ASSEMBLEA PLENARIA 2014
RAPPORTO DEL SEGRETARIO DEL PCPUC

 

ASPETTI DELL’ATTIVITÀ DEL PONTIFICIO CONSIGLIO
PER LA PROMOZIONE DELL’UNITÀ DEI CRISTIANI

Sua Eccellenza Rev.ma Monsignor Brian Farrell

 

Offriamo qui di seguito alcune informazioni sommarie sui principali dialoghi bilaterali condotti dal Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Nel corso della Plenaria, le presentazioni degli Officiali incaricati dei dialoghi forniranno informazioni più dettagliate.

Il mio intervento ha lo scopo di tracciare una panoramica d’insieme dell’attività del Pontificio Consiglio dall’ultima Plenaria, tenutasi nel dicembre 2012, ad oggi. I partecipanti alla Plenaria di quest’anno sono invitati a riflettere sul modo in cui i dialoghi possono condurre in maniera più efficace al raggiungimento dell’obiettivo del movimento ecumenico: la comunione nell’unità visibile della Chiesa.

 

I. I DIALOGHI CON LE CHIESE ORTODOSSE

La Commissione Mista Internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme

Una nuova fase di questo dialogo è iniziata nel 2006 è si è conclusa con il “Documento di Ravenna” (2007) intitolato: "Ecclesiological and Canonical Consequences of the Sacramental Nature of the Church: Ecclesial Communion, Conciliarity and Authority" (“Conseguenze ecclesiologiche e canoniche della natura sacramentale della Chiesa: comunione ecclesiale, conciliarità e autorità”). Per la prima volta, cattolici ed ortodossi si sono trovati d’accordo nel riconoscere che esistono tre livelli nella struttura ontologica della Chiesa: locale, intermedio o regionale, universale. Ad ogni livello deve esserci sinodalità e primato: nessun primato senza un sinodo, nessun sinodo senza il suo primato. Al livello universale, il Protos è il vescovo di Roma, conformemente all’antica taxis (ordine) delle Chiese. A questo punto, è emersa la questione più spinosa nelle discussioni ecumeniche: quale autorità avrebbe il Vescovo di Roma quale “primo vescovo” in una Chiesa riunita e come sarebbe esercitata tale autorità”.

L’attuale, difficile fase è già durata sette anni e, dopo vari tentativi ed insuccessi, la Commissione sta ancora cercando di redigere un testo di lavoro che raccolga il consenso di entrambe le parti. Durante l’ultimo incontro della Commissione tenutosi ad Amman, in Giordania, nel settembre del 2014, è stata respinta una bozza di documento sul primato e sulla sinodalità, testo sul quale i membri avrebbero dovuto discutere. La Commissione ha deciso allora di scrivere un nuovo documento, che è stato in seguito nuovamente rifiutato. Vi è ora la speranza che un nuovo documento di lavoro possa essere preparato, per venire poi discusso ed approvato dal Comitato di coordinamento e quindi presentato alla prossima Plenaria della Commissione, probabilmente non prima del 2017.

 

La Commissione Mista Internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali

Le Fasi

Nel 2003 è stato compiuto un nuovo passo nelle relazioni tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali, con la formazione di una nuova Commissione Mista per il dialogo teologico. La Commissione è composta da 14 cattolici e 14 rappresentanti delle Chiese ortodosse orientali.

La prima fase del dialogo, dal 2003 al 2009, si è conclusa con un testo comune intitolato “Natura, costituzione e missione della Chiesa”. Il documento sottolinea le convergenze relative ad alcuni principi ecclesiologici fondamentali ed individua questioni che richiedono una più approfondita riflessione nelle prossime fasi di dialogo. Con un senso di gratitudine possiamo riconoscere che, dopo quasi 1500 anni di separazione, è ancora possibile un consenso sulla natura sacramentale della Chiesa, sulla successione apostolica nel ministero sacerdotale e sull’urgenza di rendere testimonianza del Vangelo del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo nel mondo.

Una nuova fase di dialogo è iniziata con l’incontro di Antelias (2010), che si è incentrato sullo studio della comunione e della comunicazione esistenti tra le Chiese fino alla metà del V secolo della storia cristiana. La Commissione continuerà il dialogo riflettendo su altre questioni iscritte all’ordine del giorno del 2003, tra cui la prossima sarà la natura dei sacramenti ed in particolare del battesimo.

Gli ultimi due incontri

Durante il loro decimo incontro, tenutosi a Roma dal 23 al 27 gennaio 2013, i membri della Commissione hanno proseguito lo studio sui modi in cui la piena comunione tra le Chiese si è espressa nei primi cinque secoli. In particolare, è stata esaminata l’importanza del mutuo riconoscimento dei santi. Si è continuato lo studio della bozza di documento “The Exercise of Communion in the Life of the Early Church and its Implications for our Search for Communion Today”.

L’undicesima sessione plenaria, ospitata dalla Chiesa ortodossa sira malankarese, ha avuto luogo in India, nel Kerala, dal 27 gennaio al 3 febbraio 2014. È stata portata avanti la riflessione su come si è espressa la piena comunione tra le nostre Chiese nei primi cinque secoli, con un’enfasi speciale sullo sviluppo delle varie preghiere eucaristiche (anafore) nella Chiesa primitiva e sull’importanza dei pellegrinaggi. Basandosi sul materiale presentato negli interventi, la Commissione mista ha continuato il suo lavoro sulla bozza comune di documento.

Rappresentanti delle Chiese ortodosse orientali (in ordine alfabetico):

Chiesa sira ortodossa di Antiochia: Mor Theophilus George Saliba, Arcivescovo del Monte-Libano, Segretario del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa sira, Beirut, Libano; Mar Kuriakose Theophilose, Metropolita del Seminario di teologia della Chiesa sira ortodossa malankarese e Presidente del Segretariato ecumenico della Chiesa sira ortodossa malankarese in India, Ernakulam, India;

Chiesa Armena Apostolica, Catholicossato di tutti gli Armeni: Arcivescovo Khajag Barsamian, Arcivescovo della Diocesi orientale degli USA, New York; Arcivescovo Yeznik Petrossian, Segretario Generale della Bible Society of Armenia, Etchmiadzin, Armenia;

Chiesa Apostolica Armena, Santa Sede di Cilicia: Arcivescovo Oshagan Choloyan, Prelato della Prelatura Orientale negli USA, New York; Arcivescovo Nareg Alemezian, Arcivescovo di Cipro e Responsabile ecumenico della Santa Sede di Cilicia, Antelias, Libano;

Chiesa ortodossa copta: Metropolita Anba Bishoy di Damiette, Egitto (Co-presidente); Rev.do P. Shenouda Maher Ishak, West Henrietta, New York, USA; Vescovo Daniel della Chiesa ortodossa copta a Sydney, Australia (osservatore); Vescovo Barnaba di Torino e Roma (osservatore);  

Chiesa ortodossa eritrea Tewahedo: Rev.dp P. Kaleab Gebreselassie Gebru, Patriarcato ortodosso eritreo Tewahdo, Asmara, Eritrea (impossibilitato a partecipare);

Chiesa ortodossa etiope Tewahedo: Arcivescovo Markos del Gojjam Orientale; Rev.do P. Daniel Seifemichael Feleke dell’ Holy Trinity Theological University College di Addis Ababa;

Chiesa ortodossa sira malankarese: Metropolita Dott. Gabriel Mar Gregorios, Trivandrum, India, Presidente del Dipartimento delle relazioni ecumeniche; Metropolita Dott. Youhanon Mar Demetrios, Vescovo di Delhi, India, (Co‑segretario).

