Papa Francesco riceve una Delegazione della "Organization of African Instituted Churches"

23 giugno 2018

23 giu 2018
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2018 06 23 - Visita Organization of African Instituted Churches

Una delegazione della "Organization of African Instituted Churches" (OAIC) si è recata in Vaticano, sabato 23 giugno, per incontrare Papa Francesco. Si è trattato della prima visita di questa organizzazione, il cui desiderio è allacciare più stretti legami con la Chiesa cattolica. L'OAIC, la cui istituzione è relativamente recente, riunisce le African Independent Churches (AIC), offrendo loro un forum dove condividere preoccupazioni e speranze ed individuare risposte efficaci per venire incontro alle necessità dei loro membri e delle loro comunità.

© Servizio Fotografico - Vatican Media

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
ALLA DELEGAZIONE DELLA "ORGANIZATION OF 
AFRICAN INSTITUTED CHURCHES"

Sabato, 23 giugno 2018

 

 

Cari amici,

vi saluto cordialmente nella pace di Cristo! Sono lieto di incontrare per la prima volta una rappresentanza della Organization of African Instituted Churches. Vi ringrazio per la vostra visita e per la vostra disponibilità a ricercare legami più stretti con la Chiesa Cattolica.

Le vostre Comunità, nella loro storia relativamente breve, sono state segnate dalla lotta per l’indipendenza sostenuta dal continente africano e dai successivi sforzi di creare società caratterizzate dalla giustizia e dalla pace, in grado di difendere la dignità della grande varietà dei popoli africani. Purtroppo, la promessa di progresso e di giustizia contenuta in tale processo di affrancamento non sempre è stata mantenuta e molti Paesi sono ancora lontani dalla pace e da uno sviluppo economico, sociale e politico che abbracci tutti i settori e offra condizioni di vita e adeguate opportunità a tutti i cittadini. Voi conoscete bene le sfide che l’Africa nel suo insieme affronta, come pure quelle che incontrano le diverse Chiese nella loro missione di evangelizzazione, di riconciliazione e di aiuto umanitario. In particolare, siete consapevoli dell’enorme sfida di offrire stabilità, istruzione e opportunità di lavoro ai giovani, che formano una parte così ampia delle società africane.

L’Africa di oggi è stata paragonata a quell’uomo che scendeva da Gerusalemme a Gerico e che cadde nelle mani dei briganti, che lo spogliarono, lo percossero e se ne andarono lasciandolo mezzo morto (cfr Lc 10,30-37). La domanda fondamentale alla quale dobbiamo rispondere è: in che senso il messaggio cristiano è una buona notizia per i popoli dell’Africa? Contro la disperazione dei poveri, la frustrazione dei giovani, il grido di dolore degli anziani e dei sofferenti, il Vangelo di Gesù Cristo, trasmesso e vissuto, si traduce in esperienze di speranza, pace, gioia, armonia, amore e unità.

Se siamo davvero convinti che i problemi dell’Africa potranno essere più facilmente risolti ricorrendo alle risorse umane, culturali e materiali del continente, allora è chiaro che il nostro compito cristiano è quello di accompagnare ogni sforzo per favorire un uso sapiente ed etico di tali risorse. In particolare, è improrogabile l’impegno comune nel promuovere i processi di pace nelle varie aree di conflitto. Vi è urgente necessità di forme concrete di solidarietà verso chi è nel bisogno, ed è compito dei responsabili delle Chiese aiutare le persone a raccogliere le proprie energie per porle al servizio del bene comune e, nello stesso tempo, difendere la loro dignità, la loro libertà, i loro diritti. C’è più che mai bisogno che tutti i cristiani imparino a lavorare insieme per il bene comune. Sebbene esistano rilevanti differenze tra di noi su questioni di natura teologica ed ecclesiologica, vi sono anche tante aree in cui i leader e i fedeli delle varie comunità della famiglia cristiana possono stabilire obiettivi comuni e lavorare per il bene di tutti, specialmente per il bene dei nostri fratelli e sorelle più svantaggiati e più deboli.

I popoli dell’Africa possiedono un profondo senso religioso, il senso dell’esistenza di un Dio creatore e di un mondo spirituale. La famiglia, l’amore per la vita, i figli visti come dono di Dio, il rispetto delle persone anziane, i doveri verso i vicini e i lontani… Questi valori religiosi e questi principi di vita, non appartengono forse a tutti noi cristiani? Possiamo dunque, a partire da essi, esprimere la nostra solidarietà nelle relazioni interpersonali e sociali.

Un particolare compito dei cristiani nelle società africane è quello di promuovere la coesistenza di gruppi etnici, di tradizioni, di lingue e anche di religioni diverse, un compito che incontra spesso ostacoli dovuti a gravi ostilità reciproche. Anche per questo motivo, vorrei incoraggiare un più intenso incontro e dialogo ecumenico tra noi, e con tutte le altre Chiese. Che lo Spirito Santo ci illumini affinché riusciamo a trovare il modo di promuovere la collaborazione tra tutti – cristiani, religioni tradizionali, musulmani – per un futuro migliore per l’Africa.

Cari amici, vi ringrazio nuovamente per la vostra visita. Mi auguro che questi giorni trascorsi a Roma, la città del martirio degli Apostoli Pietro e Paolo, contribuiscano a rendervi certi della ferma volontà della Chiesa Cattolica di fare il possibile, insieme ai suoi partner ecumenici, per promuovere il Regno di giustizia, di pace e di fraternità che Dio vuole per l’intera umanità. Egli rivolga il suo sguardo di amore su di voi, sulle vostre famiglie e sulle vostre nazioni. E vi chiedo per favore di pregare per me, che ne ho tanto bisogno. Grazie!