2018 SINODO DEI VESCOVI SUI GIOVANI

 

INTERVENTO DI SUA ECCELLENZA ATANASIO DI BOGDANIA
Vescovo vicario della Diocesi ortodossa romena d'Italia

 

I giovani, la fede e il discernimento vocazionale

Santità ed Eminentissimi, Eccellentissimi e Reverendissimi fratelli in Cristo, nel porgervi il mio saluto ed il saluto di tutta la Chiesa Ortodossa Romena, esprimo un sentito ringraziamento a Vostra Santità, per averci invitati ai lavori dell’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, il cui tema ha una importanza straordinaria anche per la nostra Chiesa: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale.

In qualità di vescovi e successori degli Apostoli ci rendiamo conto che il deposito della fede ricevuto rappresenta non solo la ricchezza della nostra vita spirituale ma esso deve essere trasmesso alle generazioni future. Educare i giovani a riconoscere i misteri della fede per accogliere ciò che in essi è nascosto e rivelato, cioè il Dio Uno e Trino, è il cardine del nostro apostolato.  È premura, dunque, del Magistero (Vescovi, Presbiteri e tutti coloro chiamati ad un carisma di vita spirituale) non solo orientare i nostri giovani, come tutto il popolo dei battezzati, sulle verità della fede, ma favorire in tutti i modi un rapporto personale con Cristo, con la divinità, ciò che sin dall’inizio della vita della Chiesa è chiamata “Esperienza di Dio”. Orientare ed iniziare i nostri giovani a camminare con Cristo, cioè a diventare amici, compagni del Maestro, poiché Egli stesso ha detto non vi chiamo più servi….ma vi ho chiamati amici (Giovanni 15, 15-16), affinché, proprio come i discepoli di Emmaus (Luca 24:13-53) che, pur non riconoscendolo subito, camminano con Lui, ne ascoltano la voce per riconoscerlo poi allo spezzar del pane, per trovare il coraggio di testimoniare il grande mistero della salvezza ai fratelli e al mondo intero. Dobbiamo incoraggiare i nostri figli spirituali a dire: Rimani con noi, Signore, incamminarli nella via maestra della preghiera, della ascesi attraverso, innanzitutto, una profonda e attiva partecipazione alla vita liturgica. Potrebbe accadere che, accostandosi al Signore, incentrando l’attenzione sull’aspetto solo esteriore o periferico dell’incarnazione, si svuoti la portata misterica della salvezza. Nelle azioni liturgiche ci esercitiamo ad elevare lo sguardo oltre il visibile per accogliere ciò che, pur presente, è invisibile. In Liturgia, in questa palestra ascetica, l’uomo scopre, attraverso moti interiori misteriosi, la volontà di Dio e, come ci è testimoniata dalla ricchissima esperienza della Chiesa di tutti i tempi, sente lo slancio ad impegnarsi per Lui. Soprattutto in questi tempi, giorni in cui appaiono maestri di ogni tipo, maestri improvvisati che si autoproclamano detentori della verità, se non di una salvezza, dobbiamo vigilare educando i nostri ragazzi, i nostri fedeli, alla fiducia e, perché no, all’obbedienza alla Chiesa in quanto depositaria di tutto il Mistero della salvezza. Obbedire alla Chiesa significa obbedire a Cristo, così come accogliere la fede testimoniata dalla Chiesa è accoglienza di Cristo. Educare i nostri fedeli, i nostri giovani, alla fede è educarli alla fiducia, all’ascolto incondizionato di Cristo e, sul modello di Cristo, all’obbedienza. Sentiamo perciò l’urgenza di infondere nell’anima dei nostri giovani un vero desiderio di Dio, in cui Dio solo è l’oggetto del proprio cercare, dove Dio solo è la meta e il premio, perché scegliendo Dio solo egli di fatto sceglie ogni cosa; la creazione non fa numero con Dio, ma in Dio è già ogni luce di verità, ogni ricchezza di bene, ogni bellezza, ogni vita.

Chiediamo al Signore di concedere alle nostre Chiese di diventare palestre di ascesi spirituale, affinché in essa crescano uomini e donne capaci di offrire a Dio tutto se stessi, ad imitazione di Cristo, perché in Dio tutto vive, perché in Dio c’è la pienezza di ogni cosa, perché Dio è la vera beatitudine, il vero compimento di sé stessi. Amen.