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COMITATO INTERNAZIONALE DI COLLEGAMENTO CATTOLICO-EBRAICO

 

XXII INCONTRO

Madrid, 23-16 ottobre 2013

 

Il Comitato internazionale di collegamento cattolico-ebraico [ILC, International Catholic-Jewish Liaison Committee, istituito nel 1970], è l’organo ufficiale per attuare il dialogo tra la Commissione della S. Sede per i rapporti religiosi con l’Ebraismo e il Comitato internazionale ebraico per le consultazioni interreligiose. La XXII riunione dell’ILC ha avuto luogo a Madrid in Spagna, dal 13 al 16 ottobre 2013, ospite delle Conferenza Episcopale spagnola e della Federazione delle Comunità ebraiche della Spagna; rappresentanti ebrei e cattolici provenienti dai cinque continenti hanno partecipato all’incontro, moderato congiuntamente dalla Sig.a Betty Ehrenberg, presidente del Comitato internazionale ebraico, e dal cardinale Kurt Koch, presidente della Commissione della S. Sede.

Il tema dell’incontro è stato “Le sfide alla religione nella società contemporanea”, sfide che sono state esaminate in una serie di esposizioni, discussioni e seminari che hanno riguardato le condizioni sociali, politiche, culturali, etiche e religiose in cui oggi uomini e donne cercano di esprimere le loro convinzioni religiose, e di seguire gli insegnamenti delle loro tradizioni religiose.

La nostra eredità comune

Gli ebrei e i cristiani condividono la testimonianza biblica a proposito del rapporto di Dio con la famiglia umana nella storia. Le nostre Scritture sacre attestano che sia i singoli sia i popoli sono chiamati, ammaestrati, guidati e protetti dalla Provvidenza divina. Alla luce di questa storia sacra, i cattolici e gli ebrei partecipanti alla riunione hanno risposto alle opportunità che sorgono, e alle difficoltà che si oppongono, per la fede e la pratica religiosa nel mondo contemporaneo.

Quasi cinquant’anni fa il Concilio Vaticano II promulgava la Dichiarazione Nostra Aetate, che poneva la chiesa cattolica, in rapporto al popolo ebraico, su un percorso completamente rinnovato. L’istituzione dell’ILC quale strumento di relazioni formali fra la S. Sede e la comunità ebraica internazionale, è tra i più significativi frutti di Nostra Aetate. La discussione franca, in spirito di reciproca fiducia e rispetto, ha caratterizzato il nostro incontro in Madrid, e fa continuamente avanzare, nell’insegnamento e nell’attuazione pratica, i princìpi enunciati in tale fondamentale Dichiarazione. In questa XXII riunione abbiamo riaffermato che la relazione unica tra i cattolici e gli ebrei si fonda sulla nostra eredità comune, e che condividiamo la responsabilità di difendere la dignità umana.

Come cattolici e come ebrei, ci sforziamo di edificare un mondo in cui i diritti umani siano riconosciuti e rispettati, e nel quale tutte le persone e le comunità possano fiorire nella pace e nella libertà. C’impegniamo a rafforzare la nostra collaborazione alla ricerca di una sempre più giusta ed equa distribuzione delle risorse, così che tutti possano beneficiare dei progressi nella scienza, nella medicina, nell’educazione e nello sviluppo economico. Ci consideriamo compartecipi nella cura del nostro mondo creato, affinché possa riflettere in modo sempre più splendente la visione biblica delle origini: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Genesi 1, 31).

Nelle discussioni a piccoli gruppi, i delegati hanno esaminato l’attuale aumento dell’antisemitismo nel mondo, il crescente fenomeno della persecuzione di cristiani in varie parti del mondo e le minacce alla libertà religiosa in molte società. Alla luce degli ideali religiosi che condividiamo, abbiamo esaminato le concrete difficoltà che le nostre tradizioni religiose affrontano oggi, tra cui la violenza, il terrorismo, l’estremismo, la discriminazione e la povertà. Siamo profondamente addolorati vedendo il nome di Dio dissacrato dal male, espresso usando termini religiosi.

