Delegazione del Patriarcato ecumenico a Roma per la festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo

1 lug 2022


Nel quadro del tradizionale scambio di delegazioni per le rispettive feste dei Santi Patroni, il 29 giugno a Roma per la celebrazione dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e il 30 novembre a Istanbul per la celebrazione di Sant’Andrea apostolo, una delegazione del Patriarcato ecumenico ha fatto visita a Roma dal 28 al 30 giugno 2022.  

La Delegazione era guidata dall’Arcivescovo di Telmessos Job, rappresentante del Patriarcato ecumenico presso il Consiglio Ecumenico delle Chiese e copresidente della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa. L’Arcivescovo Job era accompagnato dal Vescovo di Alicarnassos Adrianos e dal Diacono patriarcale Barnabas Grigoriadis.

Mercoledì 29 giugno, la Delegazione del Patriarcato ha assistito alla solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal Santo Padre e avuto delle conversazioni con il Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

Giovedì 30 giugno, la delegazione del Patriarcato è stata ricevuta in udienza da Papa Francesco.

In questa circostanza, l’Arcivescovo Job ha letto una lettera di Sua Santità il Patriarca ecumenico Bartolomeo, nella quale, facendo riferimento all’attualità internazionale, affermava che “Dall'esperienza delle nostre reciproche relazioni fraterne, sappiamo quanto l'incontro e il dialogo siano di capitale importanza per superare gli sfortunati conflitti del passato”.

Nel suo discorso, il Santo Padre, riflettendo sull’espressione “Chiese sorelle, popoli fratelli” del Patriarca ecumenico Athenagoras, ha affermato: “la ricerca dell’unità dei cristiani non è dunque solo una questione interna alle Chiese. È una condizione imprescindibile per la realizzazione di un’autentica fraternità universale, che si manifesta nella giustizia e nella solidarietà verso tutti”.

Riferendosi alla recente riunione del Comitato di coordinamento della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, ha auspicato che “il dialogo teologico progredisca promuovendo una mentalità nuova che, conscia degli errori del passato, porti a guardare sempre più insieme al presente e al futuro, senza lasciarci intrappolare nei pregiudizi di altre epoche”.  

 

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