Omelia durante la celebrazione dei Vespri nella Basilica di San Nicola di Bari, 28 luglio 2017

Ritrovare l’unità in Cristo con l’intercessione di San Nicola

 

L’unità nella fede in Gesù Cristo e nel suo Corpo

“Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno” (Fil 1,21). Con queste profonde parole, Paolo esprime, nella lettura odierna, il segreto della sua vita ed il suo più intimo desiderio, ovvero quello di glorificare Cristo nel suo corpo, “sia che io viva sia che io muoia”. Se lasciamo agire in noi la testimonianza di questa intima unione con Cristo, inizieremo a comprendere perché la Chiesa abbia scelto questa testimonianza di San Paolo come lettura liturgica nella Festa della Traslazione della Reliquia di San Nicola. San Nicola ha vissuto infatti una simile unione con Cristo ed ha reso a Cristo una testimonianza altrettanto credibile. Egli ha offerto tale testimonianza con la sua vita e l’ha dimostrata, durante il Concilio di Nicea, con il suo determinato impegno contro l’eresia dell’arianesimo, ovvero contro quella dottrina che professava Gesù come uomo ma non come Dio.

                Se gettiamo uno sguardo alla cristianità odierna, con onestà, dobbiamo riconoscere che questa eresia non appartiene solo al passato, ma è tornata ad essere attuale. Molte persone e anche molti cristiani oggi sono profondamente toccati dalla dimensione umana di Gesù di Nazareth; tuttavia, hanno difficoltà nell’accettare la professione di fede secondo la quale Gesù è il Figlio unigenito di Dio e, di conseguenza, la fede cristologica della Chiesa. Oggi, persino all’interno della Chiesa, spesso si vede in Gesù semplicemente un uomo, certamente eccezionale ed estremamente buono, ma non si riesce più distinguere nell’uomo Gesù il volto del Figlio di Dio.

                Ma con questa professione di fede in Gesù Cristo sta o cade la fede cristiana. Di fatti, se Gesù fosse stato semplicemente un uomo, allora egli sarebbe relegato irreversibilmente al passato e soltanto il nostro remoto ricordo potrebbe riportarlo, in maniera più o meno chiara, al presente. Ma, se così fosse, Gesù non sarebbe quella luce che, nella notte dell’esistenza, ci raggiunge e viene a visitarci, non solo per condividere la notte con noi uomini, ma per far risplendere, nella notte, la sua luce, mettendo fine alla notte. Soltanto se è vera la nostra fede in Dio fattosi uomo ed in Gesù Cristo come vero uomo e vero Dio e, dunque, come colui che ci permette di prendere parte al presente di Dio che abbraccia tutti i tempi, Gesù Cristo può essere anche oggi – e non solo ieri – il nostro vero contemporaneo e la luce della nostra vita.

 

L’ecumenismo dei santi

È particolarmente significativo ricordare la bella testimonianza di Cristo resa da San Paolo e da San Nicola questa sera, nel momento in cui la reliquia di San Nicola torna al suo luogo di origine dopo la permanenza a Mosca e a San Pietroburgo, dove è stata accolta soprattutto dalla profonda venerazione delle sorelle e dei fratelli ortodossi ed ha così contribuito all’importante causa della riunificazione della Chiesa in Oriente e in Occidente. Infatti, soltanto se approfondiamo la nostra comunione di fede in Gesù Cristo, il vero Figlio di Dio, ci riavviciniamo anche gli uni agli altri come cristiani e ci riscopriamo parte dell’unico Corpo di Cristo.

                Di ciò ha reso una credibile testimonianza soprattutto San Nicola. Egli ha vissuto al tempo della cristianità indivisa e, pertanto, la sua intercessione ed il suo aiuto sono particolarmente importanti per la ricomposizione dell’unità della Chiesa in Oriente e in Occidente. Il fatto che la reliquia di San Nicola di Bari sia stata portata a Mosca e a San Pietroburgo affinché i fedeli potessero venerarla è frutto di un evento ecumenico, ovvero dello storico incontro avvenuto a L’Havana il 12 febbraio 2016 tra Papa Francesco ed il Patriarca russo-ortodosso Kyrill. La traslazione della reliquia dall’Italia alla Russia è un bel segno dell’ecumenismo dei santi, la cui importanza è stata sottolineata da Papa Francesco e dal Patriarca Kyrill nella loro dichiarazione comune: “Rendiamo grazie a Dio per i doni ricevuti dalla venuta nel mondo del suo unico Figlio. Condividiamo la comune Tradizione spirituale del primo millennio del cristianesimo. I testimoni di questa Tradizione sono la Santissima Madre di Dio, la Vergine Maria, e i Santi che veneriamo. Tra loro ci sono innumerevoli martiri che hanno testimoniato la loro fedeltà a Cristo e sono diventati ‘seme di cristiani’” (§4).

