SALUTO DURANTE L'INCONTRO 
CON I MEMBRI DEL CONSIGLIO ECUMENICO DELLE CHIESE
IN SLOVACCHIA

 

(Ufficio del Governo, Bratislava, 30 marzo 2023)

 

 

Cari Membri del Consiglio Ecumenico delle Chiese nella Repubblica Slovacca,
caro Vescovo Ivan, Presidente del Consiglio Ecumenico,

vi saluto cordialmente e sono molto grato che abbiamo la possibilità di incontrarci.

Camminate insieme in un Paese libero e indipendente già da 30 anni, siete “uguali e diversi, ma uniti per il bene comune” della Slovacchia. Siete vicini alle persone, avete stabilito un canale di dialogo tra le fedi. Siete uno strumento unico di incontro e di dialogo sociale e religioso. Penso che questo sia un frutto della grazia di Dio di cui dobbiamo essere grati.

Il cammino delle vostre comunità è ripartito dopo gli anni della persecuzione ateista, quando la libertà religiosa era impedita o messa a dura prova. E ora vi accomuna un tratto di strada nel quale sperimentate quanto sia bello, ma al tempo stesso difficile, vivere la fede da persone libere. Sì, la vera libertà è «la libertà che abbiamo in Cristo Gesù» (Gal 2,4). E la ricerca dell’unità implorata da Gesù richiede la libertà matura di scelte forti, di rinunce e sacrifici, ma è la premessa perché il mondo creda (cfr. Gv 17,21).

Nel vostro Paese l’evangelizzazione è sorta in modo fraterno, portando impresso il sigillo dei santi fratelli di Tessalonica Cirillo e Metodio. L’eredità dei santi Cirillo e Metodio permette di costruire una Chiesa che ricerca i segni dello Spirito Santo, perché il lascito che essi hanno trasmesso è quello di evangelizzare “da anima a anima”, secondo lo stile della “prossimità”. C’è bisogno di riscoprire che non si nasce cristiani, ma lo si diventa, attraverso la testimonianza di una Chiesa che vive la novità della vita battesimale, che vive cioè come comunione, con rapporti diretti e personali all’interno della comunità cristiana e dove proprio la comunione e l’amicizia – come nel caso dei santi Fratelli – sono una via privilegiata dell’evangelizzazione.

Ci aiutino i santi Cirillo e Metodio a prodigarci per una riconciliazione delle diversità nello Spirito Santo; per un’unità che, senza essere uniformità, sia segno e testimonianza della libertà di Cristo, il Signore che scioglie i lacci del passato e ci guarisce da paure e reticenze.

Cari fratelli, vi ringrazio per la vostra vita che testimonia l’impegno di voler continuare a camminare insieme. La convivenza pacifica tra di voi e la vostra collaborazione per il bene del Paese sono preziosi per il fermento del Vangelo.