ASSEMBLEA PLENARIA 2010
PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE DELL'UNITÀ DEI CRISTIANI

 

RELAZIONE DEL SEGRETARIO

2009–2010

 

Introduzione

Il 2009 ed il 2010 sono stati anni particolarmente densi e fecondi per il dicastero. Accanto ad eventi più di maggior rilievo, resta il lavoro delicato e paziente, complesso e senz’altro meno noto che contraddistingue l’impegno per la ricerca dell’unità tra i discepoli di Cristo. Inoltre, oltre alla ricerca teologica, alle molte riunioni ed al regolare evolversi dei dialoghi ufficiali, bilaterali e multilaterali, con le Chiese e Comunità ecclesiali, si vogliono menzionare qui, alcuni eventi particolari che hanno aperto una finestra sul variegato ed intenso mondo di rapporti ecumenici tra le Chiese cristiane nella ricerca della comunione piena: l’Anno Paolino (2008‑2009) è stato il contenitore che ha permesso molteplici incontri sia di riflessione teologica, sia soprattutto di preghiera e celebrazione comune; e poi il centenario di un vero gigante del movimento ecumenico, il Cardinale Johannes Willebrands, che ha permesso di rivisitare cinquant’anni di impegno cattolico per l’unità.

 

Conclusione dell’Anno Paolino

L’Anno Paolino è stato caratterizzato da una profonda riflessione, guidata dal Santo Padre Benedetto XVI, sull’eredità teologica e spirituale lasciata alla Chiesa da San Paolo, con la sua vasta e profonda opera di evangelizzazione. Il 2009 ha visto il susseguirsi di una moltitudine di eventi ecumenici, a Roma e nei diversi ‘luoghi paolini’ che hanno un legame particolare con l’Apostolo: liturgie, simposi, pellegrinaggi, concerti, ecc. San Paolo ci ricorda che la piena comunione tra tutti i cristiani trova il suo fondamento in “un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo” (Ef 4,5) e i suoi insegnamenti formano la base essenziale di ogni teologia dell’unità.

In occasione della conclusione dell’Anno dedicato all’Apostolo Paolo, il Santo Padre ha nominato sette Cardinali in qualità di Inviati Speciali alle celebrazioni di chiusura, che si sono tenute contemporaneamente il 28 giugno 2009 in diverse località legate alla vita e alla missione di San Paolo. Gli Inviati Pontifici erano: il Cardinale Walter Kasper in Terra Santa, il Cardinale Ennio Antonelli a Malta, il Cardinale Renato Raffaele Martino a Cipro, il Cardinale Jean‑Louis Tauran in Turchia, il Cardinale Josef Tomko in Grecia, il Cardinale Antonio Maria Rouco Varela in Siria ed il Cardinale Andrè Ving‑Trois in Libano. Durante lo svolgimento della loro missione, gli Inviati Speciali del Santo Padre hanno avuto la possibilità di incontrare i responsabili di altre Chiese e Comunità ecclesiali. In particolare, ci sono stati contatti con Vescovi delle Chiese d’Oriente, visto che in molti dei paesi visitati vi è una significativa presenza, dal punto di vista numerico o storico, di cristiani appartenenti a Chiese ortodosse o ad Antiche Chiese orientali.

A Roma l’Anno Paolino si è concluso con i Vespri solenni, presieduti da Papa Benedetto XVI, domenica 28 giugno 2009, alla presenza dei rappresentanti delle comunità non‑cattoliche della città.

 

Centenario della nascita del Cardinale Johannes Willebrands (1909‑2009)

Il Cardinale Willebrands ha svolto un ruolo di primaria importanza nella promozione dell’impegno della Chiesa cattolica nel movimento ecumenico, dapprima nei Paesi Bassi ed in seguito a livello della Santa Sede e della Chiesa cattolica nel mondo. Durante il Concilio Vaticano II, è stato il primo Segretario dell’allora Segretariato per l’unità dei cristiani, di cui è poi diventato il secondo Presidente, succedendo al Cardinale Augustin Bea. Per quasi trent’anni, il Cardinale Willebrands ha influenzato la visione, lo spirito e la metodologia dell’ecumenismo cattolico nel periodo post‑conciliare. Egli ha contribuito notevolmente anche alla promozione delle relazioni tra cattolici ed ebrei, nello spirito del Concilio Vaticano II. Per il Cardinale Willebrands, il dialogo ecumenico era l’espressione di una vita profondamente spirituale. Con la sua competenza teologica, la sua sensibilità spirituale, la sua generosità ed il suo calore umano, egli è stato uno dei maggiori ‘costruttori di ponti’ ecumenici del XX secolo.

Per commemorare il centesimo anniversario della sua nascita (1909‑2009) sono stati organizzati due importanti eventi, uno ad Utrecht (Paesi Bassi) e l’altro a Roma. Si è tenuta ad Utrecht, dal 2 al 5 settembre 2009 una Conferenza ecumenica, organizzata dall’Archivio Willebrands di Utrecht, in collaborazione con la Facoltà di teologia cattolica (Utrecht‑Tilburg) e con il Centro per la ricerca ecumenica della Facoltà di teologia dell’Università cattolica di Lovanio. L’oratore principale è stato il Cardinale Walter Kasper, Presidente di questo Pontificio Consiglio, che ha parlato del lascito spirituale del Cardinale Willebrands e del futuro dell’ecumenismo. Tra gli altri eminenti oratori, hanno preso la parola il Prof. Anton Houtepen, il Prof. Günther Grassman, il Prof. Mauro Velati, il Prof. Adelbert Denaux ed il Metropolita di Pergamo Ioannis Zizioulas. La Conferenza si è conclusa con una celebrazione ecumenica nella cattedrale di Utrecht.

A Roma, il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani (PCPUC) ha organizzato un Simposio accademico nei giorni 18‑19 novembre. Il Simposio è stato inaugurato il pomeriggio del 18 novembre presso il Centro Pro Unione di Roma. Hanno preso la parola per rivolgere un saluto ai partecipanti il Cardinale Walter Kasper, la Baronessa Henriette van Lynden‑Leijten, Ambasciatore del Regno dei Paesi Bassi presso la Santa Sede e Mons. Johannes van Burgsteden, Vescovo ausiliare di Haarlem. In seguito, è intervenuta la Dott.ssa Maria ter Steeg, la quale ha presentato l’edizione critica del Diario del Cardinale Willebrands. Il Simposio è proseguito il giorno 19 novembre presso l’Aula Magna della Pontificia Università Gregoriana. In tale sede sono stati presentati una serie di interventi sul contributo del Cardinale Willebrands al movimento ecumenico. Il Prof. P. William Henn, OFM, ha parlato dell’impegno del Cardinale Willebrands nella promozione delle relazioni tra la Chiesa cattolica ed il Consiglio Ecumenico delle Chiese. Il Rev. P. Michel Van Parys, OSB, si è concentrato sulle relazioni con le Chiese orientali. Il Rev. P. James Pugliesi, SA, si è soffermato sulle relazioni con le Chiese e le Comunità ecclesiali in Occidente. Mons. Pier Francesco Fumagalli ha parlato delle relazioni del Cardinale con gli ebrei. L’Arcivescovo di Canterbury, il Dott. Rowan Williams, ha portato una testimonianza ecumenica, mentre il Prof. P. Jared Wicks, SJ, ha sottolineato l’ispirazione fornita dal Cardinale Willebrands allo sviluppo della teologia ecumenica cattolica. Infine, il Cardinale Kasper ha parlato dell’eredità del Cardinale Willebrands e del futuro dell’ecumenismo.

 

Nomine

Nel 2009, il Santo Padre ha nominato due nuovi membri di questo Dicastero: il Cardinale Jean‑Pierre Ricard, Arcivescovo di Bordeaux (Francia), e Mons. Johan Jozef Bonny, Vescovo di Antwerpen (Belgio). Il Santo Padre ha inoltre nominato consultori del Dicastero S. E. Mons. Luis Francisco Ladaria Ferrer, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede e S. E. Mons. Cyril Vasil’, Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali.

 

Avvicendamenti

Nel 2009 si sono verificati alcuni cambiamenti nell’organico del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Il 28 ottobre 2008 era stato nominato Vescovo di Antwerp Mons. Johan J. Bonny, responsabile per le relazioni con le Chiese ortodosse orientali, dopo un incarico di oltre 11 anni. In aprile è stato sostituito dal Rev.do Gabriel Quicke (Belgio). Inoltre, a rinforzare la Sezione Orientale del Consiglio è stato assunto il Rev.do Andrea Palmieri (Arcidiocesi di Bari‑Bitonto, Italia), che ha collaborato con Mons. Eleuterio F. Fortino (Sotto‑Segretario), per quanto riguarda le Chiese ortodosse nel loro insieme.

Il 1 luglio 2010, il Santo Padre ha accettato la rinuncia per limiti d’età del Presidente, il Cardinale Walter Kasper, dopo undici anni di intensa attività alla guida del dicastero, prima come Segretario e poi per nove anni come Presidente. Il Papa ha chiamato a succedergli S.E. Mons. Kurt Koch, ordinario di Basilea in Svizzera. Con la partenza del Cardinale Kasper, l’ufficio ha perso anche il prezioso servizio di Mons. Oliver Lahl, il quale è tornato in diocesi come parroco a Stoccarda.

 

In memoriam

Mons. Eleuterio Francesco Fortino

“Memoria storica e anima del movimento ecumenico”, come L’Osservatore Romano ha intitolato un articolo commemorativo, Mons. Fortino, Sotto-segretario, ha lavorato presso il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani sin dal 1965, collaborando con i Cardinali Presidenti Willebrands, Cassidy e Kasper. È stato presente in tutti i dibattiti, gli studi, le riunioni importanti su temi ecumenici che si sono susseguiti negli anni; è stato propulsore di uno spirito positivo e di tante proposte concrete. Non dimentichiamo, per esempio, quanto egli abbia contribuito nella preparazione del Direttorio Ecumenico. In tante occasioni ha offerto la sua collaborazione ed il suo ‘illuminato’ giudizio alla Congregazione per le Chiese Orientali ed al Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Persona laboriosa, ha curato numerosi scritti, articoli, e catechesi per la sua comunità arbresh, per l’ecumenismo in Italia, per il Pontificio Consiglio. Era un saggio divulgatore della spiritualità orientale autentica, imparata dalla liturgia e in essa vissuta.

Dom Emmanuel Lanne, osb

All’età di 87 anni, si è addormentato nel Signore il 23 giugno 2010 lo jeromonaco benedettino p. Emmanuel Lanne, osb, teologo, liturgista ed ecumenista. I suoi funerali si sono svolti sabato 26 giugno nel suo monastero di Chevetogne (Belgio) dove il 14 aprile 1947 aveva fatto la sua professione monastica. Profondo conoscitore dell’Oriente cristiano, nelle sue ampie dimensioni di storia, di teologia, di liturgia, di spiritualità e di ethos ecclesiale, ha messo a servizio della Chiesa la sua scienza con l’insegnamento accademico, con la direzione di giovani avviati al sacerdozio o alla vita monastica, con l’impegno nel movimento ecumenico a cui prese parte tanto nelle relazioni con le Chiese d’Oriente quanto con le Comunità ecclesiali d’ Occidente. È stato consultore del PCPUC e, dal 1979 al 2006, membro della Commissione Mista Internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa nel suo insieme.

 

Pubblicazioni

Continua ad essere pubblicato il bollettino del dicastero, Service d’Information - Information Service, letto da circa 3000 persone. Il redattore della pubblicazione è attualmente P. Vladimiro Caroli, op. Numerosi sono gli scambi con altre pubblicazioni di argomento teologico ed ecumenico.

