Saluto durante il CONCERTO
ALLA CATTEDRALE DELLA NATIVITA DI MARIA VERGINE
(Cattedrale cattolica bizantina di Košice, Slovacchia, 28 marzo 2023)
Eccellenze,
Cari fratelli e sorelle,
Sono lieto di rivolgervi un caloroso saluto in questa bella cattedrale della Natività di Maria Vergine, per il concerto offerto dai Cori delle varie Chiese di Košice, esprimendo vivamente l’auspicio che il dono dell’amicizia e della concordia tra le nostre Chiese e i nostri popoli ci accomunino sempre di più e ci facciano crescere nell’amicizia.
Saluto con viva simpatia
il Direttore dell’Ufficio del Rappresentante Plenipotenziario del Governo della Repubblica Slovacca
per la Protezione della Libertà di Religione e di Credo, il Sig. Michal Považan;
Sua Eccellenza l’Arcivescovo Metropolita Bernard Bober; Sua Eccellenza l’Arcivescovo Cyril Vasil’,
i Rappresentanti delle Chiese protestanti e i Rappresentanti della Chiesa Ortodossa.
Košice è un luogo in cui si intrecciano Chiese, comunità religiose e culture. Questa città si trova infatti al confine dei due grandi mondi culturali e delle due grandi tradizioni, il luogo dove l’Oriente e l’Occidente dell’Europa confluiscono. Nel corso dei secoli, diverse correnti religiose si sono incontrate sul territorio della città, che ha anche attraversato un periodo di complicata convivenza, soprattutto nel XVI e XVII secolo durante le guerre di religione, e a metà del XX secolo con il trasferimento forzato della popolazione ebraica, e dopo la caduta del regime totalitario comunista. Più recentemente, negli ultimi mesi, a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, il territorio della città ha visto transitare centinaia di migliaia di profughi. Questo territoro ha dunque una lunga storia di multiculturalità – drammatica, ma allo stesso tempo affascinante, spesso oscurata dalle grandi narrazioni degli imperi che per secoli hanno dominato il suo territorio.
L’esperienza di essere una terra situata sullo spartiacque tra ortodossia e cattolicesimo, tra imperi centro-europei ed eurasiatici, ha contribuito a rendere questo luogo un ambiente dove le persone e le culture imparano a convivere.
Purtroppo, sappiamo che la compresenza in uno stesso luogo di culture, di Chiese e di comunità religiose non significa automaticamente convivenza pacifica. Può essere occasione di pregiudizi, e addirittura di scontri, che segnano così tanto la nostra memoria da portarci a pensare che si possa vivere solo nell’autoaffermazione e nell’isolamento.
In questa serata, in cui la musica ci convince che note e voci diverse diventano un’unica armonia che testimonia la bellezza dell’insieme, se è vero che proprio nell’armonia emergono i suoni caratteristici di ogni nota e di ogni voce, preghiamo anche affinché le Chiese e le comunità religiose testimonino una vita cristiana come luogo della bellezza, perché luogo della comunione. Preghiamo affinché rimanga in noi la consapevolezza che la pienezza della vita si raggiunge soltanto nella reciprocità della relazione, che viviamo nella misura in cui ci doniamo agli altri e accogliamo il dono che gli altri ci fanno di sé stessi, e che esistiamo perché amiamo, nella misura in cui amiamo.