La libertà religiosa

Incoraggiati nelle nostre opere da papa Francesco, che esprime la sua preoccupazione per il comune universale benessere, in particolare per i poveri e gli oppressi, condividiamo la convinzione che ciascuna persona ha una dignità, donatale da Dio. Ciò implica che a ciascuna persona va riconosciuta la piena libertà di coscienza e la libertà di espressione religiosa individuale e istituzionale, in privato e in pubblico. Deploriamo l’abuso della religione, e il suo uso per fini politici. Sia gli ebrei che i cristiani condannano le persecuzioni con motivazioni religiose.

Rivolgiamo un appello alle autorità politiche e ai governi, alle autorità e istituzioni religiose, perché agiscano a tutela dell’integrità fisica e della protezione legale di tutti coloro che esercitano il diritto fondamentale alla libertà religiosa, proteggano il diritto di cambiare o abbandonare un credo religioso, di manifestare il proprio credo religioso, di educare i propri figli secondo tali convinzioni. Tra le esigenze religiose oggi sotto attacco, comprese tra i diritti da proteggere, sono inclusi i diritti alla macellazione rituale, alla circoncisione maschile, all’uso e all’esposizione in pubblico di simboli religiosi.

Le persecuzioni di cristiani

Il Comitato internazionale di collegamento raccomanda che la Commissione della S. Sede e il Comitato internazionale ebraico cooperino nei casi che coinvolgono persecuzioni di minoranze cristiane in qualunque parte del mondo avvengano; che attirino l’attenzione su tali problemi e sostengano gli sforzi per garantire la piena cittadinanza a tutti i cittadini, senza differenze rispetto alla loro identità religiosa o etnica, in Medio Oriente e altrove. Inoltre incoraggiamo gli sforzi per promuovere il benessere di minoranze cristiane o di comunità ebraiche in Medio Oriente.

La crescita dell’antisemitismo

Come papa Francesco a dichiarato ripetutamente, “un cristiano non può essere antisemita”. Incoraggiamo tutte le autorità religiose a continuare a elevare una forte voce contro questo peccato di antisemitismo. La celebrazione nel 2015 del cinquantesimo anniversario di Nostra Aetate sarà momento privilegiato per riaffermare la condanna dell’antisemitismo allora espressa. Esortiamo a eliminare gli insegnamenti antisemiti dalla predicazione e dai libri di testo dovunque nel mondo. In modo simile, qualsiasi espressione di sentimenti anticristiani è egualmente inaccettabile.

L’educazione e la formazione

Raccomandiamo che tutti i seminari ebraici e cattolici includano nei loro curriculal’istruzione riguardo a Nostra Aetate ed ai successivi documenti della S. Sede per l’applicazione della Dichiarazione conciliare. Con il sorgere di nuove generazioni di autorità ebraiche e cattoliche, sottolineiamo il modo profondo nel quale Nostra Aetate ha modificato le relazioni tra ebrei e cattolici: è doveroso che la generazione seguente abbracci questi insegnamenti e garantisca che essi raggiungano ogni angolo del mondo.

Di fronte a queste sfide, noi cattolici ed ebrei rinnoviamo il nostro impegno ad educare le nostre rispettive comunità alla conoscenza ed al rispetto gli uni degli altri. Ci accordiamo per cooperare a migliorare la vita di coloro che stanno ai margini della società, poveri, malati, rifugiati, vittime del traffico di esseri umani, e per proteggere la creazione divina dai pericoli dovuti alle variazioni climatiche. Non possiamo farlo da soli; facciamo appello a tutti coloro che occupano posti di autorità e di autorevolezza, affinché insieme serviamo il bene comune, perché tutti possano vivere in dignità e sicurezza, e così prevalgano la giustizia e la pace.