Rappresentanti della Chiesa cattolica:

Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (Co-presidente);

S.E.R. Mons. Paul‑Werner Scheele, Vescovo Emeritus di Würzburg, Germania;

S.E.R. Mons. Youhanna Golta, Vescovo ausiliare patriarcale del Patriarcato copto cattolico, Cairo, Egitto;

S.E.R. Mons. Basilios Georges Casmoussa, Patriarcato siro cattolico, Beirut, Libano;

S.E.R. Mons. Marayati, Arcivescovo armeno cattolico di Aleppo, Siria (impossibilitato a partecipare);

S.E.R. Mons. Woldetensae Ghebreghiorghis, Vicario Apostolico di Harare, Etiopia, Presidente della Commissione ecumenica della Chiesa cattolica in Etiopia ed Eritrea;

S.E.R. Mons. Paul Rouhana, OLM, Vescovo maronita di Sarba e Segretario Generale del Consiglio Mediorientale delle Chiese, Jounieh, Libano;

S.E.R. Mons. Boghos Levon Zekiyan, Amministratore Apostolico dell’Arcieparchia di Istanbul degli Armeni;

Rev.do P. Frans Bouwen M.Afr., Gerusalemme;

Rev.do P. Columba Stewart, OSB, Direttore esecutivo, Hill Museum e Biblioteca dei Manoscritti,  Università ed Abbazia di Saint John, Collegeville, Minnesota, USA;

Rev.do P. Ronald G. Roberson, CSP, Vice-direttore del Segretariato per le relazioni ecumeniche ed interreligiose, Conferenza dei Vescovi cattolici degli USA, Washington, DC, USA;

Rev.do P. Mark Sheridan, OSB, Gerusalemme;

Rev.do P. Mathew Vellanickal, Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Changanacherry, India;

Prof. Dietmar W. Winkler, Consultore del PCPUC, Salzburg, Austria.

Mons. Gabriel Quicke, Officiale del PCPUC (Co-segretario).

 

Il dialogo con le Chiese malankaresi in India

Dal 1989, due dialoghi paralleli hanno luogo una volta all’anno nel Kerala (India del sud): uno con la Chiesa sira ortodossa malankarese e l’altro con la Chiesa ortodossa sira malankarese. Questi dialoghi si sono occupati principalmente di tre tematiche: la storia della Chiesa, l’ecclesiologia e la testimonianza comune. La delegazione cattolica comprende rappresentanti della Santa Sede (S.E. Mons. Brian Farrell, Segretario del PCPUC e P. Gabriel Quicke, Officiale) e membri di Chiese cattoliche di rito diverso: della Chiesa latina, della Chiesa siro-malabarese e della Chiesa cattolica siro-malankarese.

Dal 2003 entrambe le Chiese sono rappresentate anche nella Commissione Mista per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali come un’unica famiglia. Nonostante questa nuova configurazione, le due Chiese desiderano proseguire il loro specifico dialogo con la Chiesa cattolica, per affrontare soprattutto questioni teoriche e pastorali di particolare interesse per promuovere l’unità dei cristiani tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse nel Kerala. Tra i temi allo studio vi è l’uso comune di luoghi sacri (chiese e cimiteri), l’emergere di gruppi pentecostali all’interno delle Chiese, la spiritualità monastica in India, la missione nel contesto pluralistico indiano, l’amministrazione di sacramenti ai cristiani di altre Chiese in specifiche situazioni pastorali.

 

Il dialogo con la Chiesa sira ortodossa malankarese

Il XV incontro ha avuto luogo presso il Centro di spiritualità di Manganam a Kottayam il 5 dicembre 2012. Tra i principali temi all’ordine del giorno vi era la presentazione della dichiarazione sulla “Natura, costituzione e missione della Chiesa” e sulla “Missione nel contesto religioso pluralistico dell’India”. Il XVI incontro si è tenuto presso il Centro patriarcale di Puthencruz il 16 dicembre 2013. Si è discusso del ministero nella tradizione liturgica e patristica siriana ed è stato presentato un documento, prodotto dalla Consultazione teologica ortodosso-cattolica nordamericana, intitolato: “Passi verso una Chiesa riunita: una breve descrizione della visione ortodossa e cattolica per il futuro” (2 ottobre 2010).

Rappresentanti della Chiesa sira ortodossa malankarese:

Kuriakose Mor Theophilos (Co‑presidente); Joseph Mar Gregorios, Mathews Mor Aphrem, Mathews Mor Anthimos; Rev.do Dott. Addai Jacob Cor‑Episcopa (Co‑segretario); Rev.do Dott. Kuriakose Moolayil Cor‑Episcopa; Rev.do P. Shibu Cherian; Rev.do P. Dott. Prince Paulose; Rev.do P. Greger R. Kollanoor.

Rappresentanti della Chiesa cattolica:

S.E.R. Mons. Brian Farrell (Co‑Presidente); Mar Joseph Powathil; Mar Mathew Moolakatt;  Mar Thomas Mar Koorilos; S.E.R. Mons. Selvister Ponnumuthan; Mar Joseph Kallarangatt; Rev.do Dott. Mathew Vellanickal; Rev.do Dott. Xavier Koodapuzha; Rev.do Dott. Jacob Thekkeparampil; Rev.do Dott. Augustine Kadeparambil; Rev.do Dott. Philip Nelpuraparampil; Mons. Gabriel Quicke (Co‑segretario).

 

Il dialogo con la Chiesa ortodossa sira malankarese

Il XXII incontro ha avuto luogo presso il Centro di spiritualità di Manganam a Kottayam il 6 e 7 dicembre 2012. Sono state affrontate varie questioni, compresa la “Praxis of the Principle of Oikonomia in the Sharing of the Sacraments in Pastoral Situations” da una prospettiva ortodossa; i principi teologici cattolici dell’amministrazione dei sacramenti a cristiani di altre Chiese e le sfide sollevate dalle Chiese pentecostali e dalle Nuove Chiese Cristiane.

Il XXIII incontro si è tenuto nel Sophia Centre di Kottayam, il 18 e 19 dicembre 2013. Tra i punti all’ordine del giorno figuravano l’opera dello Spirito Santo ed il rinnovamento spirituale della Chiesa, la base e la comprensione epistemologica del diritto canonico nella tradizione ortodossa, le sfide poste dai pentecostali e dalle Nuove Chiese Cristiane. La Commissione ha lavorato sulla bozza di un documento comune sulla prassi dei principio di Oikonomia nella condivisione dei sacramenti in precise situazioni pastorali da un punto di vista ortodosso e sui principi teologici cattolici dell’amministrazione dei sacramenti a cristiani di altre Chiese.

Rappresentanti della Chiesa ortodossa sira malankarese:

Metropolita Gabriel Mar Gregorios (Co‑presidente); Yakob Mar Irenaios; P. Dott. T. I. Varghese; P. Jacob Mathew; P. Dott. O. Thomas; P. Dott. Johns Abraham Konat; P. Dott. Reji Mathew; P. Dott. Jose John; P. M.S. Yuhanon Ramban; P. Abraham Thomas (Co‑segretario).

 

Il dialogo con la Chiesa Assira dell’Oriente

Molti risultati positivi sono stati conseguiti dal dialogo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa Assira dell’Oriente. L’11 novembre 1994, Papa Giovanni Paolo II ed il Patriarca Mar Dinkha IV hanno firmato una Dichiarazione cristologica comune, che ha aperto orizzonti nuovi sia per il dialogo teologico che per la collaborazione pastorale. Dopo tale Dichiarazione, la Commissione mista per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa Assira dell’Oriente ha programmato due ulteriori fasi di lavoro: la prima sulla teologia sacramentale e la seconda sulla costituzione della Chiesa. La prima fase si è conclusa con un ampio consenso su questioni sacramentali ed il relativo documento finale è stato presentato alle autorità delle due Chiese per essere approvato. Tuttavia, sono insorte alcune difficoltà dovute al passaggio alla Chiesa cattolica di uno dei vescovi assiri più attivi nel processo di dialogo. All’inizio del 2012, il PCPUC ha ricevuto una delegazione della Chiesa Assira dell’Oriente per programmare il proseguimento del dialogo.

