DISCORSO DEL NUNZIO APOSTOLICO IN BULGARIA S.E. MONS. ANSELMO GUIDO PECORARI AL PATRIARCA E METROPOLITA DI SOFIA S.S. NEOFIT
PER IL DONO DELLE SANTE RELIQUIE
DI SAN CLEMENTE PAPA DI ROMA
E DI SAN POTITO MARTIRE DI SERDICA

Sofia, 27 febbraio 2020

 

 

Santità,

È un onore e una gioia per me essere qui, a nome del Santo Padre Francesco, in questa Casa Patriarcale, per donare a Lei e alla Metropolia di Sofia le venerate reliquie di San Clemente Papa e del martire San Potito, che entrambi, secondo una antica tradizione, sono vincolati a questi luoghi prima chiamati “Serdica” e ora “Sofia”.

L’antica Serdica era collocata all’incrocio tra la via “Militaris” e la via “Egnatia”, la quale collegava Bisanzio con Roma, tramite la Tracia e la Dalmazia, e oltre l’Adriatico passando per la Puglia. Simbolicamente rappresenta i contatti storici che sempre sono esistiti, in questa regione con Roma. E il fatto che la Bulgaria e un incrocio di varie culture.

San Potito, originario da Serdica, è stato martirizzato, all’epoca dell’Imperatore Antonino Pio e sepolto nella Puglia Italiana. Le reliquie del Papa San Clemente sono state portate solennemente a Roma dai Santi Fratelli Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei Popoli Slavi. Leggiamo nel “Grande Munus” che: “... (i due fratelli) messisi in viaggio per Roma, portarono con sé le reliquie di San Clemente. A tale notizia, Adriano II, che era succeduto al defunto Nicolò, accompagnato dal Clero e dal popolo per testimoniare un grande onore, uscì incontro agli illustri ospiti. Il corpo di San Clemente, glorificato da improvvisi prodigi, con solenne pompa fu portato nella Basilica innalzata al tempo di Costantino sui ruderi della casa paterna del coraggiosissimo martire... “.

Ora la Basilica di San Clemente, in Roma, conserva assieme le reliquie di San Clemente Papa e San Cirillo. Oggi la reliquia di San Clemente Papa ritorna, con quella di San Potito, in queste Terre, in cui hanno vissuto i due Santi martiri, e che sono state testimoni dell’opera missionaria dei Santi Cirillo e Metodio.

Vostra Santità, salutando qui a Sofia, il Santo Padre Francesco, il 5 maggio scorso, ha parlato di ciò che unisce la Chiesa
Ortodossa di Bulgaria alla Chiesa di Roma, pur nella non piena comunione e nella diversità delle Tradizioni, citando la difesa delle radici cristiane dell’Europa, la salvaguardia della fede soprattutto nelle giovani generazioni e la difesa dei cristiani che nei propri Paesi subiscono persecuzione. I Santi Clemente e Potito hanno dato la vita, nel martirio, per la loro fede, sono per noi un esempio e uno stimolo a difendere la fede ricevuta dagli Apostoli nelle nostre Terre, con il sacrificio anche della vita, se necessario. Ci invitano a diffonderla, non solo in Europa, ma ovunque nel mondo obbedendo il comando di Gesù agli Apostoli di andare a portare il Vangelo “fino ai confini del mondo”.

Papa Francesco, nel saluto a Vostra Santità e ai membri dello Santo Sinodo, ha voluto ricordare che entrambe le nostre Chiese hanno avuto figli che hanno sperimentato il martirio per la fede “… Sono passati attraverso le spine della prova per spandere la fragranza del Vangelo…Credo che questi testimoni della Pasqua, fratelli e sorelle di diverse confessioni uniti in Cielo dalla carità divina, ora guardino a noi come a semi piantati in terra per dare frutto…”. Citando poi il Santo Papa Giovani XXIII ha lasciato scritto che nei 10 anni in cui ha vissuto in queste Terre vi ha percepito: “… la “salutare nostalgia per l’unità tra i figli dello stesso Padre”..” soprattutto tra i poveri allora numerosi in questo Paese. Infine ha concluso, facendo riferimento ai Santi Cirillo e Metodio, che: “…Missione e comunione: due parole sempre declinate nella vita dei due Santi e che possono illuminare il nostro cammino per crescere in fraternità. L’ecumenismo della missione. Il loro coraggioso apostolato rimane per tutti un modello di evangelizzazione … “.

Queste reliquie che, dal 24 marzo prossimo, vigilia della Solennità dell’Annunciazione alla Beata Vergine Maria, saranno venerate nell’antica chiesa di Santa Sofia, ricorderanno a tutti quelli che andranno a venerarle, l’impegno a difendere e a propagare la fede anche nelle difficolta e nel martirio, se fosse necessario; a trasmettere la fede alle giovani generazioni con un esempio di servizio ai poveri che sono definiti da Gesù i “prediletti nel Regno di Dio”. Ricorderanno anche che Gesù ha dato a tutti, non solo a quelli che vivevano nella Giudea Romana, ma simbolicamente anche a quelli che avrebbero vissuto a Roma, in Bulgaria e in ogni Paese nel mondo l’impegno a cercare e pregare per l’unità dei cristiani. “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa … Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.” (Gv. 17: 20-21).

Con lo Spirito di “rispetto reciproco” tra la Santa Sede e il Patriarcato Ortodosso di Bulgaria lascio, a nome del Santo Padre Francesco, a Vostra Santità le reliquie del martire San Potito e del Santo Papa Clemente. Sono sicuro che Vostra Santità troverà i modi più opportuni perché nella chiesa di Santa Sofia le Sante reliquie possono essere venerati dai Cristiani di Bulgaria e di ogni parte del mondo che vi converranno.