A conclusione di un progetto, durato vari anni, al quale hanno collaborato gli officiali ed i consultori di questo Pontificio Consiglio, ma anche interlocutori ecumenici ed altri esperti nel campo, mirante a trarre un primo bilancio del ricco raccolto prodotto dai dialoghi teologici con le principali Chiese e Comunità ecclesiali nate dalla Riforma, il Cardinale Walter Kasper, Presidente del PCPUC, ha pubblicato il libro Harvesting the Fruits: Basic Aspects of Christian Faith in Ecumenical Dialogue (Continuum International Publishing Group), nel quale vengono presentati, in ordine tematico e con attente valutazioni, i risultati di questi dialoghi, mettendo in evidenza sia le ampie aree di convergenza che quelle in cui sarà necessario lavorare ulteriormente. Il testo è stato tradotto e pubblicato in italiano col titolo Raccogliere i frutti (Il Regno N.1066, 1 novembre 2009, Ed. Dehoniane, Bologna). Diverse altre traduzioni sono già pubblicate, oppure lo saranno tra breve.

 

Chiese Ortodosse

Dialogo teologico a livello della Chiesa ortodossa nel suo insieme

Così come era stato stabilito a Ravenna, in occasione della X Sessione plenaria della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme (8–14 ottobre 2007), l’XI incontro della Commissione ha discusso il tema Il ruolo del Vescovo di Roma nella comunione della Chiesa nel primo millennio. L’XI Sessione plenaria della Commissione mista internazionale si è svolta a Paphos (Cipro) dal 16 al 23 ottobre 2009, ospitata con grande generosità e spirito di calorosa fraternità dalla Chiesa ortodossa di Cipro. La Commissione a Cipro ha lavorato su un progetto elaborato dopo la sessione di Ravenna, seguendo il metodo di preparazione concordato all’inizio delle attività di questa Commissione (Patos–Rodi 1980). Nella prima parte del 2008 hanno lavorato due sottocommissioni miste con il compito di raccogliere gli elementi storici più attinenti al periodo in esame. Si è poi incontrato il Comitato misto di coordinamento (Elounda, Creta, 27 settembre–4 ottobre 2008) che ne ha elaborato la sintesi organica come progetto di discussione sottoposto alla Sessione plenaria di Cipro. La Commissione ha potuto quindi iniziare la discussione sulla questione centrale del contenzioso storico fra Oriente e Occidente.

Come concordato a Paphos, la XII Sessione plenaria ha avuto luogo dal 20 al 27 settembre 2010 a Vienna, ed è stata ospitata dall’Arcivescovo, il Cardinale Christoph Schönborn, a cui va la gratitudine del nostro dicastero. Alla sessione plenaria erano presenti ventitre delegati da parte cattolica con alcune assenze dovute a ragioni di salute. Ventisette delegati ortodossi rappresentavano tutte le Chiese ortodosse ad eccezione del Patriarcato di Bulgaria.

Durante la riunione i partecipanti hanno ricevuto la triste notizia della morte di mons. Eleuterio Fortino, avvenuta il giorno 23, dopo un lungo periodo di malattia. Mons. Fortino è stato co‑segretario della Commissione mista sin dalla sua istituzione nel 1980. Cattolici e ortodossi, profondamente commossi, hanno pregato per il defunto Mons. Fortino, che molti dei presenti hanno sinceramente stimato come uno dei protagonisti dei progressi ecumenici tra le due Chiese.

Durante la riunione di Vienna la Commissione ha proseguito l’analisi del testo di Creta, studiando in modo attento ed accurato i fatti storici e le testimonianze relative al tema in oggetto. Dopo una lunga discussione, la delegazione cattolica ha accettato di considerare il testo in esame come uno strumento di lavoro che potrà risultare utile nelle prossime tappe del dialogo quando si affronterà il tema del primato da una prospettiva maggiormente teologica. Si è deciso, pertanto, di dare vita ad una sotto‑commissione mista che prenda in considerazione gli aspetti teologici ed ecclesiologici del primato in relazione alla sinodalità e che presenti il proprio lavoro al Comitato misto di coordinamento che si incontrerà il prossimo anno (2011).

Malgrado non sia stato possibile trovare un accordo per la pubblicazione di un documento comune, sarebbe del tutto sbagliato considerare la sessione un fallimento. La scelta di proseguire il dialogo adottando una prospettiva più teologica rappresenta una possibilità per riflettere con maggiore profondità sul tema del primato. Inoltre, il grande lavoro svolto per lo studio e l’interpretazione comune delle fonti del primo millennio relative al ruolo del vescovo di Roma sarà prezioso per l’elaborazione di un documento teologico su primato e sinodalità.

Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli

Le feste patronali a Roma e al Fanar ed altre occasioni di incontro

Dal 26 al 29 giugno 2009 una delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, guidata dal Metropolita di Francia Emmanuel, ha fatto visita a Roma in occasione della Festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. La mattina del 27 i delegati del Patriarcato Ecumenico si sono incontrati con il Cardinale Walter Kasper presso il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e, più tardi, sono stati ricevuti dal Santo Padre. La delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli ha preso parte il 28 giugno ai primi Vespri presieduti dal Papa nella Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura, per la chiusura dell’Anno Paolino. La mattina del 29 la delegazione ha assistito nella Basilica Vaticana alla Santa Messa, presieduta dal Papa Benedetto XVI, in onore dei Santi Pietro e Paolo.

Dal 18 al 25 ottobre si è svolto negli Stati Uniti d’America l’VIII Simposio Religion, Science and the Environment, sotto il patrocinio del Patriarcato Ecumenico, che dal 1995 si occupa del delicato tema della salvaguardia del bene naturale che è l’acqua. Nel 2009 il Simposio era dedicato al tema del fiume Mississippi. Il Santo Padre ha nominato come suo rappresentante personale l’Arcivescovo di New Orleans, S.E. Mons. Gregory M. Aymond, e suo tramite ha inviato un articolato messaggio a Sua Santità Bartolomeo I.

Dal 29 novembre al 1 dicembre una delegazione della Santa Sede, guidata dal Cardinale Walter Kasper, si è recata ad Istanbul per la festa di Sant’Andrea, Patrono del Patriarcato Ecumenico. Giunti a Istanbul il pomeriggio del 29 novembre, il Cardinale Kasper e gli altri delegati sono stati ricevuti privatamente dal Patriarca Bartolomeo I. La mattina seguente, 30 novembre, la delegazione ha assistito alla Divina Liturgia nella Chiesa patriarcale di San Giorgio al Fanar. Al termine della celebrazione, il Patriarca ha tenuto un discorso, durante il quale ha salutato con grande cordialità il Cardinale Kasper e la delegazione. Di seguito, Sua Eminenza ha letto il messaggio del Santo Padre indirizzato al Patriarca Ecumenico. La mattina del 1 dicembre, presso la sede del Patriarcato Ecumenico si sono svolte delle conversazioni tra la delegazione della Santa Sede e i responsabili della Commissione sinodale per le relazioni con le altre Chiese cristiane.

Dal 27 al 30 giugno 2010 una delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli ha fatto visita a Roma in occasione della Festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. La mattina del 28 i delegati del Patriarcato Ecumenico si sono incontrati con il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e, più tardi, sono stati ricevuti dal Santo Padre. Nel pomeriggio dello stesso giorno, la delegazione ha preso parte ai Primi Vespri presieduti dal Papa, nella Basilica papale di San Paolo Fuori le Mura. La mattina del 29 giugno la delegazione ha assistito nella Basilica papale di San Pietro alla Santa Messa, presieduta da Papa Benedetto XVI, in onore dei Santi Pietro e Paolo.

Patriarcato di Gerusalemme

Il 15 maggio 2009, durante il viaggio in Terra Santa, Papa Benedetto XVI ha fatto visita al Patriarca ortodosso di Gerusalemme Teofilo III. Presso la sede del Patriarcato era stato organizzato un incontro ecumenico con la partecipazione di rappresentanti di tutte le Comunità cristiane presenti in Terra Santa. Nel suo discorso il Santo Padre ha sottolineato il legame tra l’unità della Chiesa e la sua missione, in quanto è proprio in presenza del nostro desiderio di portare Cristo agli altri, di render noto il suo messaggio di riconciliazione, che noi sperimentiamo la vergogna della nostra divisione.

Patriarcato di Mosca

Oltre ai contatti regolari, negli ultimi anni si sono verificati tre importanti eventi nei rapporti con la Chiesa ortodossa russa. In primo luogo, l’intronizzazione del nuovo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Sua Santità Kirill, eletto il 27 gennaio 2009. In questa occasione, il Cardinale Kasper ha trasmesso al Patriarca la lettera del Santo Padre Benedetto XVI e il dono di un calice ed una patena. Nel colloquio è stata riconfermata la volontà di continuare il dialogo in vista della piena comunione e la collaborazione nella promozione dei valori cristiani nella cultura contemporanea.

In secondo luogo, c’è stata la benedizione solenne della chiesa ortodossa russa di Santa Caterina a Roma, sul territorio dell’Ambasciata Russa presso l’Italia e nei pressi del Vaticano, il 24 maggio 2009, in occasione della festa dei Santi Cirillo e Metodio secondo il calendario giuliano.

In terzo luogo, vanno menzionate le visite a Roma del Metropolita Hilarion di Volokolamsk, Presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca, nel settembre 2009 e nel maggio 2010, quando è stata celebrata anche la Giornata della Cultura Russa in Vaticano, con un grande concerto offerto al Santo Padre dal Patriarca Kirill e dalla Chiesa Ortodossa Russa. In quelle occasioni il Metropolita Hilarion ha avuto conversazioni con diverse autorità della Santa Sede.

Si può affermare che in generale i rapporti tra Roma e Mosca stiano migliorando, soprattutto dopo che il Patriarca Kirill ha assunto la guida del Patriarcato di Mosca, e anche per il grande lavoro fatto in questo senso dall’attuale Nunzio Apostolico, S.E. Mons. Antonio Mennini. Anche a livello locale, in Russia, i rapporti sembrano migliorare: sembra che non ci siano più conflitti aperti, raramente si sentono accuse di proselitismo, e il nuovo Arcivescovo cattolico a Mosca, S.E. Mons. Paolo Pezzi, si impegna molto in questo senso, come fanno altre istanze cattoliche. Si è però ancora lontani da una vera e propria collaborazione e amicizia da parte di alcuni sacerdoti cattolici che spesso rimangono prigionieri di pregiudizi verso i loro colleghi ortodossi e non cercano contatti. Un aspetto spesso discusso dai giornalisti è quello dell’auspicato incontro tra il Papa e il Patriarca. Le due parti hanno confermato di essere disponibili in linea di massima, ma alcune circostanze sono ancora sfavorevoli.

Esarcato Bielorusso del Patriarcato di Mosca

Dal 8 al 10 novembre 2009 il Cardinale Kasper si è recato a Minsk (Bielorussia) dietro invito del Metropolita Filaret di Minsk e Slutsk, Esarca bielorusso del Patriarcato di Mosca, in occasione del Convegno Internazionale sul tema: Dialogo tra cristiani ed ebrei: i valori religiosi come fondamento del rispetto reciproco nella società civile nella situazione della crisi globale, organizzato dall’Istituto per il dialogo interreligioso e le relazioni inter‑confessionali del Sinodo della Chiesa ortodossa in Bielorussia e dal Centro di formazione cristiana SS. Metodio e Cirillo in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Oltre a partecipare alla conferenza, il Cardinale ha presieduto la celebrazione eucaristica nella Cattedrale cattolica di Minsk e ha incontrato il Nunzio Apostolico e l’Arcivescovo di Minsk Tadeusz Kondrusiewicz, e altri vescovi della Conferenza episcopale, con i quali ha riflettuto sulla necessità di un atteggiamento positivo verso il dialogo ecumenico.

