DISCORSO DI SUA SANTITÀ MAR AWA III

Catholicos-Patriarca della Chiesa assira dell'Oriente

 

Roma, 19 novembre 2022

 

Vostra Santità Papa Francesco,
Vescovo di Roma e Papa della Chiesa Cattolica Romana:

Saluti fraterni in Cristo Gesù, Nostro Signore e Dio.

 

Beneamato e Venerabile Fratello!

È con profonda gioia e gratitudine verso il nostro Signore e Salvatore che saluto personalmente Vostra Santità come Vescovo di Roma, qui nella vostra sede apostolica, per la prima volta dalla mia ascesa alla sede patriarcale della Chiesa Assira d'Oriente. Il nostro incontro di oggi è, in sostanza, l'abbraccio fraterno nella carità cristiana delle antiche e apostoliche Chiese di Roma e di Seleucia-Ctesifonte attraverso le persone dei loro Arci-pastori e Ministri del Vangelo. Mi unisco oggi alle parole del beato apostolo San Paolo che ben si addicono al nostro incontro tra fratelli: “Noi rendiamo sempre grazie a Dio per voi…e facciamo continuamente menzione di voi nelle nostre preghiere; e ricordiamo davanti a Dio Padre dell'opera della vostra fede, delle fatiche del vostro amore e della costanza della vostra speranza in Gesù Cristo” (I Tessalonicesi 1:2-3).

La mia presenza qui oggi, assieme ai miei fratelli gerarchi e il clero che compongono la nostra delegazione, è per esprimere personalmente le mie sincere preghiere e la mia stima per Vostra Santità e per il ministero che portate sulle vostre spalle. Fin dalla vostra elezione a Vescovo di Roma, non ho mai smesso di implorare le benedizioni e l'aiuto di Dio Onnipotente per voi e per la Chiesa che voi presiedete come Capo Pastore e Ministro. In effetti, le parole del Profeta sono appropriate: “Come sono belli sui monti i piedi di colui che porta la buona novella, che annuncia la pace, che porta il lieto annuncio di cose buone, che proclama la salvezza...” (Isaia 52:7). Che il Signore vi conceda forza d'animo e di corpo per continuare ad annunciare il Vangelo di Gesù Cristo a tutti gli esseri umani.

La mia visita a Vostra Santità in Vaticano coincide anche con la riunione della nostra Commissione Congiunta per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Assira d'Oriente. Il nostro cammino di dialogo e di pellegrinaggio di amore fraterno ha avuto inizio nel 1984 col primo incontro ufficiale in Vaticano dei nostri predecessori di benedetta ed eterna memoria, Papa Giovanni Paolo II e il Patriarca Mar Dinkha IV. Da quello storico momento, le nostre due Chiese hanno accolto la chiamata al dialogo e allo scambio ecumenico come un invito che ci viene dal Signore stesso—da Colui che ha pregato per l'unità della Sua santa Chiesa e dei Suoi figli (cfr. Gv 17:21). Da allora, entrambi ci siamo impegnati attivamente per promuovere incontri ecumenici, riunioni ufficiali incentrate sul dialogo e scambi fraterni a livello internazionale al fine di sanare le tristi ferite dovute alle divisioni del passato.  

Vostra Santità: l'attuale condizione di instabilità del nostro mondo richiede sempre più che dimostriamo insieme una testimonianza comune del Signore Gesù Cristo Risorto e del suo Vangelo salvifico. Ovunque intorno a noi e in molte regioni del mondo oggi ci sono guerre e venti di guerra, lotte etniche, settarismo religioso e violenza. La pace e la giustizia non regnano in molte parti del nostro mondo, eppure noi, come cristiani e pastori della Chiesa abbiamo il perpetuo incarico da parte di nostro Signore di essere promotori di pace per coloro che ne hanno più bisogno.

Pertanto, l'unità di tutte le Chiese di Cristo è un imperativo per tutti noi, affinché si possa portare un cambiamento concreto nel mondo per il miglioramento dell'umanità tutta. In quest'ottica, anche la Chiesa Assira d'Oriente è d'accordo con la raccomandazione di stabilire una data comune per la Festa della Resurrezione, il cuore della nostra fede e testimonianza cristiane. Preghiamo affinché questo possa diventare una realtà che si realizzi nella nostra epoca, affinché tutte le Chiese possano proclamare insieme la vittoria del Figlio di Dio sul peccato e sulla morte.

Desidero esprimere la mia gratitudine a Vostra Santità per il vostro ardente impegno a favore dei cristiani del Medio Oriente. Come Lei sa, la demografia cristiana dell'intero Oriente è cambiata radicalmente negli ultimi 20 anni. Ed in particolare nel contesto iracheno, la continua violenza settaria dal 2003 e l'ascesa del fondamentalismo, culminato nel catastrofico avvento dell'ISIS, continuano a favorire l'esodo della popolazione cristiana dai nostri Paesi in Oriente, in particolare dall'Iraq e dalla Siria. Per di più, l'ISIS ha anche cercato di cancellare gli antichi monumenti e l'esistenza stessa del antico popolo assiro nella regione delle Piane di Ninive in Iraq. Il nostro gregge è stato fedele a Cristo e al Vangelo, ma con il passare del tempo si sta gradualmente stancando di portare la propria croce da solo. Senza ombra di dubbio, la storica visita di Vostra Santità in Iraq nel marzo dello scorso anno ha donato un rinnovato vigore e spirito a tutti i fedeli cristiani della nostra antica terra. La loro ferma determinazione a preservare la loro fedeltà a Cristo è stata rinnovata, e il governo iracheno e i nostri vicini musulmani in generale hanno compreso meglio la buona volontà dei loro concittadini cristiani e l'importanza vitale di preservare, in particolare, la presenza cristiana in Iraq—quell’antica ‘Mesopotamia’ che occupa un posto di rilievo nelle Scritture dell'Antico Testamento—e in altri paesi limitrofi del Medio Oriente come la Siria, la Turchia, l'Iran, etc.

L'Oriente è il luogo di nascita del Cristianesimo, e il mondo non può immaginare un Medio Oriente privo di Cristiani, perché sarebbe una tragica catastrofe per tutta la civiltà umana. Inoltre, noi siamo impegnati a vivere in armonia con tutti i nostri vicini, indipendentemente dalla fede o dall'etnia. Tuttavia, al contempo, insistiamo sul fatto che i diritti dei Cristiani—che includono la libertà di religione, le piene libertà civili e i diritti di proprietà—devono essere garantiti e protetti dalle costituzioni e dalle autorità civili degli Stati che compongono l'intera regione. Io ringrazio Vostra Santità per aver utilizzato tutti i mezzi a disposizione della Santa Sede per sottolineare continuamente questi punti essenziali ai governi del Medio Oriente.

In conclusione, Io ringrazio Vostra Santità per il vostro caloroso e fraterno benvenuto in Vaticano. Che la grazia e la pace del nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo rimangano sempre con Vostra Santità e vi rafforzino nel continuare il vostro ministero apostolico come pastore del santo gregge affidato alle vostre cure arci-pastorali.

 

Dal Vaticano, il 19 novembre dell'anno di nostro Signore 2022.

 

 

Mar Awa III

Di Grazia: Catholicos-Patriarca della
Santa Chiesa Cattolica Apostolica Assira d'Oriente