Sua Santità Mar Dinkha IV, Catholicos-Patriarca della Chiesa Assira dell’Oriente, ha visitato Papa Francesco dal 1 al 4 ottobre 2014. Hanno avuto luogo alcuni incontri anche presso il PCPUC per riflettere sulla seconda fase del dialogo. L’obiettivo sarà quello di riesaminare il testo sulla “vita sacramentale” che è stato già preparato, nella prospettiva di una firma formale dell’accordo. Si è inoltre discusso sulla metodologia da impiegare e sulla programmazione a grandi linee di una terza fase del dialogo sulla natura e sulla costituzione della Chiesa. Entrambe le delegazioni desiderano continuare il cammino del dialogo e attendono con fiducia il prossimo incontro.

 

Visite ufficiali

Papa Tawadros di Alessandria, che è a capo della più grande Chiesa cristiana nel Medio Oriente, ha compiuto una visita di cinque giorni a Roma, la prima fuori dall’Egitto da quando è stato intronizzato. Papa Francesco e Papa Tawadros si sono incontrati il 10 maggio 2013 per una conversazione privata, che è stata seguita da un momento di preghiera comune nella Cappella Redemptoris Mater. Questa visita ha avuto luogo a 40 anni di distanza dal giorno dell’incontro storico avvenuto tra Papa Paolo VI ed il predecessore di Tawadros, Papa Shenouda III, nel corso del quale fu firmata una dichiarazione comune che affermava l’impegno delle due Chiese nella promozione della riconciliazione e dell’unità.

Il Catholicos Moran Baselios Marthoma Paulose II, capo della Chiesa ortodossa sira malankarese, ha incontrato il Santo Padre il 5 settembre 2013. Il Catholicos, insieme alla sua delegazione, ha avuto inoltre conversazioni con rappresentanti del PCPUC.

Papa Francesco ha ricevuto Sua Santità Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos degli Armeni, l’8 maggio 2014, avendo con lui un colloquio ed un momento di preghiera nella Cappella Redemptoris Mater.

Papa Francesco ha accolto anche Sua Santità Aram I, Catholicos della Grande Casa di Cilicia, il 5 giugno 2014. Anche in tale occasione vi è stato un momento di preghiera comune nella Cappella Redemptoris Mater.

 

II.  I DIALOGHI CON LE COMUNITÀ ECCLESIALI DELL’OCCIDENTE

La Conferenza Internazionale dei vescovi veterocattolici dell’Unione di Utrecht

Il rapporto, pubblicato nel 2009, sulla prima fase del dialogo ufficiale, intitolato "Chiesa e comunione ecclesiale", afferma alla fine, sulla questione dell'ecclesiologia, che la Chiesa veterocattolica e la Chiesa romano‑cattolica sono unite nel professare la Sacra Scrittura ed il credo niceno costantinopolitano, come pure le decisioni dogmatiche dei concili ecumenici riconosciuti in occidente ed in oriente. I pilastri ecclesiologici su cui si basano gli sforzi tesi a ripristinare la comunione ecclesiale sono per entrambe le Chiese il ministero episcopale nella successione apostolica, in cui si iscrive tutta la Chiesa, ed i sette sacramenti. Partendo da queste convergenze, è stato deciso che la Commissione di dialogo, in una seconda fase di conversazioni, che ha avuto inizio nel mese di dicembre 2012, avrebbe dovuto approfondire il consenso ecumenico raggiunto, soprattutto per quanto riguarda la problematica fondamentale del rapporto tra Chiesa universale e Chiesa locale. In questo ambito, per il ristabilimento della comunione ecclesiale, devono essere chiarite questioni importanti, come la questione della Chiesa universale in riferimento al primato, la questione del consenso nella Chiesa primitiva: "nessuna comunione eucaristica senza comunione ecclesiale" nel quadro dell'accordo concluso nel 1985 tra la Chiesa veterocattolica e la Chiesa evangelica della Germania "su un reciproco invito a partecipare alla celebrazione eucaristica", il significato ecumenico della comunione ecclesiale tra veterocattolici ed anglicani, ed infine le differenze nell'interpretazione dei dogmi mariani nel XIX e XX secolo e nella questione dell'ordinazione delle donne.  La Commissione si riunirà per la sua quinta sessione nel dicembre 2014.

Partecipanti veterocattolici:

Vescovo Dott. Matthias Ring, Bonn (Co‑presidente); Rev.do Dott. Wietse Berend van der Velde, Hilversum;  Prof. Dott. Günter Eßer, Bonn;  Prof. em. Dott. Urs von Arx, Liebefeld, Swizzera; Prof. Dott. Angela Berlis, Bern; Rev.do Martin Eisenbraun, Salzburg, Austria (Co‑segretario).

Partecipanti cattolici:

S.E.R. Mons. Hans‑Josef Becker, Paderborn (Co‑presidente);  S.E.R. Mons. Hans van den Hende,  Rotterdam; Monsignor Hubert Bour, Tübingen; Prof. em. Dott. Heinrich J. F. Reinhardt, Münster;  Prof. em. Dott. Hans Jörg Urban, Paderborn; Mons. Dott. Matthias Türk, Officiale del PCPUC (Co-segretario).

 

La Comunione Anglicana

La terza fase di ARCIC è iniziata nel 2011. Nel 2013 la Commissione si è riunita a Rio de Janeiro e nel 2014 a Pietermaritzburg, in Sud Africa. Allo studio è attualmente una questione che è emersa nella Dichiarazione comune del 2006 firmata da Papa Benedetto XVI e dall’Arcivescovo Rowan Williams: “È dunque urgente che, nel rinnovare il nostro impegno a proseguire il cammino verso la piena e visibile comunione nella verità e nell'amore di Cristo, ci impegniamo anche a continuare il dialogo per affrontare le importanti questioni implicate negli emergenti fattori ecclesiologici ed etici, che rendono tale cammino più difficile e arduo.” Il tema della fase attuale è: la Chiesa come comunione locale e universale e come, nella comunione, la Chiesa locale e universale arriva a discernere il giusto insegnamento etico. La Commissione sta inoltre raccogliendo, ai fini di una pubblicazione, le dichiarazioni di ARCIC II ed i relativi commenti. Questo lavoro è giunto quasi al termine.

Nella Commissione vi è ormai un’ampia consapevolezza del fatto che le due comunioni sono alquanto distanti per ciò che riguarda sia le loro strutture ecclesiologiche, sia le loro posizioni su questioni etiche. Gli obiettivi sono pertanto, in un certo senso, modesti: esaminare quali processi decisionali e quali strutture siano alla base degli approcci divergenti nel campo dell’insegnamento etico. Si tratta di questioni fondamentali, poiché entrambe le comunioni stanno sperimentando le tensioni e le difficoltà di una frammentazione dottrinale e pratica nel clima culturale oggi dominante. Il gruppo di redazione della Commissione si riunirà nel febbraio 2015 per elaborare la parte ecclesiologica del Rapporto finale, che potrebbe essere eventualmente proposta come un documento separato.

Co‑presidenti:

S.E.R. Mons. Bernard Longley, Arcivescovo di Birmingham, Inghilterra;
Arcivescovo Sir David Moxon, Rappresentante dell’Arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede.

Rappresentanti cattolici:

Rev.do Robert Christian OP, Angelicum, Roma;
Rev.do Adelbert Denaux, Prof. Emeritus, Brugge, Belgio;
Prof. Paul D. Murray, Durham University, Inghilterra;
Prof.ssa Suor Teresa Okure SHCJ, Catholic Institute of West Africa, Port Harcourt, Nigeria;
Prof.ssa Janet E. Smith, Sacred Heart Major Seminary, Detroit, Michigan, USA;
Rev.do Prof. Vimal Tirimanna CSsR, Alphonsianum, Roma;
Rev.do Dom Henry Wansbrough OSB, Ampleforth Abbey, Inghilterra
Rev.do Anthony Currer, Officiale del PCPUC.

