Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma a conclusione della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani

27 gen 2020

Sabato 25 gennaio, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, Papa Francesco ha celebrato i secondi Vespri della festa della Conversione di San Paolo a conclusione della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani. Il Santo Padre ha fatto il suo ingresso nella Basilica in processione accompagnato dai responsabili delle comunità cristiane presenti a Roma. Papa Francesco ha pregato sulla tomba di San Paolo con il Metropolita ortodosso Gennadios, rappresentante del Patriarcato ecumenico in Italia e Malta, e con Sua Grazia Ian Ernest, rappresentante a Roma dell'Arcivescovo di Canterbury. Insieme, si sono raccolti anche davanti alle reliquie di San Timoteo, che erano state trasferite nella Basilica in occasione della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani.

I testi per la Settimana di Preghiera del 2020, preparati dalle Chiese cristiane di Malta e Gozo, sono ispirati al tema: "Ci trattarono con rara umanità " (cfr At 28,2). Il brano scelto narra il naufragio di S. Paolo a Malta e l'ospitalità offerta a lui e ai suoi compagni. Questa virtù, che ci invita ad essere più generosi verso i più deboli, è particolarmente necessaria nella ricerca dell'unità dei cristiani.

Nella sua omelia, il Santo Padre ha osservato che il racconto degli Atti degli Apostoli ci parla della nostra ricerca dell'unità, che Dio desidera così ardentemente per noi: “Anche tra i cristiani ciascuna comunità ha un dono da offrire agli altri. Più guardiamo al di là degli interessi di parte e superiamo i retaggi del passato nel desiderio di avanzare verso l’approdo comune, più ci verrà spontaneo riconoscere, accogliere e condividere questi doni.” In particolare ci ricorda che “quanti sono deboli e vulnerabili, quanti hanno materialmente poco da offrire ma fondano in Dio la propria ricchezza possono donare messaggi preziosi per il bene di tutti."

Infine Papa Francesco ha affermato che “L’ospitalità appartiene alla tradizione delle comunità e delle famiglie cristiane. I nostri vecchi ci hanno insegnato con l’esempio che alla tavola di una casa cristiana c’è sempre un piatto di minestra per l’amico di passaggio o il bisognoso che bussa. E nei monasteri l’ospite è trattato con grande riguardo, come fosse Cristo. Non perdiamo, anzi ravviviamo queste usanze che sanno di Vangelo!”

A nome di tutti i presenti, il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, ha espresso il suo sincero e profondo ringraziamento al Santo Padre per il suo incrollabile impegno a favore dell'unità dei cristiani.  "Sin dall'inizio, il movimento ecumenico è stato un movimento di preghiera", ha sottolineato nel suo saluto. "Senza questa corrente di preghiera, la nave ecumenica difficilmente avrebbe lasciato il porto. E senza questa corrente di preghiera, non potrebbe continuare la sua navigazione."

Papa Francesco, il Metropolita Gennadios e Sua Grazia Ian Ernest hanno dato insieme la benedizione finale.

 

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