Colloquio telematico fra Papa Francesco e il Patriarca Kirill

17 mar 2022


Mercoledì 16 marzo nel primo pomeriggio si è svolto un colloquio telematico fra il Santo Padre e Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Russia.

All’incontro hanno preso parte anche il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, e il Metropolita Hilarion di Volokolamsk, Presidente del Dipartimento delle Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha affermato quanto segue:

“Il colloquio ha avuto al suo centro la guerra in Ucraina e il ruolo dei cristiani e dei loro pastori nel fare di tutto perché prevalga la pace.
Papa Francesco ha ringraziato il Patriarca per questo incontro, motivato dalla volontà di indicare, come pastori del loro popolo, una strada per la pace, di pregare per il dono della pace, perché cessi il fuoco. "La Chiesa – il Papa ha convenuto con il Patriarca - non deve usare la lingua della politica, ma il linguaggio di Gesù". "Siamo pastori dello stesso Santo Popolo che crede in Dio, nella Santissima Trinità, nella Santa Madre di Dio: per questo dobbiamo unirci nello sforzo di aiutare la pace, di aiutare chi soffre, di cercare vie di pace, per fermare il fuoco". Entrambi hanno sottolineato l'eccezionale importanza del processo negoziale in corso perché, ha detto il Papa: "Chi paga il conto della guerra è la gente, sono i soldati russi ed è la gente che viene bombardata e muore”.
"Come pastori – ha continuato il Papa - abbiamo il dovere di stare vicino e aiutare tutte le persone che soffrono per la guerra. Un tempo si parlava anche nelle nostre Chiese di guerra santa o di guerra giusta. Oggi non si può parlare così. Si è sviluppata la coscienza cristiana dell’importanza della pace”. E, convenendo con il Patriarca quanto “Le Chiese sono chiamate a contribuire a rafforzare la pace e la giustizia” Papa Francesco concludeva: "Le guerre sono sempre ingiuste. Perché chi paga è il popolo di Dio. I nostri cuori non possono non piangere di fronte ai bambini, alle donne uccise, a tutte le vittime della guerra. La guerra non è mai la strada. Lo Spirito che ci unisce ci chiede come pastori di aiutare i popoli che soffrono per la guerra”.

 

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