappresentanza del Patriarcato Ecumenico, e l'Arcivescovo Ian Ernest, rappresentante della Comunione Anglicana, hanno accompagnato il Santo Padre in un momento di preghiera presso la tomba di San Paolo prima della liturgia, unendosi nuovamente a lui per impartire la benedizione al termine dei Vespri. Tra i gruppi presenti c'erano gli studenti sostenuti dal Comitato per la Collaborazione Culturale con le Chiese ortodosse e ortodosse orientali, e gli studenti dell'Istituto ecumenico del Consiglio ecumenico delle chiese di Bossey, in Svizzera.

Le riflessioni e le preghiere per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani vengono pubblicate ogni anno congiuntamente dal Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e dalla Commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese. Per il 2025, in occasione del 1700° anniversario del Primo Concilio di Nicea, la preparazione dei testi è stata affidata ai fratelli e alle sorelle della Comunità di Bose, in Italia. Tenendo presente questo anniversario, il tema scelto dalla Comunità di Bose per il 2025 è stato quello tratto dal dialogo contenuto nel Vangelo di San Giovanni tra Gesù e Marta dopo la morte di Lazzaro (Gv 11,26): “Credi tu questo?

Nell'omelia, Papa Francesco ha riflettuto sull'incontro tra Gesù e Marta, collegandolo al Giubileo della Speranza in corso, sottolineando che «ci insegna che anche nei momenti di desolazione non siamo soli e possiamo continuare a sperare». Questo messaggio si applica sia alla vita personale che alle relazioni ecumeniche. “A volte siamo sopraffatti dalla fatica, siamo scoraggiati per i risultati del nostro impegno, ci sembra che anche il dialogo e la collaborazione tra di noi siano senza speranza, quasi destinati alla morte e, tutto ciò, ci fa sperimentare la stessa angoscia di Marta; ma il Signore viene. Crediamo noi questo? Crediamo che Lui è risurrezione e vita? Che raccoglie le nostre fatiche e sempre ci dona la grazia di riprendere insieme il cammino?  Crediamo questo?”

Riferendosi all'anniversario del Concilio di Nicea, il Santo Padre ha affermato che non deve essere solo una rievocazione storica, ma anche un'occasione per testimoniare la crescente comunione tra i cristiani e per perseverare nel cammino verso l'unità. “Quest’anno, la Pasqua sarà celebrata nello stesso giorno nei calendari gregoriano e giuliano, proprio durante questo anniversario ecumenico. Rinnovo il mio appello affinché questa coincidenza serva da richiamo a tutti i cristiani a compiere un passo decisivo verso l’unità, intorno a una data comune, una data per la Pasqua”.

 

 

 

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