Patriarcato di Serbia

Per rinnovare un contatto diretto con la Chiesa ortodossa di Serbia e anche con la Chiesa cattolica in Serbia, il Rev. P. Milan Žust, SJ, si è recato in visita nel paese dal 24 al 30 ottobre 2009. Poche settimane più tardi, dal 18 al 20 novembre, si è recata in Serbia una delegazione ufficiale della Santa Sede per i funerali del defunto Patriarca Pavle. La delegazione era guidata dal Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio. Dopo aver partecipato ai funerali del Patriarca Pavle, la delegazione ha incontrato S.E. Amfilohije, Locum tenens del Trono patriarcale, e S.E. il Sig. Vuk Jeremić, Primo Ministro della Repubblica di Serbia.

Con l’elezione del nuovo Patriarca ha segnato un miglioramento e consolidamento dei rapporti: già prima della sua elezione a Patriarca, il Vescovo di Niš era aperto verso la Chiesa cattolica e voleva invitare il Papa nella città natale dell’imperatore Constantino, in occasione del 1700° anniversario dell’Editto di Milano. Ora, anche in qualità di Patriarca si è fatto promotore della medesima proposta e sembra trovare il sostegno della maggioranza dei vescovi. Tuttavia, vi è anche una forte opposizione da parte di altri vescovi, opposizione dovuta ai difficili rapporti che, in passato, ci sono stati con i cattolici Croati. Questo non permette ancora di estendere un invito ufficiale al Santo Padre; tuttavia l’idea si sta sviluppando.

Recentemente, dal 1al 4 ottobre 2010, una delegazione della Santa Sede, guidata dall’Arcivescovo Koch, si è recata in Serbia, questa volta a Pec (Kosovo), sede storica del Patriarcato serbo, per la intronizzazione solenne del nuovo Patriarca Irinej, eletto il 22 gennaio, al quale è stato consegnato un messaggio del Santo Padre e il dono di un calice.

Chiesa ortodosssa di Cipro

Papa Benedetto XVI, nel contesto del suo viaggio apostolico a Cipro, il primo viaggio di questo Pontefice in una nazione a maggioranza ortodossa, ha fatto visita, il 5 giugno 2010, all’Arcivescovo di Nea Giustiniana e tutta Cipro, Sua Beatitudine Chrysostomos II. Il Papa era accompagnato, tra gli altri, dal Presidente del PCPUC il Card. Kasper. Il giorno precedente, il 4 giugno, Benedetto XVI partecipava insieme a Sua Beatitudine Chrysostomos, il Metropolita di Paphos Giorgos e rappresentanti di altre Chiese e Comunità ecclesiali ad una preghiera ecumenica presso la chiesa di Santa Kyriaki Chrsopolytissa in Paphos.

Chiesa ortodossa di Grecia

Dal 21 al 24 febbraio 2009 il Cardinale Walter Kasper si è recato ad Atene per fare visita a Sua Beatitudine Ieronymos II, Arcivescovo di Atene e tutta la Grecia. Si è trattato del primo incontro con il Primate della Chiesa ortodossa di Grecia, eletto all’incirca un anno prima. Il Cardinale Kasper è stato ricevuto privatamente da S.B. Ieronymos ed in seguito ha incontrato alcuni dei più stretti collaboratori dell’Arcivescovo, con i quali ha discusso di possibili collaborazioni in aree di interesse comune, come quella della pastorale o della formazione di sacerdoti e laici. Anche in questi anni, alcuni studenti greci ortodossi hanno ricevuto una borsa di studio attraverso il Comitato Cattolico per la Collaborazione Culturale, per perfezionare i loro studi presso una delle Università Pontificie di Roma o altra Facoltà di teologia cattolica in Italia o in Francia. Da parte sua, la Chiesa di Grecia ha offerto borse di studio a studenti cattolici, giovani sacerdoti o seminaristi, provenienti da diverse parti del mondo, per la partecipazione ad un corso estivo di apprendimento della lingua neogreca e di introduzione alla cultura ortodossa greca. Il programma estivo, organizzato dalla Apostoliki Diakonia della Chiesa di Grecia, diretta dal Vescovo Agatanghelos, è giunto quest’anno alla sesta edizione e nel corso di questi anni ha già coinvolto più di centocinquanta partecipanti, che hanno avuto modo così di conoscere meglio il mondo ortodosso greco.

Chiesa ortodossa di Albania

Per la prima volta una delegazione della Chiesa ortodossa autocefala di Albania guidata da Sua Beatitudine Anastas, Arcivescovo di Tirana, Durazzo e tutta l’Albania, ha compiuto una visita ufficiale al Santo Padre e alla Chiesa di Roma, dal 4 al 8 dicembre 2009. Nel saluto augurale rivolto al Santo Padre, S.B. Anastas ha definito l’incontro un evento di portata storica, giacché per la prima volta una delegazione ufficiale della sua Chiesa si recava in visita alla Chiesa di Roma.

Chiesa ortodossa delle Terre Ceche e di Slovacchia

Dopo alcuni anni, si è avuto di nuovo un contatto diretto con la Chiesa ortodossa nella Repubblica Ceca e Slovacchia. Dal 26 al 28 febbraio 2009 Sua Beatitudine Kryštof, Metropolita delle Terre Ceche e di Slovacchia, è giunto a Roma, assieme a 50 fedeli, per un pellegrinaggio in occasione del 1040 anniversario della morte di San Cirillo, Apostolo degli Slavi. Dopo aver celebrato la Divina Liturgia presso la Basilica di San Clemente, il Metropolita si è incontrato con il Cardinal Kasper presso il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e, poi, è stato ricevuto privatamente dal Santo Padre Benedetto XVI.

 

Le Chiese Ortodosse Orientali (Le Antiche Chiese dell’Oriente)

Il dialogo con le Chiese ortodosse orientali

A Roma, dal 26 al 30 gennaio 2009, si è riunita la Commissione Mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali (la Chiesa ortodossa copta, la Chiesa ortodossa siriana, la Chiesa armena apostolica, rappresentate dai due Catolicossati d’Etchmiadzine e d’Antelias, la Chiesa ortodossa d’Etiopia, la Chiesa ortodossa d’Eritrea, la Chiesa sira ortodossa malankarese e la Chiesa ortodossa sira malankarese), sotto la co–presidenza del Cardinale Walter Kasper e del Metropolita Bishoy di Damiette, Segretario Generale del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa copta.

I lavori della Commissione sono stati dedicati all’esame e all’approvazione di un documento comune intitolato Natura, costituzione e missione della Chiesa. Questo documento, che è il risultato di sei anni di dialogo, è stato sottoposto alle rispettive autorità ecclesiastiche affinché si esprimano al riguardo. Si tratta di un risultato di notevole importanza, se si considera che la separazione tra la Chiesa cattolica e queste Chiese dura da millecinquecento anni.

Una nuova fase del dialogo è cominciata con l’ultima riunione della Commissione, che ha avuto luogo ad Antelias, dal 26 gennaio al 1 febbraio 2010. La sessione era interamente dedicata al tema della recezione dei Concili ecumenici. I membri della commissione studieranno il modo in cui ogni Chiesa ha recepito i Concili ecumenici, il modo in cui le Chiese hanno espresso la loro comunione nei primi cinque secoli, ed il ruolo che Roma esercitava in questo contesto, prima della separazione a seguito del Concilio di Calcedonia.

Il prossimo incontro avrà luogo a Roma, dal 24 al 29 gennaio 2011. I membri approfondiranno lo studio della comunione e della comunicazione che esistevano tra le Chiese fino a metà del V secolo della storia cristiana, così come lo studio del ruolo svolto dal monachesimo.

Il dialogo con le Chiese malankaresi in India

La tradizione malankarese, diffusa nel Kerala nell’India del sud, affonda le sue radici nella grande espansione missionaria della Chiesa orientale siriana, che si è sviluppata nel corso dei primi secoli dell’era cristiana ed è attribuita all’ispirazione dell’apostolo San Tommaso. I cristiani di San Tommaso formavano una comunità unita in India fino al diciassettesimo secolo. Dopo l’arrivo dei portoghesi, quest’unità si è rotta ed oggi la Chiesa di San Tommaso è divisa in comunità diverse. La Chiesa malankarese in India è divisa in due: la Chiesa sira ortodossa malankarese, che è in piena comunione con il Patriarcato siro ortodosso d’Antiochia, e la Chiesa ortodossa sira malankarese, che aspira a diventare totalmente autonoma. I due dialoghi con le Chiese malankaresi hanno proseguito le loro attività normali.

La Commissione mista di dialogo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa sira ortodossa malankarese ha tenuto il suo XII incontro presso il Patriarchal Centre di Puthencruz, nei giorni 14 e 15 dicembre 2009. L’incontro è stato co‑presieduto da S.E. Mons. Brian Farrell e dal Metropolita Kuriakose Mar Theophilose. La questione principale all’ordine del giorno era quella relativa alla condivisione dei sacramenti e dei luoghi sacri. Sono state discusse anche iniziative nell’ambito della testimonianza comune.

La Commissione mista di dialogo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa sira malankarese ha tenuto il suo XIX incontro presso il Sophia Centre di Kottayam, nei giorni 16 e 17 dicembre. I co‑presidenti erano S.E. Mons. Brian Farrell ed il Metropolita Gabriel Mar Gregorios, Presidente del Dipartimento per le relazioni ecumeniche della Chiesa ortodossa sira malankarese. Cinque temi principali figuravano all’ordine del giorno: 1) l’uso comune di luoghi sacri, in particolare di chiese e cimiteri; 2) l’amministrazione del sacramento dell’unzione degli infermi in circostanze specifiche; 3) l’amministrazione del matrimonio tra fedeli cattolici e ortodossi; 4) progetti di testimonianza comune: una conferenza per religiosi e religiose; cooperazione tra seminari; una conferenza su questioni relative alla famiglia; 5) il primato petrino negli scritti dei Padri della Chiesa e negli antichi testi liturgici.

Rapporti con la Chiesa Assira dell’Oriente

Il dialogo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell’Oriente è stato per molti versi fruttuoso. L’11 novembre 1994, Papa Giovanni Paolo II e Sua Santità Mar Dinkha IV, Patriarca‑Catholicos della Chiesa assira dell’Oriente, hanno firmato una dichiarazione cristologica comune. Con tale dichiarazione è stata superata un’antica controversia riguardante le implicazioni cristologiche del Concilio d’Efeso e sono stati aperti nuovi orizzonti di dialogo teologico e collaborazione pastorale. Di conseguenza, il Comitato Misto per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell’Oriente ha programmato due ulteriori fasi di lavoro: la prima sulla teologia sacramentale e la seconda sulla costituzione della Chiesa.

La prima fase è giunta ad un ampio consenso in materia sacramentale e il documento finale è stato presentato alle autorità delle due Chiese per l’approvazione. Sono però subentrate difficoltà a causa del passaggio alla Chiesa cattolica di uno dei Vescovi assiri più impegnati nel dialogo stesso. Malgrado un accordo di principio per ristabilire il dialogo, il segretario del Sinodo della Chiesa assira dell’Oriente, nel mese di ottobre 2010, ha comunicato l’intenzione di tale Chiesa di sospendere il processo di preparazione del dialogo, fino a che la sessione plenaria del Santo Sinodo non si esprimerà al riguardo.