Rappresentanti anglicani:

Vescovo Christopher Hill, Chiesa d’Inghilterra;
Canon Dott. Paula Gooder, Chiesa d’Inghilterra;
Vescovo Nkosinathi Ndwandwe, Chiesa anglicana del Sud Africa;
Vescovo Linda Nicholls, Chiesa anglicana del Canada;
Rev.do Canon Peter Sedgwick, Chiesa del Galles;
Rev.do Canon Nicholas Sagovsky, Chiesa d’Inghilterra;
Rev.do Dott. Charles Sherlock, Chiesa anglicana dell’Australia

 

Il Consiglio Metodista Mondiale

L’attuale fase di dialogo è iniziata nel 2012, dopo che la precedente ha presentato il suo Rapporto su “Encountering Christ the Saviour: Church and Sacraments” (“Incontrare Cristo il Salvatore: la Chiesa e i sacramenti”) al Consiglio Metodista Mondiale riunitosi a Durban nel 2011. Si concluderà nel 2016 e presenterà il suo Rapporto al prossimo Consiglio Metodista Mondiale di Dallas. Nel 2013 i membri della Commissione si sono incontrati ad Atlanta e nel 2014 ad Assisi. In un clima particolarmente caloroso e fraterno, questa Commissione ha potuto produrre solidi documenti, su base quinquennale. Essa ha a cuore che tali testi siano realmente di utilità per la vita della Chiesa e per i fedeli metodisti e cattolici in tutto il mondo. Questo spiega l’enfasi posta dalla Commissione sulle implicazioni pratiche, nella prospettiva di incoraggiare metodisti e cattolici a discutere tra loro della propria di fede, per il giovamento di entrambe le comunità.

Il tema generale del dialogo è la santità. Al suo interno, la Commissione ha previsto i seguenti capitoli:

Titolo provvisorio: “La chiamata alla santità: attraverso la grazia fino alla gloria”

1) L’umanità nel piano e nell’obiettivo di Dio [antropologia cristiana]
2) L’opera di Dio che ricrea il genere umano [soteriologia]
3) Il popolo santo di Dio: i santi sotto (il carattere ecclesiale della grazia) [ecclesiologia]
4) Il popolo santo di Dio: i santi sopra (il carattere escatologico della grazia) [escatologia]
5) Incontrarsi nella santità: le implicazioni pratiche per cattolici e metodisti

Appendice con preghiere ed altre risorse.

Membri metodisti della Commissione:

Revdo Dott. David M. Chapman (Co-presidente); Rev.da Dott.ssa Karen Westerfield Tucker (Co-segretario); Rev.do Dott. Edgardo Colon‑Emeric; Rev.do Dott. Young Ho Chun; Rev.do Dott. James Haire adesso sostituito dalla Prof.ssa Priscilla Pope‑Levison; Rev.do Dott. Trevor Hoggard; Vescovo Chikwendu Igwe; Rev.do Dott. Leao Neto.

Membri cattolici della Commissione:

Co‑Chair: S.E.R. Mons. Donald J. Bolen (Co-presidente); Rev.do Anthony Currer (Co-segretario); Suor Lorelei Fuchs; Mons. Dott. Gerard McCarren; S.E.R. Mons. Joseph Osei‑Bonsu; Rev.do Dott. Jorge Scampini OP; S.E.R. Mons. John Sherrington; Dott.ssa Clare Watkins.

 

La Federazione Luterana Mondiale (FLM)

La Commissione internazionale di dialogo luterana‑cattolica per l'unità ha già messo a punto da alcuni anni una tabella di marcia per giungere ad una possibile dichiarazione comune in occasione del 2017, anno della commemorazione della Riforma. Cattolici e luterani hanno tuttora interpretazioni alquanto diverse della Riforma e del suo pensiero. Per tale motivo, negli ultimi cinquant'anni, il dialogo ecumenico si è intensamente sforzato di collegare la teologia dei riformatori alle decisioni del Concilio di Trento e del Concilio Vaticano Secondo, per valutare se le relative posizioni si escludono o, piuttosto, si completano a vicenda. Questa metodologia è stata ora estesa anche alla tematica della commemorazione della Riforma.

Lo scorso anno, la Commissione di dialogo ha prodotto un documento intitolato "From Conflict to Communion. Lutheran Catholic Common Commemoration of the Reformation in 2017" che, dopo una dettagliata introduzione sulla commemorazione comune, dedica due capitoli alla presentazione degli eventi della Riforma, riassume brevemente la teologia di Martin Lutero ed illustra in maniera concisa le risoluzioni del Concilio di Trento, collegandole sia alle posizioni della teologia riformata che alla loro ricezione da parte del Concilio Vaticano Secondo. Il testo si conclude poi con un riassunto delle principali decisioni comuni a cui è pervenuta la Commissione di dialogo luterano‑cattolica dal 1967 ad oggi, in particolare nel campo della giustificazione, dell'eucaristia, del ministero, della Scrittura e della Tradizione.

Sul cammino comune, luterani e cattolici sono riusciti ad avvicinarsi non soltanto alla persona di Lutero, ma anche alla sua teologia. Il fatto che siano pervenuti ad una esposizione comune delle questioni non significa che i cattolici concordino con tutte le affermazioni di Lutero, ma che lo comprendono nel modo in cui il documento comune lo presenta. La sua teologia è inquadrata nel suo contesto, ma è anche descritta alla luce del dialogo ecumenico. Il documento raccoglie dunque i progressi ecumenici e permette a cattolici e luterani di confrontarsi con la teologia di Lutero. Le questioni centrali della fede possono essere viste in una nuova luce che rende possibile superare le controversie dei secoli passati. Il documento è stato reso pubblico il 17 giugno 2013 ed è stato tradotto in varie lingue. Un gruppo di lavoro liturgico ha completato testi e sussidi per una preghiera ecumenica comune su temi tratti dal documento stesso: "Gioia condivisa per il Vangelo e per l’unità già raggiunta fra luterani e cattolici durante i 50 anni di dialogo ecumenico, confessione dei peccati commessi contro l'unità e testimonianza comune davanti al mondo di oggi". La pubblicazione di questo materiale liturgico è prevista nella seconda metà del 2015.

Negli anni futuri, la Commissione proseguirà lo studio sul "battesimo e la comunione ecclesiale crescente". La domanda centrale è: Fino a che punto la comunione sacramentale con Dio fondata nel sacramento del battesimo costituisce il punto di partenza per una comunione ecclesiale per gradi diversi?

Partecipanti luterani:

Vescovo emeritus Eero Huovinen, Helsinki, (Co‑presidente);  Rev.da Dott.ssa Wanda Deifelt, Brasile;  Dott.ssa Sandra Gintere, Lettonia;  Prof.ssa Dott. Turid Karlsen Seim, Norvegia;  Rev.do Dott. Fidon R. Mwombeki, Tanzania; Prof. Dott. Friederike Nüssel, Heidelberg;  Prof. Dott. Hiroshi Augustine Suzuki, Giappone; Prof. Dott. Dirk G. Lange, St. Paul, USA;  Prof. Dott. Theodor Dieter, Strasbourg,  (consultore); Rev.do Dott. Kaisamari Hintikka,  Vice-Segretario Generale per le relazioni ecumeniche – Direttore per la teologia e la testimonianza pubblica della Federazione Luterana Mondiale (Co-segretario).

Partecipanti cattolici:

S.E.R. Mons. William Kenney CP, Vescovo ausiliare di Birmingham, (Co‑presidente); S.E.R. Mons. Karlheinz Diez,  Ausiliare Fulda; Prof. P. Michel Fédou, s.j., Parigi;  Prof.ssa Suor Susan K. Wood, SCL, Milwaukee, USA; Prof. Dott. Thomas Söding, Bochum;  Dott. Christian D. Washburn, St. Paul, USA; Rev.do Prof. Dott. Angelo Maffeis, Brescia;  Prof.ssa Dott.ssa Eva‑Maria Faber, Chur, Swizzera (consultore);  Prof. Dott. Wolfgang Thönissen, Paderborn (consultore);  Mons. Dott. Matthias Türk, Officiale del PCPUC (Co‑segretario).

