Il Global Christian Forum
UNA NUOVA PAGINA ECUMENICA*

 

Andrzej Choromanski

Officiale della Sezione occidentale
Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani

 

Il cristianesimo mondiale ha attraversato una profonda trasformazione dall’inizio del movimento ecumenico moderno oltre un secolo fa. Nel 1948 fu istituito il Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC), che oggi riunisce 350 Chiese, le quali rappresentano la maggior parte delle tradizioni protestanti e ortodosse. Con il Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica si è unita irrevocabilmente al movimento ecumenico, divenendo rapidamente uno dei principali attori ecumenici. Nel corso del XX secolo, il movimento evangelicale si è diffuso come una realtà dotata di un’identità specifica, trans-ecclesiale. Il secolo scorso è stato segnato anche da una spettacolare ascesa del pentecostalismo, che ha interessato varie Chiese oltre i confini geografici e confessionali. Secondo stime plausibili, uno su quattro cristiani nel mondo oggi appartiene a una confessione pentecostale.

Il movimento ecumenico, il movimento evangelicale e quello pentecostale sono sorti più o meno nello stesso periodo. I tre movimenti, ciascuno con modalità propria, hanno apportato una nuova vitalità al cristianesimo mondiale ed hanno generato una grande trasformazione nella vita di tutte le Chiese. Tuttavia, essi hanno preso cammini separati, ignorandosi a vicenda e talvolta anche contrapponendosi l’uno all’altro. Le nuove Chiese evangelicali e pentecostali non solo non avevano alcuna esperienza di partecipazione al movimento ecumenico, ma spesso erano sospettose nei confronti dell’ecumenismo, giudicato come un movimento meramente ‘politico’. L’enorme diversità all’interno del cristianesimo moderno ha richiesto un nuovo sforzo ecumenico per continuare a costruire e a coltivare le relazioni.

In risposta a questa sfida, è stato istituito il Global Christian Forum (GCF) alla fine del XX secolo. Gli inizi del GCF sono strettamente collegati al CEC. L’idea di creare un nuovo ‘spazio’ ecumenico per quelle Chiese che, per vari motivi, erano riluttanti ad aderire al CEC fu proposta per la prima volta nell’ultimo decennio del XX secolo dal Rev.do Dott. Konrad Raiser, allora Segretario Generale del CEC. Tale ‘spazio’ o ‘piattaforma’ avrebbe rappresentato un ulteriore strumento per raggiungere un obiettivo al di fuori della portata del CEC.

Nell’agosto del 1998, un gruppo di 28 leader cristiani delle Chiese membro del CEC, della Chiesa cattolica e dei movimenti evangelicali e pentecostali si sono incontrati presso l’Istituto ecumenico di Bossey, nei pressi di Ginevra, in Svizzera, per affrontare la sfida di creare uno spazio per un più ampio dialogo interecclesiale. Il gruppo ha adottato l’idea del ‘forum’ come possibile modello per un incontro più rappresentativo e più inclusivo di varie famiglie cristiane, basato sulla partecipazione, piuttosto che sull’appartenenza a un organismo istituzionalizzato.

L’obiettivo stabilito è stato espresso in termini di unità, riconciliazione e relazioni più inclusive. Questa idea è stata poi presentata durante l’ottava Assemblea del CEC a Harare, nello Zimbabwe, nel dicembre 1998. Approvata dall’Assemblea, è stata affidata a un comitato indipendente di continuazione che negli anni successivi ne ha perfezionato la visione. Sin dall’inizio, è stato importante assicurarsi che coloro che erano nuovi al movimento ecumenico potessero far sentire la propria voce. Per questo, si decise di assegnare metà dei seggi alle Chiese pentecostali, evangelicali e indipendenti, e l’altra metà alle Chiese storiche già coinvolte nel movimento ecumenico, inclusa la Chiesa cattolica. Da allora, il modello 50-50 è diventato un principio organizzativo di base di tutte le riunioni del forum.

Nel giugno 2002, il comitato di continuazione ha organizzato un primo incontro internazionale basato sul principio di un’uguale rappresentanza delle Chiese storiche e delle nuove Chiese. L’evento ha avuto luogo presso un seminario teologico pentecostale a Pasadena, negli Stati Uniti. Erano presenti sessanta partecipanti provenienti da tutte le parti del mondo e appartenenti a quasi tutte le correnti del cristianesimo moderno: Chiese indipendenti africane, anglicani, battisti, Disciples, evangelicali, Friends, luterani, mennoniti, metodisti, moravi, veterocattolici, ortodossi, ortodossi orientali, pentecostali, riformati, cattolici, esercito della salvezza, avventisti del settimo giorno. I partecipanti hanno suggerito di organizzare una serie di consultazioni simili nelle principali regioni del mondo. Negli anni successivi, si sono tenuti ‘forum’ regionali in Africa, in Asia e nel Pacifico, nei Caraibi, in Europa, in America Latina, in Medio Oriente e nell’America del Nord.