Visite e partecipazione ad eventi

All’inizio del mese di ottobre 2009, il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani ha ricevuto il Patriarca della Chiesa ortodossa etiope tewahedo, Sua Santità Abuna Paulos, che era stato invitato dal Santo Padre a prendere la parola come ospite speciale durante la II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, tenutasi a Roma nel mese di ottobre. Il 6 ottobre, S.S. Paulos ha presentato la situazione del continente africano e le sfide che devono essere affrontate dai popoli africani, riflettendo sul tema generale dell’Assemblea, La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace.

 

Comitato Cattolico per la Collaborazione Culturale

Dopo 46 anni dalla sua fondazione, il Comitato Cattolico per la Collaborazione Culturale continua il suo impegno nella collaborazione a diversi livelli con le Chiese ortodosse e le Chiese ortodosse orientali. Il Santo Padre ha affermato in più occasioni che il servizio che offre il Comitato è tra gli aspetti più importanti del lavoro del Pontificio Consiglio. Con l’aiuto di una rete di benefattori, il Comitato assegna borse di studio a studenti ortodossi che vengono proposti dalle rispettive autorità ecclesiastiche e che sono destinati a servire le loro Chiese in seguito. Inoltre, porta avanti una serie di collaborazioni con facoltà e agenzie ortodosse impegnate nell’ecumenismo. Molti degli ex‑borsisti sono diventati vescovi, sacerdoti, professori e in modi molto diversi servono le proprie Chiese; alcuni hanno anche importanti responsabilità e offrono un grande servizio in favore di una crescente comunione tra i cristiani.

Le difficoltà economiche in corso hanno portato ad una leggera diminuzione del numero delle borse annuali: nell’anno 2010–2011 saranno 47, cioè 5 di meno rispetto all’anno precedente.

Oltre alle borse di studio, il Comitato finanzia alcuni progetti di formazione, conferenze, pubblicazioni di libri cattolici che vengono tradotte, in particolare con la collaborazione di partner stabili a Mosca, Kiev, Minsk, Balamand e Chambésy. Anche questi progetti, in modi diversi offrono occasioni per una maggiore formazione degli ortodossi e per incontri tra rappresentanti delle diverse Chiese.

Ogni anno, a gennaio, si tiene una riunione del Consiglio di Gestione, alla quale partecipano i Superiori del Pontificio Consiglio, il Presidente e il Segretario del Comitato ed i principali benefattori. Si valuta il lavoro dell’anno precedente e si presentano i progetti per l’anno in corso.

Inoltre, meritano di essere menzionati altri progetti realizzati. Il Comitato ha sostenuto, insieme al Pontificio Istituto Orientale, la visita di studio a Roma dei professori dell’Università ortodossa di San Tichon di Mosca, che si è svolta dal 18 al 27 febbraio 2009. Ha inoltre organizzato e sostenuto economicamente la visita dei responsabili e principali collaboratori del Centro San Clemente di Kiev dal 31 ottobre al 7 novembre 2009.

 

Dialoghi con le comunità ecclesiali d’occidente

 

Conferenza Episcopale Vetero‑Cattolica dell’Unione di Utrecht

Dal 10 al 13 maggio 2009, a Salisburgo (Austria), si è svolta la Sessione conclusiva della Commissione internazionale di dialogo tra la Chiesa cattolica e la Conferenza Episcopale Vetero‑cattolica dell’Unione di Utrecht. La Commissione, sotto la co‑presidenza di S.E. Mons. Paul‑Werner Scheele, Vescovo emerito di Würzburg, da parte cattolica e del Vescovo Fritz‑Réné‚ Müller di Berna, da parte Vetero‑cattolica, ha approvato il Rapporto Finale delle sue consultazioni pluriennali sulla comunione ecclesiale esistente tra la Chiesa cattolica e la Chiesa Vetero‑cattolica. Con il nuovo Rapporto dal titolo Chiesa e Comunità ecclesiale sono stati compiuti alcuni progressi nella comprensione ecclesiale, e si sono mostrate le differenze ancora esistenti.

 

La Comunione Anglicana

Aspetti ecumenici della visita del santo padre in Gran Bretagna, 16-19 settembre 2010

La visita di Papa Benedetto XVI in Gran Bretagna è stata, secondo il parere generale, un evento di grande successo, a differenza di quanto annunciato da coloro che avevano previsto forti proteste o tiepide folle di fedeli. Uno dei motivi di tale successo è senza dubbio la persona stessa del Santo Padre, che, nel suo stile e nel suo messaggio, si è rivelato ben diverso dalla caricatura tratteggiata in gran parte dei mass media ostili.

Centrali nella visita del Papa sono stati gli incontri ecumenici avuti con gli altri leaders cristiani, in particolare quello con l’Arcivescovo di Canterbury e con i vescovi della Chiesa d’Inghilterra. Nella Cattedrale di Westminster, il Santo Padre ha preso parte ai Vespri celebrati con tutta la panoplia della liturgia anglicana, un esempio, questo, del patrimonio anglicano che costituisce uno degli aspetti caratteristici del possibile Ordinariato.

Nel complesso, Papa Benedetto XVI ha parlato in termini positivi e cordiali delle relazioni tra anglicani e cattolici. A Lambeth ha affermato che non era sua intenzione “parlare delle difficoltà che il cammino ecumenico ha incontrato e continua ad incontrare”. Ha lodato i quarant’anni del dialogo della Commissione Internazionale anglicana-cattolica (ARCIC), esprimendo gratitudine per il “notevole progresso” compiuto verso l’obiettivo dell’unità e notando che “ciò che ci accomuna, in Cristo, è maggiore di ciò che ci divide”.

Tuttavia, il Santo Padre ha menzionato più volte, in termini generali, i problemi che gravano le relazioni ecumeniche ed ha sottolineato che la ricerca dell’unità richiede obbedienza alla volontà del Signore, “un’obbedienza che deve essere scevra dal conformismo intellettuale o dal facile asservimento allo spirito dei tempi”. Queste parole sono state interpretate da alcuni come un riferimento alle questioni attuali all’interno della Comunione Anglicana.

Anglicanorum Coetibus

Prima di lasciare l’Inghilterra, il Santo Padre ha parlato ai vescovi cattolici della Gran Bretagna dell’ Anglicanorum Coetibus, definendolo “un gesto profetico che può contribuire positivamente alle relazioni tra anglicani e cattolici”. Per Papa Benedetto XVI, la Costituzione Apostolica rinnova il nostro entusiasmo verso il ripristino della piena comunione ecclesiale ed incoraggia un arricchito “scambio di doni” dal patrimonio di ognuno.

La crisi dell’anglicanesimo è la crisi di un’identità storica davanti alla frammentazione culturale del mondo moderno. Nel corso della storia, la forza dell’anglicanesimo è sempre stata la sua capacità di abbracciare realtà disparate. Ciò che mantiene compatto l’anglicanesimo non è una rigida teologia ma un patrimonio culturale, custodito nel Libro della preghiera comune e nella Versione Autorizzata della Bibbia e diffuso attraverso il colonialismo. Sino alla fine del XIX secolo, l’anglicanesimo mondiale era una Chiesa d’Inghilterra per sudditi inglesi espatriati o per coloro che desideravano imitarli.

In epoca post-coloniale, con l’affievolirsi dei legami di dipendenza culturale, la Comunione Anglicana ha messo radici nelle comunità locali, ordinando sacerdoti e vescovi del posto piuttosto che missionari inglesi. Questo ha conferito all’anglicanesimo una nuova vitalità ed un’accresciuta sicurezza nelle relazioni internazionali, rafforzando il ruolo del Vescovo di Canterbury, al centro di una comunione non solo nazionale ma mondiale.

Tuttavia, la diversificazione dell’identità anglicana comporta profondi problemi. Senza il collante di una cultura nazionale ed in assenza di una forte autorità centrale, l’anglicanesimo ha cominciato ad assumere espressioni teologiche ed ecclesiologiche locali. La natura multi-comprensiva dell’anglicanesimo, unita alla flessibilità della sua struttura ecclesiologica, ha permesso interpretazioni della teologia e dell’antropologia radicalmente diverse, spesso influenzate più da tendenze culturali locali che dall’insegnamento tradizionale. Alcune province, come quella dell’America del Nord, hanno ordinato al soglio episcopale omosessuali praticanti ed hanno autorizzato la benedizione di coppie omosessuali, sollevando l’indignazione di province più tradizionali: la provincia anglicana della Nigeria (la più ampia) ha dichiarato di non considerarsi più in comunione con l’ Episcopal Church of North America.

A livello mondiale, l’anglicanesimo ha tentato di preservare la sua comunione tramite una serie di “strumenti di governo” (l’Arcivescovo di Canterbury; l’Incontro dei Primati; il Consiglio Consultivo Anglicano; la Lambeth Conference), al fine di esercitare un certo controllo sugli sviluppi teologici senza creare un’uniformità troppo centralizzata. Va detto che questi strumenti hanno fallito. Tra gli insuccessi più evidenti, vi è il ruolo stesso dell’Arcivescovo di Canterbury, il quale, nel momento in cui ha assunto una posizione più globale nella Comunione, ha visto la propria autorità ignorata o criticata come insignificante e addirittura come “neo-colonialista”.

Oltre alle nuove problematiche in campo morale, ci sono altre questione teologiche che dividono la Comunione Anglicana, in particolare l’ordinazione episcopale delle donne in alcune province ed il fatto che siano i diaconi a presiedere l’Eucaristia al posto dei sacerdoti.

Tutto ciò ha creato una situazione complessa per il dialogo ecumenico con la Chiesa cattolica, la quale non solo deve tener conto delle nuove questioni morali e teologiche che sembrano vanificare la speranza di un’unione piena e visibile, ma deve considerare anche le conseguenze e le implicazioni di tali questioni. Alcuni anglicani tradizionali, contrari agli sviluppi recenti, si sono staccati dalle loro province e fondato nuove entità, la cui professione di fede è spesso più vicina alla tradizione apostolica; essi hanno chiesto in alcuni casi di poter entrare in relazione con la Chiesa cattolica.

Nel tentativo di portare una qualche unità all’interno della Comunione Anglicana mondiale, un comitato istituito dall’Arcivescovo di Canterbury ha proposto un Anglican Covenant (da presentare a tutte le Province anglicane), nel quale si esprima l’adesione delle Province alle procedure proposte dagli Strumenti di Governo. L’Arcivescovo di Canterbury ha fortemente appoggiato il Covenant. Tuttavia, dopo quattro revisioni, l’aspetto obbligatorio del Covenant è stato notevolmente diluito; alcune Province lo considerano ancora troppo centralizzatore ed è quindi poco probabile che esso possa diventare uno strumento utile sia per l’anglicanesimo sia per i suoi partner ecumenici nel loro tentativo di accertare chiare posizioni anglicane su una serie di questioni. E’ difficile prevedere come la Comunione potrà evitare una frammentazione, prospettiva riconosciuta dallo stesso Arcivescovo di Canterbury.

La pubblicazione nel novembre 2009 della Costituzione Apostolica Anglicanorum Coetibus è stata una risposta alle richieste avanzate ormai da molto tempo da gruppi di anglicani ed ex-anglicani di una qualche forma di ammissione collettiva alla piena comunione con la Santa Sede. All’interno della Comunione anglicana, la promulgazione della Costituzione ha suscitato varie reazioni, sia positive che critiche, le quali hanno espresso un certo timore che la Santa Sede consideri ormai superata la forma tradizionale di dialogo ufficiale. In questa situazione, i numerosi contatti ufficiali e informali del Pontificio Consiglio si sono rivelati preziosissimi nello spiegare la Costituzione e nel presentare il preciso contesto della sua promulgazione. Allo stesso tempo, il Cardinale Kasper ha dichiarato chiaramente che la Costituzione Apostolica offre una risposta ad un’esigenza pastorale che, secondo il Decreto Unitatis Redintegratio § 4, è una questione distinta dal lavoro del dialogo ecumenico. Il lavoro del Pontificio Consiglio e le sue relazioni storiche con la Comunione anglicana proseguiranno.