 

La Comunità delle Chiese evangeliche in Europa (Gemeinschaft evangelischer Kirchen in Europa ‑ GEKE)

La comunità ecclesiale di Leuenberg attraversa un processo in cui le Chiese protestanti europee si stanno sempre più avvicinando le une alle altre. Se questo processo della GEKE conduce ad una maggiore comunione ecclesiale, esso rappresenta uno sviluppo importante anche per la Chiesa cattolica, poiché costituisce una contro‑tendenza rispetto alla crescente frammentazione delle comunità nate dalla Riforma.

La serie di conversazioni avviata nel 2013 dovrebbe occuparsi nei prossimi anni delle questioni relative all'ecclesiologia ed al modello adatto per l'unità ecumenica. Così, il compito delle consultazioni è quello di precisare ulteriormente l'obiettivo concreto del cammino ecumenico: da un lato, la comunione ecclesiale come comunione di pulpito e di cena del Signore secondo la Concordia di Leuenberg o, dall'altro, la comunione ecclesiale come piena e visibile unità della Chiesa nella fede, nella vita sacramentale e nel ministero ecclesiale, secondo la prospettiva cattolica? Va inoltre chiarito maggiormente il significato dell'obiettivo ecumenico "unità in una diversità riconciliata" con i suoi tanti significati possibili. L'obiettivo ecumenico dipende sempre da una specifica interpretazione ecclesiologica, che va esaminata in maniera approfondita nel dialogo ecumenico.

Come risultato delle consultazioni tenute finora, si è profilata la possibilità di formulare un ampio consenso su verità fondamentali della Chiesa.

Nella prospettiva dell'Anno 2017 di commemorazione della Riforma, è prevista la pubblicazione di un testo comune sul tema "Comunione ecclesiale ‑ verità fondamentali della Chiesa".

I tre temi qui di seguito menzionati verranno ulteriormente esaminati durante la prossima riunione che si terrà nel dicembre 2014: a) giustificazione e Chiesa (rapporto inscindibile tra soteriologia ed ecclesiologia); b) fondamento e forma ivi compresa la sacramentalità; c) ministero ordinato e sacerdozio universale.

Partecipanti protestanti:

Vescovo em. Prof. Dott. Friedrich Weber, Germania (Co‑presidente); Rev.do Dott. John Bradbury, Cambridge; Rev.do Dott. Stephanie Dietrich, Norvegia;  Prof. Dott. Fulvio Ferrario, Italia; Prof. Dott. Friederike Nüssel, Germania;  Prof.ssa Dott.ssa Miriam Rose, Germania;  Prof. Dott. Stefan Tobler, Romania; Prof. Dott. Martin Friedrich, Austria (Co‑segretario).

Partecipanti cattolici:

S.E.R. Mons. Karl‑Heinz Wiesemann, Speyer (Co‑presidente); S.E.R. Mons. Philip Boyce, Irlanda; Rev.do Prof. Dott. Angelo Maffeis, Italia; Prof. Dott. Wolfgang Thönissen, Paderborn; Prof. Dott. Josef Freitag, Erfurt;  Prof.ssa Dott.ssa Myriam Wijlens, Erfurt;  Prof. Michel Deneken, Francia; Mons. Dott. Matthias Türk, Officiale del PCPUC (Co‑segretario).

 

La Comunione Mondiale di Chiese Riformate (CMCR)

Il terzo incontro della quarta fase del dialogo internazionale tra la Comunione Mondiale di Chiese Riformate ed il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani ha avuto luogo dal 7 al 13 aprile 2013 presso l’Università di Notre Dame a South Bend, Indiana, USA. Il quarto incontro di questa fase si è tenuto dal 6 al 12 aprile 2014 al Conforti Institute di Coatbridge, in Scozia. Il tema generale di questa fase, che si concluderà nel 2017, è “Giustificazione e sacramentalità: la comunità cristiana come operatore di giustizia”. Questa fase di dialogo internazionale dovrebbe basarsi sui consensi già raggiunti, promuovendo il reciproco avvicinamento nella fede tra riformati e cattolici e contribuendo al discernimento sull’opportunità o meno che la CMCR si associ alla Dichiarazione Comune sulla dottrina della giustificazione. Le relazioni con la CMCR sono segnate dalla crescente enfasi posta dai riformati sulla giustizia sociale. Cionondimeno, il dialogo tra la CMCR e la Chiesa cattolica continua ad incentrarsi su questioni teologiche d’interesse comune.

Partecipanti riformati:

Rev.da Dott.ssa Martha Moore‑Keish, Columbia Theological Seminary, Decatur, Georgia, USA, (Co-presidente); Rev.do Dott. Douwe Visser, Segretario esecutivo per la teologia, la missione e la comunione (Co-segretario); Rev.do Dott. Reinerio Arce‑Valentin (Cuba); Rev.da Dott.ssa Marina Ngursangzeli Behera (India); Dott. Christopher Dorn (USA); Rev.do Dott. George Hunsinger (USA); Dott. George Sabra (Libano); Rev.da Dott.ssa Lindsay Schlüter (Scozia); Rev.do Dott. Benebo Fubara‑Manuel (Nigeria).

Partecipanti cattolici:

S.E.R. Mons. Kevin Rhoades, Diocesi di Fort Wayne‑South Bend in Indiana, USA, (Co-presidente); Mons. Dott. Gregory J. Fairbanks, Officiale del PCPUC (Co-segretario); Dott. Peter Casarella (USA), Dott. Peter De Mey (Belgio); Rev.do Dott. William Henn, OFM cap. (USA/Italia); Rev.do Dott. Jorge Scampini, O.P. (Argentina); Dott.ssa Annemarie Mayer (Germania).

 

Il Dialogo con i Disciples of Christ

La Commissione internazionale di dialogo tra i Disciples of Christ e la Chiesa cattolica ha iniziato la sua quinta fase di dialogo sul tema “ I cristiani formati e trasformati dall’Eucaristia”. Durante l’incontro che ha avuto luogo presso la Historical Society dei Disciples of Christ a Nashville, in Tennessee, dall’8 al 12 gennaio 2014, i partecipanti si sono concentrati principalmente su due aspetti: 1) valutare le quattro precedenti fasi del dialogo (dal 1977 al 2009) e 2) riflettere sul ruolo dell’Eucaristia (Cena del Signore) nella vita e nella pratica dei Disciples e dei cattolici. La Commissione ha individuato vari punti di convergenza nel modo di interpretare e di approcciarsi all’Eucaristia ed ha menzionato alcune importanti differenze e divergenze che richiederanno uno studio ulteriore. La Commissione vede questo dialogo come un contributo alla realizzazione dell’obiettivo a lungo termine dell’unità piena e visibile nella fede, nella comunione eucaristica e nella vita comune in Cristo. L’incontro successivo della Commissione si è tenuto nel giugno 2014 a Roma, sul tema “Formati dall’Eucaristia”.

Rappresentanti cattolici:

S.E.R. Mons. David L. Ricken, DD, JCL, Vescovo di Green Bay (Co-presidente); Mons. Juan F. Usma Gómez, Officiale del PCPUC (Co-segretario); Mons. Michael Clay, D. Min., School of Theology and Religious Studies, The Catholic University of America; Prof.ssa Mary Coloe, PhD, Yarra Theological Union, Australia; Dott. Julien Hammond, Direttore per le relazioni ecumeniche e interreligiose, Arcidiocesi cattolica di Edmonton; Rev.do Joseph T. Shenosky, S.T.D., Vice-rettore del Saint Charles Borromeo Seminary, Overbrook, Philadelphia; Rev.do Michael G. Witczak, S.L.D., Presidente della North American Academy of Liturgy, Professore associate di studi liturgici alla Catholic University of America.