Oltre alle iniziative regionali, il GCF organizza eventi a livello mondiale. Ad oggi, hanno avuto luogo tre raduni mondiali di leader cristiani provenienti da tutti i continenti e da tutte le tradizioni cristiane. Il primo si è svolto a Limuru, in Kenya, nel novembre 2007. I 245 rappresentanti di 72 paesi hanno riflettuto insieme sul tema “Il nostro cammino con Gesù Cristo, il riconciliatore”. Durante questo incontro è stata adottata la dichiarazione-guida di intenti del GCF. In essa si afferma che il GCF intende essere “uno spazio aperto in cui i rappresentanti di un’ampia gamma di Chiese cristiane e di organizzazioni interconfessionali, che confessano il Dio trino e Gesù Cristo come perfetto nella sua divinità e umanità, possano radunarsi per promuovere il rispetto reciproco, e per esplorare ed affrontare insieme le sfide comuni”.

Il secondo incontro mondiale è stato organizzato a Manado, in Indonesia, nell’ottobre 2011. I 287 partecipanti provenienti da 81 paesi hanno affrontato il tema “La vita insieme in Gesù Cristo: potenziati dallo Spirito Santo”. Alcune mega-chiese di diversi continenti erano presenti per la prima volta.

Il terzo raduno si è tenuto a Bogotà, in Colombia, nell’aprile 2018. I 251 rappresentanti di 55 paesi si sono riuniti intorno al tema “L’amore fraterno resti saldo” (Ebrei 13,1). Nel messaggio rivolto ai partecipanti, Papa Francesco ha scritto che il Forum “è un’occasione piena di grazia per i rappresentanti di molte comunità cristiane di incontrarsi come fratelli e sorelle e di viaggiare verso l’adempimento della preghiera di Gesù che tutti possano essere una cosa solo affinché il mondo creda (cfr Gv 17,21).”

Di tanto in tanto, il GCF organizza anche eventi incentrati su temi specifici di interesse comune per tutti i cristiani. Nel novembre 2015 a Tirana, in Albania, si è tenuta una consultazione sul tema “Discriminazione, persecuzione, martirio: seguire Cristo insieme”. Hanno preso parte oltre 250 persone da tutti i continenti; i partecipanti delle chiese sofferenti e quelli solidali con loro erano presenti in ugual numero. Si è trattato di un evento molto significativo, che ha testimoniato la solidarietà cristiana universale di fronte alla tragedia della persecuzione.

Nel giugno 2017 ad Accra, nel Ghana, è stata organizzata una consultazione sul tema “La chiamata alla missione e la percezione del proselitismo”. Circa 30 esperti e leader di Chiese si sono incontrati per riflettere sul significato del proselitismo e sulla sua influenza su molte tradizioni cristiane.

L’obiettivo principale del GCF è permettere una reciproca conoscenza, creare fiducia tra Chiese che non erano mai state in dialogo tra loro e affrontare insieme malintesi e pregiudizi. Senza pretendere di sostituirsi alle organizzazioni e alle istituzioni ecumeniche esistenti, il GCF intende proporre uno ‘spazio’ o una ‘piattaforma’ dove i rappresentanti delle Chiese possano incontrarsi liberamente per parlare, pregare insieme, imparare gli uni dagli altri e scambiarsi opinioni su preoccupazioni comuni al fine di trovare risposte più efficaci.

La metodologia utilizzata negli incontri del GCF è stata sviluppata in modo marcatamente empirico. È una combinazione del modo di lavorare ecumenico, con documenti e discussioni su argomenti specifici, con la condivisione di storie personali di fede in stile carismatico e con momenti di preghiera comune.

Quattro organismi cristiani sono considerati i ‘pilastri’ del GCF: il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, per la Chiesa cattolica, la Federazione Pentecostale Mondiale, l’Alleanza Evangelica Mondiale ed il Consiglio Ecumenico delle Chiese. Al fine di evitare un’‘istituzionalizzazione’, il GCF mantiene una struttura modesta. Un Segretario, il Rev.do Dott. Casely Essamuah, metodista, Ghana / USA, in carica dal 2018, è l’unico impiegato a tempo pieno. La supervisione generale è affidata a un comitato internazionale di 25 persone che rappresentano diverse Chiese e organizzazioni e che si riuniscono una volta all’anno.

 

* Articolo pubblicato ne L'Osservatore Romano, 26 gennaio 2019, N° 21, p. 5.