                La traslazione della reliquia di San Nicola in Russia, affinché potesse essere offerta anche alla venerazione dei fedeli ortodossi, è stata un’opportunità particolarmente proficua per ancorare nella fede del popolo di Dio la ricerca ecumenica della riconciliazione della Chiesa in Oriente e in Occidente. Di sicuro, è estremamente positivo che i capi delle diverse Chiese si incontrino e cerchino vie di conciliazione ecumenica. Ma l’unità può essere conseguita soltanto se è l’intero popolo di Dio a contribuirvi. La traslazione in Russia, per la venerazione dei fedeli, della reliquia di San Nicola è stato un sevizio ecumenico significativo e molto bello a questa causa. Riportando oggi la reliquia al suo luogo d’origine, abbiamo ottimi motivi per esprimere la nostra gratitudine. Siamo grati a Papa Francesco ed al Patriarca Kyrill, che hanno preparato il terreno per questo evento ecumenico; ringraziamo Sua Eccellenza l’Arcivescovo di Bari-Bitonto, Mons. Francesco Cacucci, ed il Rettore della Basilica di San Nicola di Bari, Padre Ciro Capotosto, che hanno permesso con grande generosità la traslazione della reliquia; esprimiamo infine la nostra riconoscenza a tutti voi, cari fedeli della diocesi di Bari-Bitonto, che avete acconsentito alla traslazione, rendendo servizio all’ecumenismo dei santi ed accompagnando la reliquia con la vostra preghiera.

                Con questo evento, San Nicola ha assunto nuovamente una grande rilevanza ecumenica. In occasione della ricollocazione dalla reliquia, vi chiedo dunque, nel Santuario di San Nicola, di continuare a pregare in modo particolare per l’unità dei cristiani e di invocare l’intercessione del vostro Santo. San Nicola, infatti, come tutti i santi della nostra Chiesa che sono già uniti in cielo, è tra i nostri migliori intercessori ed accompagnatori sul cammino ecumenico, e può aiutarci a realizzare l’unità dei cristiani.

 

L’ecumenismo dei confessori e dei martiri

San Nicola riveste una particolare importanza ecumenica anche per un altro motivo. Durante una persecuzione contro i cristiani, egli fu arrestato e, per un certo tempo, incarcerato; per questo, ha ricevuto il titolo onorifico di “confessore”. San Nicola fa parte dell’ampia schiera di cristiani perseguitati, una schiera che comprende anche molti cristiani di oggi. Oggi tutte le Chiese hanno i loro confessori e i loro martiri. I cristiani non sono perseguitati perché appartenenti ad una specifica confessione cristiana, ma perché cristiani. Si deve dunque parlare di un vero e proprio ecumenismo di confessori e di martiri.

                Questo ecumenismo, per quanto tragico, comporta anche una grande promessa: la testimonianza di così tanti confessori e martiri del nostro tempo si rivelerà un giorno seme della piena unità ecumenica del Corpo di Cristo. Mentre noi cristiani e noi Chiese su questa terra viviamo una comunione ancora imperfetta, i confessori ed i martiri nella gloria celeste sono già in una comunione piena e perfetta.

                Essi non solo accompagnano e sostengono con la loro intercessione i nostri sforzi ecumenici tesi a realizzare la riconciliazione soprattutto tra i cristiani e le Chiese in Oriente e in Occidente, ma ci aiutano anche a crescere nella fede in Gesù Cristo e a trovare una gioia rinnovata nella professione di fede in Cristo, affinché possiamo, sulla scia di San Paolo, confessare con lieta gratitudine: “per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno”. Se, in tal modo, poniamo Cristo al centro della vita cristiana e della comunità ecclesiale, dimostriamo di essere amici credibili di San Nicola e di trovarci sul giusto cammino verso l’unità nel Corpo di Cristo. Amen.

 

Lettura:   Fil 1, 19-21