Rappresentanti dei Disciples of Christ:

Rev.do Dott. Newell Williams, Brite Divinity School, Fort Worth, Texas (Co-presidente); Rev.do Dott. Robert Welsh, Council on Christian Unity, Indianapolis (Co-segretario); Rev.do Dott. Thomas Best, ex-Direttore di Fede e Costituzione; Rev.da Dott.ssa Merryl Blair, Churches of Christ Theological College, Australia; Rev.do Dott. James O. Duke, Brite Divinity School, Ft. Worth, Texas; Rev.do Angel Luis Rivera, Consiglio delle Chiese di Puerto Rico.

 

La Conferenza Mennonita Mondiale (CMM)

La Conferenza Mennonita Mondiale si definisce una comunione di chiese d’orientamento anabattista legate le une alle altre in una comunità mondiale di fede, nella fratellanza, nella liturgia, nel servizio e nella testimonianza. Quest’organismo comprende 1.700.000 fedeli appartenenti a 243 conferenze nazionali di chiese in 83 paesi di sei continenti; circa i due terzi dei fedeli battezzati sono africani, asiatici e latinoamericani. Poiché sia la Chiesa cattolica che la Federazione Luterana Mondiale avevano espresso il loro interesse e la loro disponibilità ad intavolare nuove conversazioni con la CMM, e poiché sia il PCPUC che la FLM avevano suggerito come tema di studio quello del battesimo, un dialogo trilaterale è iniziato nel dicembre del 2012. La riflessione sul battesimo, che rappresenta uno dei principali aspetti che sono stati fonte di divisione teologica con gli anabattisti, offre l’opportunità sia di considerare i punti di partenza teologici che di affrontare la questione del mutuo riconoscimento del battesimo.

Il tema generale del dialogo è “Battesimo e incorporazione nel Corpo di Cristo, la Chiesa”. Il primo incontro del Dialogo Internazionale cattolico-luterano-mennonita sul battesimo ha avuto luogo a Roma dal 9 al 13 dicembre 2012. Rappresentanti della FLM, della CMM e del PCPUC si sono riuniti a Strasburgo, in Francia, dal 26 al 31 gennaio 2014 per il secondo incontro della Commissione di dialogo trilaterale. Il terzo incontrò avrà luogo nel febbraio 2015 nei Paesi Bassi, ospitato dalla CMM, e sarà dedicato al tema: “Battesimo: comunicare grazia e fede”. Gli incontri annuali della Commissione dovrebbero continuare fino al 2017, dopodiché la Commissione sottoporrà il suo Rapporto finale alla FLM, alla CMM ed al PCPUC.

Partecipanti cattolici:

S.E.R. Mons. Luis Augusto Castro Quiroga, I.M.C. (Colombia) (Co-presidente); Mons. Dott. Gregory J Fairbanks, Officiale del PCPUC (Co-segretario); Rev.do Dott. William Henn, ofm cap. (Italia/USA); Rev.do Dott. Luis M. Melo, S.M. (Canada); Suor Marie‑Hélène Robert, N.D.A. (Francia).

Partecipanti luterani:

Prof. Dott. Friederike Nüssel (Germania) (Co-presidente); Rev.do Dott. Kaisamari Hintikka (Svizzera/Finlandia) (Co-segretario); Vescovo Musawenkosi Biyela (Sud Africa); Prof. Dott. Theodor Dieter (Francia); Rev.do Dott. Kwong‑Sang Peter Li (Hong Kong).

Partecipanti mennoniti:

Prof. Dott. Alfred Neufeld (Paraguay) (Co-presidente); Rev.do Dott. Larry Miller (Francia) (Co-segretario); Prof. Dott. Fernando Enns (Germania/Paesi Bassi); Prof. Dott. John Rempel (Canada); Rev.da Rebecca Osiro (Kenia).

 

L’Alleanza Battista Mondiale (ABM)

Le revisioni finali del testo “La Parola di Dio nella vita della Chiesa: Scrittura, Tradizione e Koinonia” tra il PCPUC e l’ABM sono state ultimate nel 2012 ed il testo è stato pubblicato nel luglio del 2013. La Chiesa cattolica ha pubblicato un commento al testo redatto dal Rev.do Dott. Thomas A. Baima, responsabile per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi di Chicago e Vice-rettore per le questioni accademiche dell’Università di Saint Mary of the Lake a Mundelein, in Illinois. L’ABM ha pubblicato il testo con due commenti battisti, uno del Dott. Josué Fonseca del Baptist Theological Seminary di Santiago del Cile, l’altro del Rev.do Stephen Holmes della University of St Andrew, in Scozia.

Le reazioni iniziali al Rapporto battista-cattolico sono state decisamente positive, soprattutto nell’ambito battista. Diciannove anni sono trascorsi dalla prima alla seconda fase del dialogo cattolico-battista, a causa di un atteggiamento esitante in paesi a maggioranza cattolica dove i battisti si sentono perseguitati. Il Rapporto pare aver contribuito a smorzare queste tensioni, nel concentrarsi su molte questioni teologiche problematiche per le nostre comunità. Rimane tuttavia da determinare quando sarà possibile iniziare una terza fase di dialogo.

 

L’Esercito della Salvezza

Una prima serie di conversazioni è stata tenuta con l’Esercito della Salvezza dal 2007 al 2012. L’Esercito della Salvezza ha l’intenzione di pubblicare tra breve i testi prodotti per tali incontri, con il titolo: “Conversazioni con la Chiesa cattolica”. Il Generale Linda Bond ha rappresentato questo organismo in occasione dell’inaugurazione del pontificato di Papa Francesco, nel marzo 2013. Nel luglio 2013 è stato eletto un nuovo Generale, il Generale André Cox, che è il XX Generale dell’Esercito della Salvezza. Nel dicembre 2014 egli dovrebbe compiere la sua prima visita formale a Papa Francesco.

 

Fede e Costituzione

Nel periodo di preparazione immediatamente precedente all’Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) dell’ottobre-novembre 2013, non è stata tenuta nessuna riunione di Fede e Costituzione. Il vecchio Comitato Permanente si è radunato per l’ultima volta nel marzo 2014 per nominare formalmente i nuovi membri. La nuova Commissione inizierà il suo mandato nel 2015 e lo terminerà nel 2022.

Durante l’Assemblea Generale del CEC, è stata approvata la ristrutturazione della Commissione Fede e Costituzione, che ha ridotto il numero dei commissari e restituito loro la competenza di avviare e valutare studi e documenti. La nuova Commissione Fede e Costituzione sarà un unico organo composto da 40 membri, 10% dei quali (4) cattolici, nominati dal PCPUC. La nuova leadership sarà assicurata da un moderatore e da cinque vice-moderatori. Almeno uno di loro, facente parte dei membri della Commissione, sarà cattolico, nominato dal PCPUC.

Il testo di convergenza “La Chiesa: verso una visione commune” è stato pubblicato nel marzo 2013 (Faith and Order Paper no. 214). P. William Henn, ofm.cap. è stato uno dei principali redattori del testo, frutto di quasi venti anni di lavoro sull’ecclesiologia e comprendente due documenti di studio precedenti, “La natura e l’obiettivo della Chiesa” (Faith and Order Paper no. 181, issued in 1998) e “La natura e la missione della Chiesa- una fase sul cammino verso una dichiarazione comune” (Faith and Order Paper n. 198, pubblicato nel 2005). Si tratta del secondo testo di convergenza pubblicato da Fede e Costituzione; il primo era “Battesimo, eucarestia e ministero” del 1982. Il testo di convergenza ecclesiologico sarà la base del lavoro della nuova Commissione, che dovrà raccogliere ed organizzare le risposte ufficiali a questo documento. Il PCPUC sta preparando una risposta ufficiale da parte della Chiesa cattolica. La scarsa attenzione rivolta al testo di convergenza nel corso dell’Assemblea del CEC è stata alquanto deludente. Negli ultimi anni sta crescendo la preoccupazione che il CEC si stia sempre meno concentrando sull’impegno di promuovere l’unità piena e visibile e si stia dedicando sempre più a questioni sociali e di giustizia.

“Il discernimento morale nelle Chiese: un documento di studio” è stato pubblicato nel 2013 con un’appendice ortodossa ed una nota cattolica che menzionano alcune preoccupazioni riguardo al testo. Il documento riflette l’approccio relativistico che è dominante nella cultura odierna ed accettato da molte Chiese membro del CEC.