La visita dell’Arcivescovo di Canterbury

L’Arcivescovo di Canterbury, il Dott. Rowan Williams, accompagnato dal Vescovo Christopher Hill, dal 19 al 22 novembre 2009, ha partecipato come oratore al Simposio in onore del Cardinale Willebrands. Durante la loro permanenza a Roma, hanno avuto luogo utili conversazioni sulla situazione del dialogo ecumenico e su questioni sollevatesi a seguito della promulgazione della Costituzione Apostolica Anglicanorum Coetibus. Il 22 novembre, il Dott. Williams ed il Vescovo Hill, insieme al Direttore del Centro anglicano di Roma e ad altri membri della delegazione, sono stati ricevuti in udienza dal Santo Padre.

La Commissione internazionale di dialogo

Una Commissione preparatoria incaricata di preparare la terza fase della Commissione Internazionale cattolica-anglicana si è riunita a Roma il 23 novembre 2009, sotto la co‑presidenza dell’Arcivescovo Alexander Brunett, di Seattle, da parte cattolica, e dell’Arcivescovo David Moxon della Nuova Zelanda, da parte anglicana. Si è trattato del terzo, e più ampio, incontro della Commissione preparatoria. Innanzitutto, sono state esaminate le proposte avanzate nel corso di un incontro precedente tenutosi nel 2008. Tali proposte sono state vagliate e riscritte per dar forma al programma provvisorio della Commissione internazionale, conformemente al mandato conferitole dal Santo Padre e dall’Arcivescovo Williams nella loro dichiarazione comune del novembre 2006. I temi suggeriti per la terza fase della Commissione sono: La Chiesa come comunione locale ed universale, e Come, nella comunione, la Chiesa locale ed universale può arrivare a discernere il giusto insegnamento etico. In entrambe le tematiche, che sono particolarmente significative per la situazione attuale all’interno della Comunione anglicana, la Commissione dovrà lavorare sulla base delle dichiarazioni comuni delle due precedenti fasi di dialogo.

Informal Talks ‑ Conversazioni informali

Ogni anno hanno luogo a Roma colloqui informali tra il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani ed alti esponenti della Comunione anglicana: rappresentanti del Lambeth Palace, dell’Anglican Communion Office, del Centro anglicano di Roma e dei Dialoghi internazionali. Questi incontri permettono uno scambio di idee franco e fruttuoso ed un aggiornamento costante tra le parti in dialogo. Nel 2009, i colloqui si sono concentrati sugli sviluppi recenti all’interno della Comunione anglicana e sul loro impatto sul dialogo, e sulle conseguenze della Costituzione Apostolica Anglicanorum Coetibus.

 

Federazione Luterana Mondiale

Nel 2009 ricorreva il X anniversario della firma della Dichiarazione Congiunta sulla Dottrina della Giustificazione. Ad Augsburg (Germania), dal 30 al 31 ottobre, la Federazione Luterana Mondiale (FLM) e la Chiesa cattolica hanno organizzato un evento commemorativo presso il municipio della città, con interventi da parte di rappresentanti luterani, metodisti e cattolici, come pure una celebrazione ecumenica nella cattedrale, che ha visto la partecipazione di molti ospiti ecumenici nazionali ed internazionali. Questo Dicastero è stato rappresentato dal Cardinale Kasper e da Mons. Türk. Analoghe celebrazioni sono state organizzate in altri paesi.

1. Il dialogo luterano‑cattolico

Con lo studio sul tema L’apostolicità della Chiesa, la Commissione Internazionale luterana‑cattolica per l’unità ha concluso nel 2006 la sua quarta fase di dialogo. All’interno del complesso e controverso ambito ecclesiologico, sono stati affrontati nel dettaglio i seguenti temi: 1) l’apostolicità come caratteristica essenziale della Chiesa, in continuità con la sua fondazione originaria; 2) l’apostolicità del ministero ordinato; 3) gli strumenti a disposizione della Chiesa per preservare la fede ed insegnare quella verità che gli apostoli hanno trasmesso una volta per tutte alla Chiesa.

L’apostolicità della Chiesa s’iscrive nel contesto del consenso raggiunto dai cattolici e dai luterani sulla giustificazione per grazia di Cristo, nella comune professione che è lo Spirito Santo a riunire i fedeli nella Chiesa. Partendo da questa base, e nonostante le differenze che tuttora permangono, luterani e cattolici sono fondamentalmente d’accordo su ciò che è l’apostolicità della Chiesa e riconoscono, ognuno con accentuazione propria e specifica, la vera apostolicità della tradizione dell’altro.

Per quanto riguarda il ministero ordinato, il documento di studio menziona la ricca testimonianza biblica ed espone i maggiori cambiamenti verificatisi nel corso dei secoli a livello di ordinamento istituzionale e di teologia del servizio ministeriale. Oggi luterani e cattolici sono d’accordo sul sacerdozio comune dei credenti e sul ministero come servizio istituito da Dio per tutti. Tuttavia, i luterani non accolgono il modo in cui il Concilio Vaticano II si riferisce al ministero episcopale come piena realizzazione del ministero ordinato. Se, da un lato, il Concilio Vaticano II parla di deficienze insite in ministeri come quelli luterani, dall’altro il documento di dialogo fa osservare che altre affermazioni conciliari, insieme al consenso sulla dottrina della giustificazione, segnalano la possibilità di un più positivo riconoscimento, da parte cattolica, dell’efficacia spirituale del ministero luterano.

Per ciò che concerne gli strumenti a disposizione della Chiesa per preservare la verità del vangelo apostolico, il dialogo propone una diversità riconciliata tra cattolici e luterani sul canone biblico e sulla relazione tra Scrittura e Tradizione. Se, da una parte, la Commissione non nega il permanere di importanti divergenze sui ministeri dottrinali e sul magistero, dall’altra essa mostra che luterani e cattolici sono fondamentalmente d’accordo nel riconoscere la necessità dei ministeri dottrinali tra le molteplici istanze di testimonianza del vangelo apostolico e del suo impatto sulla fede, sul culto e sulla vita dei cristiani di oggi.

Nel 2009, sotto la co‑presidenza di S.E. Mons. Müller, Vescovo di Regensburg (Germania), da parte cattolica e del Vescovo Huovinen di Helsinki (Finlandia) da parte luterana, si è riunita a Breklum, vicino ad Amburgo, dietro invito della Chiesa locale luterana di Nordelbien, la Commissione Internazionale luterana‑cattolica per l’unità nella prima sessione della quinta fase di dialogo. Sono state così avviate le consultazioni sul nuovo tema: Battesimo e comunione ecclesiale crescente. L’unico battesimo è la base della comunione tra cattolici e luterani. Finora, questo aspetto è stato più un presupposto che un oggetto vero e proprio della discussione ecumenica. La Commissione intende ora esplicitare l’implicita teologia comune del battesimo, nella prospettiva di una crescente comunione ecclesiale. La teologia comune del battesimo può quindi contribuire alla crescita della comunione ecclesiale. La Dichiarazione Congiunta sulla Dottrina della Giustificazione costituisce la base più importante per questo progetto. In tale documento, non era stata sottolineata esplicitamente la dimensione ecclesiale del consenso sulla dottrina della giustificazione. Tuttavia, il battesimo è un Sitz im Leben della giustificazione ed ha una chiara importanza ecclesiale. La Commissione intende ora esplicitare quale essa sia. Esistono convergenze sostanziali non solo in ciò che riguarda la comprensione e la prassi del battesimo.

Per il 2017, anno in cui si celebrano i 500 anni della Riforma, la Commissione di dialogo intende giungere ad un documento comune, che studi quale possa essere al giorno d’oggi un’adeguata valutazione della Riforma dal punto di vista ecumenico.

Sempre in occasione dell’anniversario della Riforma, l’Institut für ökumenische Forschung di Strasburgo della Federazione Luterana Mondiale insieme al Johann‑Adam‑Möhler‑Institut für Ökumenik di Paderborn hanno deciso di lanciare un nuovo progetto ecumenico internazionale, che esamini per la prima volta in maniera congiunta le 95 tesi di Lutero del 1517.

Per quanto riguarda i contenuti della Dichiarazione Congiunta sulla Dottrina della Giustificazione, dal 2008 un Gruppo di Lavoro di Biblisti sta proseguendo la riflessione a livello internazionale. Gli esegeti cattolici, luterani, metodisti e riformati sono già pervenuti ad un ampio consenso nello studio dei fondamenti biblici della dottrina della giustificazione.

2. I dialoghi regionali

Accanto alle commissioni di dialogo bilaterali tra cattolici e luterani a livello regionale, come quelle negli Stati Uniti (sul tema Escatologia e vita eterna), in Finlandia ed in Svezia (sul tema Giustificazione nella vita della Chiesa)  e dal 2009 nuovamente in Germania (sul tema Dio e la dignità della persona), sono sorte conversazioni a nuovi livelli, come la serie di consultazioni tra il Johann‑Adam‑Möhler‑Institut für Ökumenik di Paderborn e la Lutherischen Theologischen Hochschule della Selbstständigen Evangelisch‑Lutherischen Kirche (SELK) di Oberursel in Germania. Lo scopo ed il contenuto di tali dialoghi è l’elaborazione di punti comuni tra la Chiesa cattolica ed il luteranesimo confessionale, che si struttura all’interno del Consiglio Internazionale Luterano al quale appartiene anche il Missouri Synod degli Stati Uniti. Anche con i rappresentanti luterani dei paesi baltici sono iniziati dei colloqui fin dal 2008 sull’istituzione di un nuovo livello di dialogo bilaterale. I vari colloqui regionali sono complementari al dialogo con la Federazione Luterana Mondiale, al quale possono fornire preziosi stimoli.

L’XI Plenaria della Federazione Luterana Mondiale, tenutasi a Stoccarda nel 2010 sul tema Dacci oggi il nostro pane quotidiano ha riflettuto principalmente sulla giustizia sociale, la pace e l’ambiente. In tale occasione, ha avuto luogo anche una toccante celebrazione di riconciliazione con i mennoniti, che era stata preparata dal dialogo luterano‑mennonita. Questo dialogo bilaterale dovrà proseguire in futuro a livello trilaterale, tra luterani, mennoniti e cattolici.

3. Le prospettive future

Anche il luteranesimo deve sempre più affrontare problemi legati alla propria comunione e identità ecclesiale. I luterani soffrono oggi a causa di divisioni interne. Nuovi gruppuscoli o parti di chiese locali si dividono, cercano sostegno altrove e, a volte, si appoggiano ad interlocutori ecumenici come la Chiesa cattolica. All’origine di tutto questo vi è un contrasto, assente fino a poco tempo fa, su problemi etici e teologico‑morali che riguardano la nostra società secolarizzata; spesso, vi è anche una mancanza di basi sostanziali e di una solida spiritualità comune. Ciò ha reso talvolta più bruschi e critici i toni nei confronti dell’interlocutore ecumenico. L’interesse ecumenico viene meno e ci si preoccupa solo di mantenere lo “status quo”. L’obiettivo di una piena e visibile unità della Chiesa viene a volte sostituito da quello di una mera cooperazione, laddove le circostanze lo permettono senza troppe difficoltà. In questa situazione intermedia, per poter rafforzare l’ecumenismo di vita e l’ecumenismo spirituale, sono necessari un consolidamento ed un autentico proseguimento dei dialoghi bilaterali sulla base dei risultati teologici ottenuti finora. I vari approcci relativistici alla fede e alla dottrina cristiana, presenti in molti settori della società, non sono certo di aiuto. Come ha affermato Papa Benedetto XVI: “L’accettazione di questa erronea linea di pensiero porterebbe i cristiani a concludere che nella presentazione della fede cristiana non è necessario sottolineare la verità oggettiva, perché non si deve seguire la propria coscienza e scegliere quella comunità che meglio incontra i propri gusti personali. Il risultato è riscontrabile nella continua proliferazione di comunità che sovente evitano strutture istituzionali e minimizzano l’importanza per la vita cristiana del contenuto dottrinale” (Benedetto XVI, Incontro ecumenico, 18 aprile 2008, chiesa di St. Joseph, New York).

