SALUTO DI SUA EMINENZA IL CARDINALE KURT KOCH
PER IL CONCERTO DI MUSICA SACRA ARMENA
NELLA BASILICA DI SANTA MARIA IN TRASTEVERE

 

12 dicembre 2019

 

Eminenza, [Eccellenza]
Signori Ambasciatori,
Gentili Signori e Signore,
Cari Amici,

Sono lieto di darvi il benvenuto per questo concerto di musica sacra armena offerto dal Coro dei diaconi della Santa Sede di Etchmiadzin. Vorrei esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che hanno reso possibile quest’evento, innanzitutto Sua Santità Karekin II, Supremo Patriarca e Catholicos di Tutti gli Armeni, Sua Eminenza Khajag Barsamian, il suo rappresentante a Roma, come pure Mons. Marco Gnavi, parroco di questa bellissima Basilica di Santa Maria in Trastevere.

Questo concerto ci offrirà l’occasione di rendere grazie a Dio per la luce della fede accesa nella terra di Armenia, fede che ha conferito al suo popolo la sua peculiare identità e l’ha reso messaggero di Cristo tra le Nazioni. Come affermato da Papa Francesco durante il suo viaggio in Armenia nel 2016: “La fede in Cristo non è stata per l’Armenia quasi come un abito che si può indossare o togliere a seconda delle circostanze o delle convenienze, ma una realtà costitutiva della sua stessa identità, un dono di enorme portata da accogliere con gioia e da custodire con impegno e fortezza, a costo della stessa vita”.

Questa sera vogliamo ringraziare il Signore anche per il cammino che la Chiesa Cattolica e la Chiesa Apostolica Armena hanno compiuto attraverso un dialogo sincero e fraterno, al fine di giungere alla piena condivisione della Mensa eucaristica. Lo Spirito Santo ci aiuti a realizzare quell’unità per la quale pregò nostro Signore, affinché i suoi discepoli siano una cosa sola e il mondo creda.

Su questo cammino di unità è importante una forma di ecumenismo che può essere definito “ecumenismo culturale”. Questo ecumenismo si basa sulla costatazione che le differenze culturali, purtroppo, hanno a volte generato incomprensioni tra cristiani di tradizioni diverse. Conoscere la cultura degli altri cristiani è dunque indispensabile per comprendere meglio il modo in cui essi percepiscono il messaggio evangelico e per capire che, al di là delle legittime differenze culturali, condividiamo in sostanza la stessa fede cristiana espressa diversamente a seconda del genio specifico di ogni popolo e di ogni tradizione. Quando si tratta di arte sacra, questo approccio ci permette addirittura di pregustare già una certa comunione, che accresce in noi il desiderio della piena unità.

Possa questo concerto offrire un primo assaggio dell’unità per la quale ha pregato il nostro Signore! Che anch’esso ci aiuti a prepararci, in questo tempo di Avvento, ad accogliere nella gioia la Nascita del Salvatore del Mondo, il Principe della Pace!