Vecchia Commissione: 2007-2014. Membri di Fede e Costituzione (che ha terminato il suo mandato nel 2014)

Membri del Comitato Permanente:

Rev.do P. Frans Bouwen (Moderatore cattolico)
Rev.do Dott. William Henn
Prof.ssa Dott.ssa Myriam Wijlens

Membri:

Dott.ssa Barbara Hallensleben
S.E.R. Mons. John Olorunfemi Onaiyekan
Prof. Dott. Piotr Jaskola
Suor Lorelei F. Fuchs, SA
Prof. Dott. Wolfgang Thönissen
Rev.do Prof. Angelo Maffeis
Rev.do Prof. Jorge Scampini
Suor Ha Fong Maria Ko
Dom Michel Van Parys, OSB

Nuova Commissione: 2014‑2022:

Rev.do Dott. William Henn (Moderatore cattolico)
Prof.ssa Dott.ssa Myriam Wijlens
Prof. Dott. Krzysztof Mielcarek
Prof.ssa Janet E. Smith

 

Le Chiese evangelicali, pentecostali e carismatiche

Una delle novità ecumeniche introdotte da Papa Francesco è il suo interesse personale per gli evangelicali, i carismatici ed i pentecostali, che contano attualmente tra i 400 e i 600 milioni di fedeli in tutto il mondo e vengono al secondo posto in termini numerici dopo i cattolici. Essi non hanno né un centro né una struttura unificante: il denominatore comune è l’esperienza personale e collettiva dell’azione dello Spirito Santo, la quale si manifesta sia nell’intima certezza della salvezza sia in segni esteriori di questa convinzione e conduce ad un cambiamento radicale nel proprio comportamento. Rispetto a tali gruppi, noi cattolici possiamo provare una certa perplessità davanti alla mancanza di una consistente struttura ecclesiale ed ecclesiologica, ma dobbiamo riconoscere la genuinità della la loro fede e la loro vitalità missionaria.

Il PCPUC ha tre conversazioni formali con i gruppi evangelicali/ pentecostali/ carismatici, allo scopo di approfondire la conoscenza dell’identità, delle posizioni dottrinali e dell’interpretazione della vita cristiana di ognuno:

1) un dialogo di lunga data con alcuni pentecostali classici, che ha prodotto vari Rapporti interessanti;

2) una consultazione annuale con l’Alleanza Evangelica Mondiale, il cui sito web la descrive come una rete di chiese presenti in 129 paesi e di oltre 100 organizzazioni internazionali che si sono unite per dare un’identità, una voce ed una piattaforma mondiale a più di 600 milioni di cristiani evangelicali;

3) una serie di conversazioni con un gruppo di leaders di quelle che nel passato si definivano “Chiese non denominazionali” e che adesso preferiscono essere chiamate Chiese carismatiche e che comprendono diverse mega-Chiese.

I cattolici, ivi compresa buona parte della gerarchia, spesso non considerano questi gruppi come realmente cristiani, ma li vedono come sette o quantomeno come realtà che prendono di mira i fedeli in maniera aggressiva. Vi è naturalmente una certa verità in questo. Tuttavia, la risposta della Chiesa non può essere una chiusura davanti a 500 o 600 milioni di cristiani. È necessario trovare una giusta risposta pastorale a questo fenomeno. Il PCPUC ha organizzato nel passato seminari per vescovi e per persone impegnate nell’ecumenismo: due volte in America Latina, due volte in Africa e due volte in Asia. È stato interessante notare che i partecipanti sono sempre giunti alla conclusione che la priorità principale era un esame di coscienza a livello di comunità per capire il perché del passaggio di così tanti cattolici a questi gruppi. Ci dobbiamo chiedere non tanto cos’è che non va nei pentecostali e negli evangelicali, ma soprattutto cos’è che non va in noi, nelle nostre parrocchie, nelle nostre scuole, nelle nostre università. Quali sforzi nella liturgia, nella catechesi, nella pastorale e nella vita spirituale dobbiamo compiere per far fronte a tale sfida?

Membri cattolici:

S.E.R. Mons. Michael F. Burbidge, Vescovo di Raleigh (Co-presidente); Mons. Juan F. Usma Gómez, Officiale del PCPUC (Co-segretario); Dott.ssa Mary E. Healy, Professore associato di Sacra Scrittura, Ypsilanti, Michigan; Rev.do Lawrence Iwuamadi, Professore cattolico all’Istituto Ecumenico di Bossey; Suor Maria Ko, F.M.A., Pontificia Facoltà "Auxilium", Roma; Rev.do P. Marcial Maçaneiro SCJ, Brasile; Dott.ssa Teresa Francesca Rossi, Docente di teologia ecumenica alla Pontificia Università “S. Tommaso d’Aquino”, Roma.

Membri pentecostali:

Rev.do Cecil M. Robeck, Jr., Fuller Theological Seminary, Pasadena, California (Co-presidente); Rev.do David Cole, Liaison to the Greater Christian Community, Pentecostal/Charismatic Churches of North America (Co-segretario); Rev.do Nino Gonzalez, District Superintendent delle Southeastern Spanish District Council of Assemblies of God, California; Dr. S. David Moore, D.Min, PhD, The King’s University, Modesto, California; Rev.do Opoku Onyinah, Church of Pentecost, Accra, Ghana; Rev.do Joseph Suico, Segretario generale, Direttore delle World Missions for the General Council of the Assemblies of God in the Philippines.

 

Consultazione tra la Chiesa cattolica e l’Alleanza Evangelica Mondiale

Partecipanti evangelicali:

Rev.do Dott. Rolf Hille, coordinatore; Dott. Leonardo de Chirico, Alleanza Evangelica Italiana; Rev.do José de Segovia Barrón, Alianza Evangélica Española; Rev.do Dott. Joel C. Elowsky, Professore associato di teologia, Concordia University Wisconsin; Rev.do Dott. Timoteo D. Gener, Presidente dell’ Asian Theological Seminary; Prof. Dott. James Nkansah-Obrempong, Vice-presidente della Commissione teologica dell’Alleanza Evangelica Mondiale; Prof. Dott. Claus Schwambach, Direttore generale FLT (?) a São Bento do Sul; Rev.do Dott. Salomo Strauss, Chiesa evangelicale di Wuerttemberg; Rev.do Jaume Llenas, Alianza Evangélica Española; Rev.do James Kautt (osservatore), International Christian Church Tuebingen.

Partecipanti cattolici:

Mons. Juan F. Usma Gómez, Officiale del PCPUC (coordinatore); S.E.R. Mons. Donald Bolen, Vescovo di Saskatoon, Canada; Mons. Gregory J. Fairbanks, Officiale del PCPUC; Sig.a Beatriz Sarkis Simoes, Movimento dei Focolari; S.E.R. Mons. Rodolfo Valenzuela Nuñez, Vescovo di Verapaz, Guatemala.

 

III. RIFLESSIONE CONCLUSIVA

Dialogo ecumenico: non solo parole

Una componente sempre presente nella riflessione del  PCPCU è la questione della metodologia propria del dialogo ecumenico. Dialogo significa incontro‑confronto di idee, chiarificazione delle mutue convinzioni, ricerca di consenso. Ma è solo questo? O non è piuttosto incontro di persone nella dimensione profonda della loro fede e fedeltà al Signore, alla ricerca di quella che è la volontà reale del Signore stesso per la sua Chiesa?

Già nel 1965, quando l'allora Segretariato per la promozione dell'unità dei cristiani si accingeva a tradurre nella pratica l'invito espresso dal Concilio Vaticano II di avviare relazioni ecumeniche con le altre Chiese e Comunioni ecclesiali, il Gruppo Misto di Lavoro tra la Chiesa cattolica ed il Consiglio Ecumenico delle Chiese studiava la questione della metodologia da seguire nel dialogo ecumenico. Nel 1967 il Gruppo Misto pubblicò i risultati di tale riflessione in un documento di lavoro (cfr. Service d'Informations, 1967/3, p. 27). Tre anni dopo, anche il Segretariato per la promozione dell'unità dei cristiani produsse un testo contenente "riflessioni e suggerimenti riguardanti il dialogo ecumenico" (cfr. Ibid. 1970/IV, p.5).