Va comunque notato che, accanto alle vecchie divergenze che sono state in parte superate, sono sorti nuovi problemi, sconosciuti nel passato. La post‑modernità ha fatto sì che si sviluppasse una crescente diversità teologica anche all’interno del luteranesimo, che adesso è ancora di più chiamato a chiarire quali sono gli aspetti vincolanti della sua dottrina. Da anni, ad esempio, la Federazione Luterana Mondiale è alle prese con questioni concrete riguardanti il rinnovamento ed il consolidamento della sua struttura come comunione di Chiese. Altri tentativi nella direzione di una costituzione vincolante dal punto di vista dottrinale, come la proposta di adottare la Confessio Augustana quale testo confessionale per tutti i membri della Chiesa protestante in Germania, sono tuttavia falliti nel 2009 di fronte ad interessi particolari.

Preoccupanti sono anche i nuovi dissensi sorti in campo etico. Alcune Chiese membro della Federazione Luterana Mondiale, in ciò che concerne il matrimonio e la sessualità, hanno assunto posizioni che da una parte comportano il rischio di una divisione tra i fedeli e dall’altra possono condurre allo scioglimento di comunioni ecclesiali con altre Chiese membro più tradizionali. Ad esempio, molti non sono più d’accordo con le decisioni prese dalle Chiese luterane della Svezia e degli Stati Uniti sull’omosessualità e sull’accettazione nel ministero di persone che seguono quello stile di vita.

Il 27 agosto del 2010, alcuni luterani conservatori degli Stati Uniti si sono separati dalla Chiesa luterana‑evangelica in America (ELCA) ed hanno fondato una nuova “Chiesa luterana nordamericana”. Il motivo di tale separazione è la decisione presa dall’ELCA nel 2009 di permettere il sacerdozio a teologi che vivono liberamente l’omosessualità. Rimane da vedere fino a che punto questa problematica condurrà ad un’ulteriore prova del fuoco per la Federazione Luterana Mondiale.

 

Consiglio Metodista Mondiale

Nel 2009 e 2010, le relazioni tra cattolici e metodisti sono state portate avanti tramite il lavoro della Commissione internazionale cattolica metodista, come pure attraverso conversazioni, contatti e visite di delegazioni ufficiali.

Il dialogo con il Consiglio Metodista Mondiale (CMM) si svolge in fasi di cinque anni durante i quali viene redatto un documento comune da presentare alla sessione del Consiglio Metodista Mondiale che si riunisce ogni sei anni. L’anno 2010 segna la fine della fase attuale, e il documento Incontrare Cristo il Salvatore: Chiesa e Sacramenti sarà presentato alla riunione del CMM a Durban (Sud Africa) nel 2011. Il documento prende in esame i sacramenti del battesimo, dell’eucaristia e del ministero alla luce del mistero pasquale. Inoltre, il gruppo di dialogo ha preparato una “sintesi” – sulla falsariga di Raccogliere i Frutti – unendo i temi principali di quarant’anni di dialogo metodista-cattolico. Questo documento verrà presentato al CMM e al PCPUC per un parere ufficiale e per un’approvazione.

Nel 2009, ha avuto luogo l’incontro della Commissione mista internazionale cattolica-metodista presso il Boston College, nel Massachusetts, dal 13 al 20 novembre, sotto la co‑presidenza di S.E. Mons. Michael Putney e del Rev.do Dott. Geoffrey Wainwright. Si è trattato del quarto incontro nel ciclo quinquennale della Commissione. Il primo compito della Commissione è stato concludere la discussione su un documento che sintetizza i risultati di tutti i dialoghi cattolici metodisti, intitolato Together to Holiness; 40 years of Methodist‑Roman Catholic dialogue. Come suo secondo importante compito, la Commissione mista ha continuato a lavorare sul testo Encountering Christ the Saviour: Church and Sacraments (Incontrare Cristo il Salvatore: la Chiesa e i sacramenti), incentrato sul mistero pasquale in relazione ai sacramenti del battesimo, dell’eucaristia e degli ordini sacri. Insieme a molti altri contatti, dall’11 al 15 gennaio, Mons. Langham ha partecipato ad una conferenza presso l’Ushaw College di Durham sul tema Receptive Ecumenism and Ecclesial Learning: Learning to Be Church Together, organizzata congiuntamente dal Centro per gli studi cattolici dell’Università di Durham e dal St Cuthbert’s Seminary dell’Ushaw College.

 

Alleanza Mondiale delle Chiese Riformate

La nuova Comunione Mondiale delle Chiese Riformate (CMCM) è costituita dalla fusione dell’Alleanza Mondiale delle Chiese Riformate (AMCR) con il Consiglio Ecumenico Riformato (CER). La nuova CMCM rappresenta circa 80 milioni di cristiani di 227 confessioni provenienti da 108 paesi e comprende varie chiese riformate, congregazionali, presbiteriane e Chiese Unite. La nuova Comunione Mondiale delle Chiese Riformate manterrà la sua sede a Ginevra (Svizzera).

L’Alleanza Mondiale delle Chiese Riformate (AMCR) è stata creata nel 1970 dalla fusione di due organismi, l’uno rappresentante le Chiese presbiteriane e riformate (creato nel 1875), l’altro le Chiese congregazionaliste. Contava 218 chiese in 107 paesi di tutto il mondo, con circa 75 milioni di fedeli.

All’origine il Consiglio Ecumenico Riformato (CER) era stato creato nel 1946 come Sinodo Ecumenico Riformato (SER), in chiara opposizione alle chiese calviniste più progressiste del ventesimo secolo. In un primo tempo era contrario alle relazioni ecumeniche moderne, compreso il Consiglio Ecumenico delle Chiese.

Il Consiglio Generale per l’Unità (CGU) della Comunione Mondiale delle Chiese Riformate ha avuto luogo a Grand Rapids, Michigan, negli Stati Uniti dal 18 al 28 giugno 2010. Grand Rapids è la sede del CER. Il Rev.do Gregory Fairbanks, del PCPUC, ha letto un messaggio di Papa Benedetto XVI in tale occasione. Durante l’incontro, il Reverendo Dr Jerry Pillay, Segretario Generale della Chiesa Presbiteriana per l’Unità in Sud Africa, è stato eletto quale primo Presidente della nuova CMCR.

Nell’aprile del 2011 inizieremo una quarta fase del dialogo teologico internazionale cattolico-riformato. In precedenza hanno avuto luogo tre fasi del dialogo con l’AMCR. La prima, dal 1970 al 1977, ha pubblicato una relazione dal titolo La Presenza di Cristo nella Chiesa e nel Mondo; la relazione della seconda fase, dal 1984 al 1990, s’intitolava Verso una Comune Comprensione della Chiesa, e la relazione della terza fase, dal 1998 al 2005, La Chiesa come Comunità per una comune Testimonianza del Regno di Dio.

D’accordo con la CMCM, abbiamo scelto per la prossima fase il tema Giustificazione e Sacramentalità. La Comunità cristiana è un operatore di giustizia. Questo tema nasce dai dibattiti svoltisi durante le prime tre fasi di dialogo. Ci auguriamo che la CMCM potrà aderire alla Dichiarazione Congiunta sulla Dottrina della Giustificazione tra la Chiesa cattolica e la Federazione Luterana Mondiale, come ha fatto il Consiglio Metodista Mondiale nel 2006. Il team cattolico per la quarta fase del dialogo è il seguente: S.E. Mons. Kevin Rhoades (Vescovo di Fort Wayne-South Bend, IN, USA) come Co-presidente, il Dott. Peter Cagarella (USA), P. William Henn, ofm cap. (Rome, USA), il Prof. Dott. Peter De Mey (Belgio), il Rev.do Jorge Scampini, O.P. (Argentina), la Dott.ssa Annemarie Mayer (Germania), il Rev.do Gregory Fairbanks (PCPUC) come Co‑Segretario.

 

Discepoli di Cristo (Chiesa cristiana)

A seguito della riunione della Commissione internazione per il dialogo tra la Chiesa cattolica e i Discepoli di Cristo, tenutasi a Klosterneuburg, nei pressi di Vienna, dal 22 al 27 giugno 2008, per discutere il tema Il Sacerdozio di Cristo nella Chiesa e nel Ministero, si è deciso che la mossa successiva sarebbe stata quella di raccogliere i frutti del dialogo sul tema fondamentale dell’intera quarta fase: La Presenza di Cristo nella Chiesa.

Dal 28 giugno al 1 luglio 2009, a Indianapolis, Indiana (USA), si sono incontrati il Rev.do Dott. David Thompson, docente emerito del Fitzwilliam College di Cambridge (Inghilterra), rappresentante dei Disciples of Christ, e la Dott.ssa Margaret O’Gara, docente al University of St. Michael’s College, Toronto (Canada), rappresentante della parte cattolica, insieme ai due Co‑Segretari della Commissione internazionale mista, il Rev.do Dott. Robert Welsh da parte dei Disciples e il Rev.do Gosbert Byamungu, Officiale di questo Pontificio Consiglio, per redigere un documento di sintesi dei risultati della quarta fase del dialogo, intitolato The Presence of Christ in the Church with Special Reference to the Eucharist. Nei mesi successivi, i redattori hanno preso in considerazione le osservazioni inviate dai membri della Commissione internazionale, fino a giungere ad una stesura definitiva del documento approvata da tutti i membri. Il documento è in attesa di approvazione delle autorità competenti della Chiesa cattolica e dei Disciples of Christ, prima di poter essere pubblicato.

Si è deciso, inoltre, di dare inizio nel 2011 ad una quinta fase del dialogo ufficiale, dopo aver rinnovato la Commissione mista internazionale con un mandato di cinque anni (2011‑2016). In seguito alla rinuncia del Rev. Dott. William Tabbernee, i Disciples of Christ hanno scelto come nuovo co‑presidente della Commissione mista internazionale il Dott. Newell Williams, Presidente del Brite Divinity School in Fort Worth (USA).

 

Alleanza Battista Mondiale

L’Alleanza Battista Mondiale (ABM) è una Comunione di 216 convenzioni e unioni battiste comprendenti oltre 37 milioni di credenti battezzati e una comunità di 105 milioni di persone. I battisti praticano il “battesimo dei credenti” adulti, come i loro predecessori anabattisti, spiegando così la differenza tra 37 milioni e 105 milioni. La teologia battista è un insieme di radici anabattiste e calviniste. I battisti sono evangelicali nel loro approccio teologico e tendono a concordare con la Chiesa cattolica sulla maggior parte delle questioni relative alla famiglia e alla morale. L’Alleanza battista mondiale ebbe inizio a Londra in Inghilterra nel 1905 durante il primo Congresso battista mondiale. Nel 2004, la Convenzione battista del Sud (la maggiore denominazione protestante degli USA, con 16 milioni di aderenti battezzati, circa il 50% dei battisti degli USA) si è ritirata dall’ABM. I battisti del Sud rifiutano l’ordinazione delle donne, sono cauti nei riguardi dell’ecumenismo e sono più tradizionali per quanto riguarda le questioni sociali.

