SALUT POUR LE CONCERT DU CHOEUR DE LA CATHÉDRALE DE LA SAINTE-TRINITÉ DE TBILISI ET DU CHOEUR DE LA CHAPELLE SIXTINE
26 juin 2022
Signora Presidente Eminenze, Eccellenze,
Signori Ambasciatori, Gentili Signore e Signori, Cari Amici,
Sono lieto di darvi un caloroso saluto in questa venerabile Cappella Sistina per il concerto offerto dal Coro della Cattedrale della Santissima Trinità di Tbilisi diretta dal Maestro Simon Giangulashvili e dal Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” diretta dal Maestro Mons. Marcos Pavan.
Ringraziamo Sua Santità Ilia II, perché con la sua benedizione ha mandato il Coro patriarcale che canta non soltanto questa sera, ma anche a conclusione della celebrazione in occasione della Solennità dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo.
Questo coro eseguirà anche alcune sue composizioni, grazie alle quali possiamo apprezzare la creatività artistica di Sua Santità.
Rivolgo il mio più fraterno e cordiale saluto, esprimendo vivamente l’auspicio che il dono dell’amicizia e della concordia tra le nostre Chiese ed i nostri popoli ci accomunino sempre più e ci facciano crescere nell’amicizia.
Saluto con viva simpatia la Presidente della Georgia, la Signora Salome Zourabichvili, rappresentante di un popolo dove le donne hanno svolto un ruolo fondamentale, a partire da santa Nino, la donna che già ai tempi di Costantino il Grande, sotto il re Mirian, è all’origine della fede e del battesimo dei georgiani, per continuare con santa Shushanik, la santa regina Ketevan e le tante donne che hanno contribuito a custodire una fede che fin dall’inizio ha visto realizzarsi una unione inscindibile tra l’annuncio della Parola di Dio e la nascita della parola scritta del vostro popolo.
Saluto la Delegazione statale della Presidente, le Dele- gazione del Patriarcato di Georgia, gli illustri Ambasciatori, le distinte Autorità e tutti voi, cari amici, fratelli e sorelle, in particolare le comunità georgiane presenti a Roma e in Italia, che partecipano a questo momento di gioia e di festa.
Oggi ascolteremo un concerto che prevede canti tradizionali,brani dalla divina Liturgia e testi poetici musicati. In tutti è possibile percepire un melos caratteristico, che esprime una civiltà unica, a cavallo tra la cultura araba, persiana e siriaca dell’Asia e il mondo greco-romano dell’Europa, che ha integrato nella propria tanti elementi di queste società apparentemente disparate. È proprio questa capacità di intrattenere ampie relazioni e di far sorgere la propria unicità da esse che ha caratterizzato l’antica cultura georgiana. Ne sono testimonianza la ricchezza di traduzioni di cui è composta la vostra letteratura religiosa, vero tesoro per tutta la cristianità, attraverso cui si sono potuti conservare testi altrimenti perduti; ma anche la stretta relazione documentata dalla Vita di santa Nino tra le Chiese di Georgia e di Gerusalemme, come pure la formazione delle tradizioni apostoliche che vedono intrecciate nella vostra terra la predicazio- ne degli Apostoli Andrea e Simone, come pure quella di san Clemente Romano, esiliato nelle miniere di Chersoneso.
È proprio questa la ricchezza della Chiesa, a immagine della Trinità divina: una identità che emerge non a par- tire dall’affermazione di sé, ma a partire dalla comunione. Es, ergo sum – Tu sei, dunque io sono. A questo proposito, esiste nella vostra letteratura la pia leggenda secondo la quale alcuni georgiani presenti sul Golgota alla crocifissione avrebbero portato da Gerusalemme in Georgia la tunica inconsutile del Signore, quasi il segno di una vocazione data alla vostra Chiesa di una custodia dell’unità.
La Chiesa è infatti il luogo della bellezza per eccellenza, perché è il luogo della comunione delle persone in Cristo, persone che vivono la vita filiale come comunione fraterna. È esperienza dell’unità, dove gli eventi, la storia, la materia del mondo, i gesti della persona diventano luogo di comunione.
Così è nella musica: diverse note, diverse persone, diverse voci diventano una armonia che testimonia la bellezza dell’insieme e allo stesso tempo fa emergere i tratti personali.
Nella comunità degli uomini, dilaniata ancora una volta dalla guerra, abbiamo oggi bisogno che le Chiese testimonino che Dio ci concede di aver parte alla vita di Cristo, dove, ad immagine della Trinità divina, nell’amore ci doniamo agli altri in una comunione che ci costituisce. Ci auguriamo che la bellezza della musica e il suo messaggio rallegrino i nostri cuori.