I due documenti, nella loro complementarietà, hanno fornito per quarant'anni una solida base ed un utile riferimento per le attività ecumeniche. Con il passare del tempo, tuttavia, è emersa sempre più chiaramente la necessità di delucidare ulteriormente il concetto di dialogo. Entrambi i documenti sembrano infatti oscillare tra due nozioni di dialogo: da un lato, il dialogo è inteso come ricerca comune di una più profonda comprensione della verità nel tentativo di pervenire ad un accordo, dall'altro esso è visto come sforzo volto ad esprimere e rendere manifesta la comunione reale, seppur incompleta, che già esiste tra cristiani sulla base della comune grazia battesimale. La questione cruciale è capire se il dialogo è fondamentalmente un discorrere teologico con la speranza di rendersi conto che si è d'accordo senza averlo saputo prima, oppure è l'acquisizione di un “qualcosa della Chiesa” che forse giaceva nell'ombra ma che il dialogo fa venire alla luce e che porta i partner a scoprirsi più simili di quanto credevano di essere perché portatori di uno stesso dono della grazia.

Questa dialettica è ben nota nel mondo dell'ecumenismo, sin dal momento in cui la Commissione "Fede e Costituzione", durante la terza Conferenza mondiale del 1952 a Lund, prese la decisione di passare dal metodo dell'ecclesiologia comparata ad una metodologia che non mette semplicemente a confronto due posizioni dottrinali ma cerca di individuare ciò che le due posizioni hanno in comune. Su questo fondamento il dialogo ha prodotto molti frutti, ma è altrettanto vero che esso è rimasto prevalentemente al livello accademico, come scambio di idee tra i vari interlocutori: si ha talvolta l'impressione che si tratti di una questione interna tra specialisti. Non di rado gli accordi raggiunti rispondono a problematiche relative a controversie storiche. Di conseguenza, appaiono lontani, poco rilevanti per la vita dei fedeli e difficilmente vengono recepiti. Occorreva pertanto perfezionare il concetto di dialogo perché i suoi frutti potessero essere tradotti in un'esperienza concreta di fede, quale testimonianza e servizio d'amore, "affinché il mondo creda" (Gv 17,21).

Nell'enciclica Ut unum sint (UUS), Papa Giovanni Paolo II ha arricchito il concetto di dialogo ecumenico, conferendogli un'ulteriore dimensione. L'enciclica iscrive il dialogo nel contesto di una profonda visione antropologica: il dialogo non è solo uno scambio di idee, ma è un dono di sé all'altro, compiuto in maniera reciproca come atto esistenziale.

Prima di parlare del dialogo come un modo di superare i dissensi, l'enciclica ne sottolinea la dimensione verticale. Il dialogo non si svolge semplicemente ad un livello orizzontale, ma ha in sé una dinamica trasformatrice in quanto cammino di rinnovamento e di conversione, incontro non solo dotto ma anche spirituale che permette “uno scambio di doni” (UUS, n. 28, 57). Così, il dialogo comporta un esame di coscienza ed una purificazione del cuore, che conducono ad un comune riconoscimento dei “peccati contro l'unità”, sia personali che sociali e strutturali. “La dimensione verticale del dialogo sta nel comune e reciproco riconoscimento della nostra condizione di uomini e donne che hanno peccato. È proprio esso ad aprire nei fratelli che vivono entro Comunità non in piena comunione fra di loro, quello spazio interiore in cui Cristo, fonte dell'unità della Chiesa, può agire efficacemente, con tutta la potenza del suo Spirito Paraclit” (UUS, n.35).

L'enciclica concepisce il dialogo come un processo in cui i cristiani riconoscono i peccati che hanno causato la divisione e si sforzano di confessare insieme la verità nell'amore e nella comunione, al fine di ricomporre l'unità visibile nella diversità. Il dialogo presuppone dunque una genuina volontà di trasformazione, per via di una più radicale fedeltà al Vangelo e il superamento di ogni narcisismo ecclesiale. Se non vogliamo che il movimento ecumenico si avvii verso un irreversibile declino, è necessario che questo processo di trasformazione non sia solo un fatto personale, ma che sia accettato anche dalle Chiese e Comunioni ecclesiali coinvolte nel dialogo; esso richiede coraggio da parte di tutti, anche di noi cattolici.

Chi crede e spera nella ricomposizione dell'unità dei discepoli di Cristo può trarre incoraggiamento dalle parole di Benedetto XVI, il quale parla con la convinzione di chi ha  sempre coltivato amicizie tra i fratelli e sorelle delle altre Chiese e Comunità ecclesiali ed è stato attivo nel dialogo per tutta la sua vita di teologo e pastore. Nell'ottobre del 2006, in occasione di un incontro con i Segretari Generali delle Comunioni Cristiane Mondiali, egli ha affermato: “I dialoghi teologici intrapresi da molte Comunioni Cristiane Mondiali sono caratterizzati dall'impegno ad andare oltre le cose che dividono, verso l'unità in Cristo che noi cerchiamo. . .   Possiamo sentirci scoraggiati quando i progressi sono lenti, ma la posta in gioco è troppo alta per tornare indietro. Al contrario, vi sono buone ragioni per andare avanti, come ha sottolineato il mio predecessore Papa Giovanni Paolo II nella sua Lettera Enciclica Ut unum sint sull'impegno ecumenico della Chiesa cattolica, dove parla di fraternità ritrovata e di maggiore solidarietà nel servizio dell'umanità (n. 41ss.)”.

Papa Francesco ha parlato spesso del dialogo ecumenico come scambio di doni. Nella loro dichiarazione comune, durante l’incontro avuto a Gerusalemme nel maggio 2014, il Papa ed il Patriarca Ecumenico Bartolomeo hanno affermato:  “Non si tratta di un mero esercizio teorico, ma di un esercizio nella verità e nella carità, che richiede una sempre più profonda conoscenza delle tradizioni gli uni degli altri, per comprenderle e per apprendere da esse. Per questo, affermiamo ancora una volta che il dialogo teologico non cerca un minimo comune denominatore teologico sul quale raggiungere un compromesso, ma si basa piuttosto sull'approfondimento della verità tutta intera, che Cristo ha donato alla sua Chiesa e che, mossi dallo Spirito Santo, non cessiamo mai di comprendere meglio. Affermiamo quindi insieme che la nostra fedeltà al Signore esige l'incontro fraterno ed il vero dialogo. Tale ricerca comune non ci allontana dalla verità, piuttosto, attraverso uno scambio di doni, ci condurrà, sotto la guida dello Spirito, a tutta la verità (cf Gv 16,13)”.

Se vogliamo che l'impegno ecumenico della Chiesa cattolica risulti sincero e genuino, dobbiamo accettare i frutti raggiunti come doni della forza trasformatrice e rigenerante dello Spirito Santo, che è l'unico a poter realizzare l'unità verso cui tendiamo. Questi doni dovrebbero essere assimilati con maggiore slancio e con maggiore intensità, non solo nel cerchio ristretto degli addetti ai lavori, ma nella vita concreta della Chiesa, da pastori e popolo tutto.

 

Si invitano pertanto i partecipanti alla Plenaria a riflettere su queste tre domande:

Tenuto conto della diversa natura delle Chiese d'Oriente e delle Comunità ecclesiali d'Occidente, ci si chiede: i dialoghi teologici promossi dal PCPUC stanno perdendo di vista l'obbiettivo per il quale sono stati istituiti, ovvero l'unità visibile della Chiesa?

Cosa si può fare per riportare tale obiettivo al centro dei vari dialoghi?

Quale ruolo ha il PCPUC in questo rinnovamento?