La seconda serie di conversazioni tra l’Alleanza Battista Mondiale (ABM) e la Chiesa cattolica è al suo quinto ed ultimo anno. Il tema generale di questa fase, che va dal 2006 al 2010, è La Parola di Dio nella vita della Chiesa: Scrittura, Tradizione e Koinonia. Il Vescovo Arthur Serratelli (USA) e il Rev.do Dott. Paul Fiddes (GB) sono Co-presidenti di queste conversazioni. Dopo la prima fase di conversazioni (Chiamati a testimoniare Cristo nel mondo di oggi – 1984-1988), l’Assemblea generale dell’ABM del 1990 ne aveva rifiutato il rapporto conclusivo. Soltanto dopo 18 anni dalla conclusione della prima fase, ha avuto inizio una seconda fase di conversazioni.

Dal 13 al 19 dicembre 2009, ha avuto luogo a Roma la quarta sessione della seconda fase di conversazioni tra l’Alleanza Battista Mondiale e la Chiesa cattolica. Le discussioni erano incentrate sul tema Oversight and Primacy in the Ministry of the Church. Il tema generale di questa fase, che va dal 2006 al 2010, è The Word of God in the Life of the Church: Scripture, Tradition and Koinonia. S.E. Mons Arthur Serratelli, Vescovo di Paterson (New Jersey, USA), ed il Rev.do Dott. Paul Fiddes, Professore di Teologia sistematica presso la University of Oxford (Oxford, Gran Bretagna), erano i due co‑presidenti.

 

La Conferenza Mennonita Mondiale

I Mennoniti si situano nella tradizione anabattista della Riforma, che ha assunto nel XVI secolo posizioni più radicali rispetto a quelle di Lutero, Zwingli e Calvino. La Conferenza Mennonita Mondiale (CMM) rappresenta 1.600.000 fedeli appartenenti a 99 chiese nazionali di mennoniti e Brethren in Christ da 56 paesi e 6 continenti: più del 60% sono africani, asiatici o latinoamericani.

Una fase di conversazioni tra la CMM e il PCPUC (Chiamati insieme ad essere fautori di pace) ha avuto luogo dal 1998 al 2003. Nel 2009 il PCPUC ha inviato una richiesta alla CMM per una nuova serie di conversazioni sul tema del battesimo. Poiché sia la Chiesa cattolica che la Federazione Luterana Mondiale hanno raccomandato che il battesimo venga studiato nelle conversazioni con la CMM, è stato deciso di tenere conversazioni trilaterali tra la CMM, la FLM ed il PCPUC. La riflessione sul battesimo, che è uno dei principali punti storici di divisione teologica con gli anabattisti, offre l’occasione sia di esaminare le questioni teologiche iniziali sia di trattare il mutuo riconoscimento del battesimo.

Dal 12 al 19 luglio, il Rev.do Fairbanks ha partecipato alla Conferenza Mondiale Mennonita ad Asuncion, in Paraguay. Il Rev.do Fairbanks ha portato i saluti del PCPUC all’Assemblea e al nuovo presidente della Conferenza Mondiale Mennonita, Danisa Ndlovu dello Zimbabwe.

 

Church Communities International (Bruderhof)

Il 26 ottobre il Cardinale Kasper ed il Rev.do Fairbanks hanno incontrato una delegazione delle Church Communities International (Bruderhof) presso il PCPUC in modo da promuovere relazioni cordiali con questo gruppo anabattista, che è molto attivo in iniziative a favore della vita umana e della famiglia.

 

Salvation Army (Esercito della Salvezza)

L’Esercito della Salvezza ebbe origine verso la metà del XIX secolo, come movimento missionario al servizio dei poveri. Il suo fondatore, William Booth, era un ministro metodista. L’Esercito della Salvezza opera in 121 paesi. Dichiara di avere tra i suoi membri oltre 17.000 ufficiali attivi e più di 8.700 in pensione, più di un milione di soldati, circa 100.000 altri impiegati e più di 4,5 milioni di volontari. I membri dell’Esercito della Salvezza possono essere definiti come cristiani evangelici che non praticano alcun sacramento.

È in corso da diversi anni una serie di conversazioni ecumeniche informali tra l’Esercito della Salvezza e la Chiesa cattolica. Le conversazioni sono ancora di tipo informativo. Nel 2009 le conversazioni si sono incentrate sul modo in cui le due parti considerano la Rivelazione Divina. Il tema del 2010 riguardava le rispettive interpretazioni della giustificazione. Il tema fissato per il 2011 è la santificazione, e per il 2012 la missione. Al momento non vi è l’intenzione di ufficializzare le conversazioni e pubblicare i risultati.

 

Pentecostali, Evangelicali, Carismatici

Negli ultimi due anni, il lavoro relativo alle relazioni tra cattolici e pentecostali si è incentrato sulla preparazione della prossima fase di dialogo che tratterà il tema Charisms in the Church: their Spiritual Significance, Discernment and Pastoral Implications. Nel frattempo vi sono state diverse occasioni di formazione ecumenica per i cattolici. Mons. Juan Usma, Capo-ufficio della sezione occidentale, ha partecipato a varie iniziative in tal senso in Oceania (National Conference of Delegates for Ecumenism in Australia; incontri nelle diocesi di Queensland; conferenze ed incontri di formazione nelle diverse diocesi della Nuova Zelanda) ed in America Latina (riunione di tutti i vescovi responsabili per l’ecumenismo delle 22 Conferenze episcopali del continente). Anche i vescovi della commissione per l’evangelizzazione della Federation of Asian Bishop’s Conference hanno espresso il loro desiderio di avere un incontro che possa illustrare “la questione pentecostale”.

Per i prossimi anni, è importante tenere presente i cambiamenti che si sono verificati e si stanno verificando all’interno del mondo pentecostale e di cui è prova l’attenzione attribuita all’aspetto ecumenico durante l’ultima Pentecostal World Conference tenutasi a Stoccolma (Svezia) nel novembre del 2010. Il Dott. Robeck, co-presidente del dialogo cattolico-pentecostale, ritiene che l’accento posto sulla necessità di una maggior unità con la Chiesa universale testimoni il tentativo attuale di ricuperare la visione originaria pentecostale circa l’unità dei cristiani.

Per quanto riguarda le Conversazioni Preliminari con un gruppo di leaders dei Carismatici Non-Denominazionali, cioè facenti parti della cosiddetta terza ondata dei pentecostali, il PCPUC ha avuto con loro un secondo incontro, per approfondire la questione della loro identità confessionale e della loro auto-comprensione (il primo aveva affrontato la questione del concetto di unità dei cristiani). I Carismatici Non-Denominazionali hanno parlato dell’effusione dello Spirito Santo (Anointing in the Holy Spirit) mentre i cattolici hanno presentato una riflessione su Il ruolo della dottrina nella Chiesa cattolica. I nostri partner del dialogo internazionale cattolico-pentecostale hanno manifestato disagio e perplessità circa l’esistenza di queste conversazioni. I chiarimenti offerti sono stati ben accolti. Sarà comunque nostro compito determinare la forma migliore per mantenere i contatti con questi gruppi senza recar danno al Dialogo internazionale cattolico-pentecostale. Il prossimo incontro previsto per il 2012 si incentrerà sulla missione della Chiesa e dovrà fare una valutazione delle conversazioni avute finora, stabilendo la maniera di procedere nel futuro.

Per ciò che concerne gli Evangelicals, è stata inaugurata la terza serie di Consultations between the Catholic Church and the World Evangelical Alliance (la seconda serie si era conclusa nel 2003). Il progetto, che prevede altri quattro incontri, nella sua prima sessione ha tentato di stabilire quale sia la base comune per le questioni dogmatiche ed etiche tra cattolici ed evangelicali. Anche se in linea di massima vi è un’agenda ed un approccio comune alle questioni etiche tra cattolici ed evangelicali, è evidente che vi sono divergenze significative a livello di ecclesiologia.

Uno degli sviluppi più significativi del periodo è senz’altro la partecipazione di una delegazione cattolica ufficiale a Città del Capo, in Sud Africa, a Lausanne III, in qualità di osservatori. Il fatto costituisce un’assoluta novità, poiché nelle precedenti conferenze la presenza cattolica non era mai stata presa in considerazione. Il Movimento di Losanna ha avuto un importante ruolo nel processo identitario degli evangelicali. Mentre Lausanne I si è incentrata sulla definizione del Covenant e Lausanne II ha proposto una strategia missionaria, Lausanne III ha riaffermato gli impegni precedenti ed ha tentato di definire la via da seguire per portare avanti la missione nel mondo odierno, ricordando (sebbene in maniera non così marcata come ci si poteva aspettare) il Centenario della Conferenza Mondiale sulla Missione di Edimburgo. Cape Town 2010 è stato un congresso sull’evangelizzazione, che ha visto la presenza di cristiani di tutte le tradizioni, che avevano in comune la stessa preoccupazione ed un simile approccio missionario. In alcune occasioni, anche durante le Plenarie, sono affiorati stereotipi sulla Chiesa cattolica e sui cattolici; va comunque notato che ci sono state puntualmente persone che hanno preso le distanze da tali approcci.

Sebbene gli osservatori abbiano partecipato a tutte le attività della settimana e la presenza della delegazione cattolica (S.E. Mons. Stephen Brislin, S. E. Mons. Graham Rose , S.E. Mons. Daniel, S.E. Mons. Oscar Cantu, Mons. Juan Usma del PCPUC) sia stata molto apprezzata nei gruppi di lavoro, va rilevato che in nessuna delle Plenarie della settimana è stata menzionata questa presenza cattolica ed i saluti inviati da alcune delegazioni sono stati pronunciati solo durante gli incontri degli osservatori stessi.

 

Dialoghi Multilaterali

 

Il Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC)

Mentre il Consiglio Ecumenico delle Chiese si vede come “uno strumento privilegiato del movimento ecumenico”, la Chiesa cattolica cerca di attuare la propria visione ecumenica e svolge un ruolo complementare all’interno del movimento ecumenico, che rimane comunque unico. Nella consapevolezza che vi è una chiara divergenza tra le strutture ecclesiologiche delle due istituzioni, è fondamentale che la loro relazione venga percepita come complementare e non competitiva. In tal senso, la Chiesa cattolica continua a partecipare alle attività del Consiglio Ecumenico delle Chiese, come espressione della koinonia parziale già esistente tra le due istituzioni.

Nel 2009, durante l’incontro del Comitato Centrale tenutosi a Ginevra dal 26 agosto al 2 settembre, è stato eletto come nuovo Segretario Generale il Rev.do Dott. Olav Fykse Tveit della Chiesa evangelica luterana della Norvegia. È significativo che, dopo essere entrato in carica nel gennaio del 2010, il primo compito scelto dal nuovo Segretario Generale è stato quello di visitare il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani nel maggio del 2010, a chiara dimostrazione della sua volontà di proseguire il cammino ecumenico insieme alla Chiesa cattolica.

