35MO ANNIVERSARIO  DELLA MANIFESTAZIONE DELLA CANDELA

(Piazza di Hvezdoslav, Bratislava, 30 marzo 2023)

  

Sono lieto di rivolgervi il mio caloroso saluto in occasione del 35mo Anniversario della Manifestazione della Candela (Sviečková manifestácia) che ha avuto luogo il 25 marzo.

Saluto con viva simpatia la Dott.ssa Anna Zaborska, Rappresentante Plenipotenziaria del Governo della Repubblica Slovacca per la Protezione della Libertà di Religione e di Credo; grazie per il Suo invito!

Saluto le Eccellenze e gli altri Illustri ospiti riuniti qui davanti a un monumento che rappresenta quello storico evento, prima manifestazione di massa dal 1969 contro il regime comunista nell’allora Cecoslovacchia.

Questa Manifestazione della Candela avvenne dietro iniziata dei credenti, ma dava voce anche alla richiesta del pieno rispetto dei diritti civili in Cecoslovacchia a favore di tutti i cittadini - credenti e non credenti. Nasceva dalle radici del dissenso religioso e civile, dalla “Chiesa nascosta”, dall'apostolato laico, dal samizdat, dai sacerdoti e dai religiosi uccisi, da decine di anni di ingiusta detenzione, dalla sofferenza degli intellettuali, durante il pontificato di san Giovanni Paolo II che lanciava il suo appello "Non abbiate paura!".

La forza della resistenza civile, l'ampiezza delle sue richieste, il coraggio di resistere al potere monolitico e alle sofferenze che questo potere aveva causato, possono essere considerati l’inizio di quel movimento che ha portato alla caduta definitiva del totalitarismo comunista in Slovacchia, verificatasi dopo il 17 novembre 1989.

La parola libertà è il messaggio fondamentale della Manifestazione delle Candele, valida anche oggi. A questa Manifestazione hanno partecipato persone aventi opinioni diverse e diverse confessioni – dai dissidenti cattolici, evangelici e ortodossi a persone di origine ebraica. Uguali e diversi, ma tutti uniti per il bene comune del Paese e della persona umana, tutti uniti nel riconoscimento della libertà e dignità radicate nel cuore umano, che sono un dono di Dio e che nessuno ha il diritto di confiscare.

È importante ricordare ai giovani il valore della nostra dignità, come pure la sofferenza e il martirio a cui sono andate incontro tante persone per affermare la libertà e il riconoscimento della inviolabilità di ogni persona, in un tempo in cui ci sono ancora tanti Paesi nel mondo in cui si può essere imprigionati e perseguitati per questo.

Questa libertà e questa dignità sono un dono prezioso che non solo va guadagnato a caro prezzo, ma che richiede anche di essere custodito con fatica per mantenersi tale. Non si può mai forzare nessuno, neanche in nome del bene. Ma la libertà rende liberi nella misura in cui trasforma la vita e la orienta al bene. “La verità e la libertà ci devono inquietare”, dice Papa Francesco, “ci devono porre continuamente delle domande, affinché possiamo andare sempre più al fondo di ciò che realmente siamo. Scopriamo in questo modo che quello della verità e della libertà è un cammino faticoso che dura tutta la vita”. Nel nostro tempo, quando ogni cosa è apparentemente sovvertita e decostruita e la cultura sembra condizionata dall’etica della post-verità, è importante ricordarci che la vera libertà è quella di essere se stessi, e questa libertà non la possiamo raggiungere se non in comunione con gli altri.

La democrazia è probabilmente la forma politica che più esprime il valore della persona, quindi il valore dell’individuo come parte di un’esistenza relazionale di uomini e donne che si vogliono liberi, si riconoscono pari e insieme vogliono determinare il proprio destino. Ma per esistere ed essere vera, la democrazia deve essere il riflesso di tutto questo, deve cioè fondarsi sul dialogo, sul rispetto, sulla dignità, sulla responsabilità, sulla libertà di realizzare la propria esistenza... Libertà e comunione sono vere, e non sono i loro simulacri, solo quando si arricchiscono reciprocamente, perché siamo fatti a immagine di un Dio Trino che in sé è libertà assoluta e amore assoluto.

Vi ringrazio, perché testimoniate con la vostra vita l’impegno di continuare a camminare insieme come popolo di Dio uscito dalla schiavitù dell’Egitto. Grazie per la vostra memoria viva; siete segno e testimonianza della libertà di Cristo (Nuovo Mosè), che scioglie i lacci del passato e ci guarisce da paure e reticenze. Sì, “Non abbiate paura!”. Come conferma l’evangelista Giovanni, “nell’amore non c’è paura” (1Gv 4,18): continuiamo a camminare plasmando vite e comunità dove la libertà e la comunione si rispecchiano l’una nell’altra come espressione della nostra origine divina.