GIORNATA DELL'AMICIZIA TRA COPTI E CATTOLICI
10 MAGGIO 2023
MESSAGGIO DI PAPA TAWADROS
In occasione del decimo anniversario dalla visita di Sua Santità Papa Tawadros II al Vaticano
Piazza San Pietro – Vaticano
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, Amen!
Amato Fratello, Sua Santità Papa Francesco,
Eminenze, Reverendissimi Padri, Signore e Signori,
Desidero trasmetterLe le mie felicitazioni, a nome anche dei membri del Santo Sinodo e di tutti gli organismi della Chiesa Copto-ortodossa in Egitto e all’estero, e mi congratulo con Lei nel 10° anniversario della Sua divina elezione a Papa e Vescovo di Roma. Apprezzo tutto ciò che Lei ha fatto in questo periodo di servizio al mondo intero in tutti i campi, e prego affinché Cristo La conservi in piena salute e Le conceda la benedizione di una lunga vita. Cristo è risorto, è veramente risorto!
Ora guardo questo luogo e torno con la memoria a dieci anni fa, in questa stessa data, e ricordo il Suo carissimo affetto nell’accogliermi insieme alla delegazione della Chiesa Copta durante la mia prima visita, e come abbiamo trascorso insieme a Lei un tempo santo e pieno di amore fraterno con il quale ci ha colmati.
Questo amore è diventato un segno e un motto che celebriamo ogni anno nella “'Giornata dell’amore fraterno”. Parliamo e ci scriviamo per rinnovarlo ogni anno, ed è un giorno che incarna lo spirito cristiano e l’amore che ci accomuna nel servire Dio e nel servire i nostri fratelli e sorelle in umanità, affinché possiamo realizzare in noi ciò che disse Giovanni l’amato: «Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio» (1 Gv 4,7).
Abbiamo scelto l’amore, anche se andiamo controcorrente rispetto al mondo avido ed egoista; abbiamo accettato la sfida dell’amore che Cristo ci chiede e saremo veri cristiani e il mondo diverrà più umano, perché tutto il mondo saprà che Dio è amore e che questo è il suo nome più alto.
Santo Padre!
Questa data coincide anche con il 50° anniversario dalla visita di Sua Santità Papa Shenouda III a Sua Santità Papa Paolo VI, e questo la rende ancora più importante e influente per i rapporti tra le nostre Chiese.
Non dimentico di ringraziarLa con tanta gioia per la Sua preziosa visita in Egitto nel 2017, che fu una grandissima benedizione per tutto l’Egitto quando disse: «Non siamo soli in questo entusiasmante cammino che, come nella vita, non è sempre facile e chiaro. Attraverso di esso Dio ci spinge ad andare avanti, ci spinge l’amore per essere d’ora in poi un’immagine vivente della Gerusalemme celeste».
Camminiamo insieme sulla via della vita, tenendo presente che «questa e la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna» (1 Gv 2,25), accompagnandoci e sostenendoci con le preghiere secondo questa promessa. Nonostante le differenze delle nostre radici e appartenenze, ci accomuna l’amore di Cristo che abita in noi e la schiera dei nostri padri apostoli e dei santi ci circonda e ci guida.
Siamo giunti a voi, in questa mattina benedetta, dalla Terra in cui predicò Marco apostolo, e la sua Cattedra fu stabilita ad Alessandria per essere una delle sedi apostoliche più antiche nel mondo, la terra d’Egitto. La storia e la civiltà dicono di essa di appartenere alla natura: suo padre è la storia e sua madre la geografia.
Sono venuto a voi dalla Chiesa copta fondata anticamente da una profezia nel libro del profeta Isaia: “In quel giorno ci sarà un altare nella terra d’Egitto e una stele al suo confine”. Fu santificata con la visita della Sacra Famiglia, che benedisse la terra da oriente a occidente, da nord a sud.
L’Egitto da cui si diffuse e si affermò il monachesimo cristiano con i suoi santi Antonio, Macario e Pacomio, ispirando la scuola di Alessandria, faro della teologia nella storia, che era ed è tuttora luogo sacro per la preghiera davanti a Dio. E crediamo che sia conservata non solo nelle mani di Dio ma anche nel suo cuore.
Mi trovo qui in piedi nel luogo dove predicarono Paolo e Pietro apostoli e mi rallegro di incontrarmi con voi in questa magnifica piazza; contemplo queste colonne che sostengono questo luogo ricordando la promessa di Dio agli angeli di Filadelfia: «Il vincitore lo porrò come una colonna nel tempio del mio Dio e non ne uscirà mai più» (Ap 3,12). Chiedo a tutti voi di tener fede a questa promessa, per vincere il male del mondo, con tutte le sue debolezze come ci hanno insegnato i nostri padri, ed essere all’altezza della responsabilità che abbiamo, e vivere come dolce profumo di Cristo in questo mondo e riunirci per la Sua pace.
In questo mondo camminiamo come camminò Lui, cantiamo con Davide nel suo salmo: «Tieni saldi i miei passi sulle tue vie e i miei piedi non vacilleranno» (17,5), e invochiamo per tutto il mondo una pace che trascenda ogni mente, pregando perché arrivi in ogni dove e perché sia la priorità dei capi e dei popoli.
Prego con Lei quest’oggi affinché Dio possa ascoltare le nostre preghiere.
Grazie a tutti!
TAWADROS II
Chiesa Copta Ortodossa