La ricerca teologica dell’unità tra le due istituzioni è portata avanti dalla Commissione Fede e Costituzione del CEC, di cui la Chiesa cattolica è membro a pieno titolo, e dal Gruppo Misto di Lavoro (GML) che tenta di individuare le possibili aree di collaborazione, affinché si possa dare una visibile testimonianza comune del Vangelo. Dal 20 al 23 maggio del 2009 l’Esecutivo del GML si è riunito a Dublino dietro invito di Sua Eccellenza l’Arcivescovo Diarmuid Martin, Co-moderatore cattolico del GML, per discutere dei progressi del IX Rapporto su due temi e due questioni attualmente studiati dal GML: la ricezione ecumenica, le radici spirituali dell’ecumenismo, migrazione e gioventù. Dal 12 al 19 ottobre del 2009 i 36 membri della Plenaria del GML si sono incontrati a Cordoba, in Spagna, per riflettere in maniera approfondita su tali tematiche.

Dal 24 al 27 maggio del 2010, l’Esecutivo del GML si è riunito nuovamente a Targoviste, in Romania, questa volta dietro l’invito del Co-moderatore del GML del CEC, Sua Eminenza l’Arcivescovo e Metropolita Nifon di Targoviste. Recentemente, dal 26 settembre al 3 ottobre del 2010, la Plenaria del GML, presso il monastero greco-ortodosso di S. Cristoforo di Saidnaya, in Siria, ha fatto gli ultimi emendamenti ai testi per il IX Rapporto sui temi e le questioni sopracitati.

Va aggiunto che il CEC e la Chiesa cattolica stanno collaborando intensamente nel campo della formazione dei futuri ecumenisti. Un professore cattolico insegna presso l’Istituto Ecumenico di Bossey ed ogni anno gli studenti di tale istituto ed i giovani stagisti del CEC visitano la Santa Sede per una settimana, al fine di comprendere più da vicino come è organizzata la Chiesa cattolica e quale è il suo contributo al movimento ecumenico.

Questo spirito di cooperazione caratterizza anche le relazioni tra il CEC e le Comunioni Cristiane Mondiali e si esprime attraverso il Consiglio Consultivo Misto, dove avviene uno scambio di idee tra i Segretari delle Comunioni Cristiane Mondiali ed i membri del CEC sui progressi del movimento ecumenico. Durante l’ultimo incontro del Consiglio Consultivo Misto, nei giorni 19 e 20 maggio 2010, il Dott. Olav Fykse Tveit ha sottolineato l’importanza del contributo dei Segretari Generali delle Comunioni Cristiane Mondiali al lavoro del CEC e li ha invitati a formulare insieme al CEC una visione comune e a condividere le risorse disponibili per avvicinarsi ulteriormente all’obiettivo dell’unità visibile.

La volontà di approfondire le relazioni all’interno del movimento ecumenico è alla base anche della formazione e delle attività del Global Christian Forum (GCF). Il PCPUC continua ad appoggiare il lavoro del Comitato del GCF per la sua visione teologica, secondo cui si cerca di far entrare nel movimento ecumenico anche cristiani pentecostali ed evangelicali, che sarebbero altrimenti reticenti ad aderire alle espressioni tradizioni del dialogo ecumenico. In seguito al successo del Global Event del GCF in Kenya, a Nakuru nei pressi di Nairobi, nel 2007, il Comitato del GCF si è riunito ad Helsinki, in Finlandia (dal 23 al 25 febbraio del 2009); a Sunbury-on-the-Thames, in Gran Bretagna (nei giorni 9 e 10 novembre 2009) ed a Chicago, negli Stati Uniti (dal 16 al 17 giugno del 2010). Diversi incontri regionali hanno avuto luogo in Medio Oriente, in Egitto, Libano e Siria (dal 20 al 30 giugno 2009); in Africa, nel Ghana a Peduase vicino ad Accra (dal 16 al 20 novembre 2009); in Asia, in Corea a Seoul (dal 12 al 16 novembre 2010); in America Latina, in Costa Rica a San José (dal 23 al 25 novembre 2010). A tutti questi incontri sono stati invitati delegati cattolici, che vi hanno preso parte con crescente interesse. Un secondo Global Event del GCF è previsto dal 4 al 7 ottobre 2011 in Indonesia, nei pressi di Giacarta.

Nel contesto del Centenario della prima Conferenza Mondiale sulla Missione, che si è tenuta nel 1910 ad Edimburgo, in Scozia, e che è comunemente considerata come l’inizio del movimento ecumenico moderno, è importante segnalare che la Chiesa cattolica ha partecipato ai vari eventi commemorativi come segno del suo lungo impegno ecumenico. Di fatti, anche se i cattolici non erano rappresentati nella Conferenza del 1910, le celbrazioni del Centenario di Edimburgo hanno visto la partecipazione di un’ampia delegazione cattolica ufficiale, guidata da S.E. Mons. Brian Farrell, Segretario del PCPUC, ed una partecipazione ancora più numerosa della chiesa cattolica locale e di cattolici di tutto il mondo. I delegati cattolici hanno presentato interventi durante la plenaria, presieduto piccoli gruppi di lavoro, e contributo in diversi modi all’esito positivo dell’evento. Questa partecipazione rivela il cambiamento verificatosi nel corso dei cinquant’anni di impegno cattolico nel movimento ecumenico. Tale impegno ha certamento condotto ad una riflessione rinnovata sull’impatto dell’ecumenismo sulla missione cristiana e su cosa ciò significhi per il futuro del cristianesimo mondiale, per le relazioni tra le diverse tradizioni cristiane e per la testimonianza comune del Vangelo nel mondo. Il PCPUC continua ad appoggiare un Consultore cattolico che lavora in loco nella sede del Centro Ecumenico di Ginevra. Dall’8 al 12 giugno 2009, una delegazione ufficiale del CEC della Commissione sulla Missione Mondiale e l’Evangelizzazione, insieme a tre commissari cattolici del team, è stata ricevuta presso il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Durante la sua permanenza a Roma, essa ha visitato la Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e la Facoltà di missiologia della Pontificia Università Urbaniana. L’impegno rinnovato nell’individuare nuovi modi di portare avanti insieme la missione è stato uno dei temi centrali degli incontri. Il PCPUC è stato invitato a ricambiare la visita al CEC, cosa che non è ancora avvenuta.

La visita di studio a Roma degli studenti di Bossey

Ogni anno gli studenti dell’Istituto Ecumenico di Bossey compie una visita a Roma. Il gruppo è ricevuto dal PCPUC, partecipa all’Udienza generale con il Santo Padre e visita alcuni dicasteri, l’Unione Internazionale dei Superiori Generali, il Centro Pro Unione, la Facoltà Valdese di Teologia, le Pontificie Università, la Comunità di Sant’Egidio ed il Movimento dei Focolari. Infine, visita le Basiliche Papali, le Catacombe di Priscilla e la Parrocchia della Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo, dove partecipa alla celebrazione eucaristica domenicale.

Gli Youth Interns

Su richiesta del CEC, il Pontificio Consiglio accoglie ogni anno anche un gruppo di giovani che fanno parte di un programma di formazione ecumenica organizzato dal WCC, gli Youth Interns. Questi stagisti seguono un programma di visita analogo a quello degli studenti di Bossey.

Collaborazione con la Commissione Fede e Costituzione

Il CEC descrive la Commissione Fede e Costituzione come “il forum teologico più rappresentativo della cristianità”. Fede e Costituzione si è riunita per la prima volta a Losanna nel 1927. La Chiesa cattolica ne è membro dal 1968, con 12 commissari su un totale di 120 (il 10% della Commissione). Ci sono 3 membri cattolici nella Commissione Permanente di Fede e Costituzione, composta complessivamente da 30 membri (di nuovo il 10%): P. Frans Bouwen, la Dott.ssa Myriam Wijlens e P. William Henn. Altri membri cattolici sono: S.E. Mons. John Olorunfemi Onaiyekan, la Dott.ssa Barbara Hallensleben, il Prof. Dott. Piotr Jaskola Roman, il Prof. Dott. Wolfgang Thönissen, il Rev.do Prof. Angelo Maffeis, il Rev.do Prof. Jorge Scampini, Suor Ha Fong Maria Ko, Suor Lorelei F. Fuchs, Dom Michel Van Parys, OSB.

La Plenaria di Fede e Costituzione si è tenuta presso l’Accademia ortodossa di Creta a Chania, nell’ottobre del 2009. I tre principali progetti di studio al momento sono:

  1. L’ecclesiologia, con il documento di studio The Nature and Mission of the Church (Faith and Order Paper no. 198, 2005). Più di ottanta risposte sono pervenute da chiese ed istituzioni dopo che il documento è stato loro inviato. Nel giugno del 2010, durante la riunione della Commissione Permanente in Armenia, è stato deciso di ristrutturare ed accorciare il testo. Parallelamente a ciò, si lavorerà su un altro testo, meno teorico e più accessibile ai fedeli.
  2. Le fonti dell’autorità. Riflettendo su come le chiese usano le fonti di autorità, la Commissione ha tentato un nuovo approccio al vecchio dibatitto su “Scrittura versus Tradizione”, passando da una discussione teorica ad uno scambio di esperienze. Dopo una prima consultazione nel settembre del 2008 e l’incontro di Creta del 2010, questo gruppo di lavoro spera di poter presto terminare la prima parte del suo studio riguardante i primi testimoni nelle chiese (Padri della Chiesa, maestri), soprattutto come interpreti delle Scritture.
  3. Il discernimento morale nelle chiese. Analizzando casi specifici, relativi a questioni controverse come il proselitismo, l’omosessualità e la ricerca sulle cellule staminali, la Commissione ha esaminato il modo in cui le chiese arrivano alle loro posizioni sulle questioni morali. Lo scopo è quello di avviare un processo in grado di stabilire una serie di passi accettabili a livello ecumenico per il discernimento morale delle chiese. Questo progetto ha suscitato grandi aspettative nel CEC e nei circoli ecumenici.
Progetto sul battesimo

Oltre a queste tematiche, va menzionato un altro progetto, sul battesimo. Un documento di studio intitolato One Baptism (Un solo battesimo), elaborato da una precedente Commissione Permanente, è adesso pronto per la pubblicazione. Inaspettatamente, esso aveva incontrato una forte opposizione durante l’incontro della Commissione Permanente del giugno del 2008 al Cairo, soprattutto da parte ortodossa. Tuttavia, il Comitato Centrale del CEC e molte chiese avevano continuato ad insistere sull’importanza del testo e sulla sua pubblicazione. La riunione del Cairo è riuscita a finalizzare il documento apportandovi piccoli cambiamenti e sottolineando che si tratta di un testo di studio e non di una dichiarazione comune.

Non possiamo concludere senza aver prima menzionato che ogni anno il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e la Commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese preparano insieme i sussidi della Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani.

I testi per il 2012 sono stati preparati da un comitato di rappresentanti della Conferenza episcopale polacca e del Consiglio Ecumenico delle Chiese, che ha proposto il tema della settimana, con letture, commenti e preghiere per gli otto giorni, insieme ad una nota informativa sulla situazione ecumenica della Polonia.

 

Christian World Communions (Comunioni Cristiane Mondiali)

Dall’11 al 15 novembre 2009, a Canterbury (Gran Bretagna), si è svolta la plenaria dei Segretari Generali delle Comunioni Cristiane Mondiali. Alla riunione hanno partecipato S.E. Mons. Brian Farrell (Segretario di questo Dicastero), ed il Rev.do Gosbert Byamungu. La plenaria ha permesso di avere un contatto con i Segretari Generali e con i rappresentanti di quasi tutte le Chiese e Comunità ecclesiali, coinvolte nel cammino ecumenico.

Nel 2010 la plenaria si è tenuta a Ginevra, dal 2 al 5 novembre. Oltre alle informazioni fornite da tutte le Comunioni sulle loro relazioni ecumeniche, ha avuto luogo l’elezione del Segretario del PCPUC come moderatore per i prossimi due anni.