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UDIENZA GENERALE

13 aprile 1983

 

Durante il mio pellegrinaggio a Oswiecim nel giugno del 1979, fermandomi davanti alla lapide in lingua ebraica, dedicata alle vittime di quel campo di morte, ho pronunziato le seguenti parole: “Questa iscrizione suscita il ricordo del Popolo, i cui figli e figlie erano destinati allo sterminio totale. Questo Popolo ha la sua origine da Abramo, che è padre della nostra fede (cf. Rm 4, 12), come si è espresso Paolo di Tarso. Proprio questo popolo, che ha ricevuto da Dio il comandamento: “Non uccidere”, ha provato su se stesso in misura particolare che cosa significa uccidere. Davanti a questa lapide non è lecito a nessuno di passare oltre con indifferenza”.

Oggi desidero richiamarmi, ancora una volta, a queste parole, ricordando insieme con tutta la Chiesa in Polonia e con l’intera Nazione ebraica i terribili giorni dell’insurrezione e dello sterminio del ghetto di Varsavia, quaranta anni fa (dal 19 aprile a metà del luglio 1943). Fu un grido disperato per il diritto alla vita, per la libertà e per la salvezza della dignità dell’uomo.

Signora di Jasna Gora!

Nel quadro del 600° anniversario della tua beata Effigie, ogni settimana mi presento davanti a te. Oggi ti chiedo di accogliere l’ecatombe di questi nostri fratelli e sorelle, che appartenendo al popolo ebraico, hanno condiviso con noi le prove della terribile occupazione nazista e hanno subìto la morte crudele dalle mani dell’occupante nella Capitale della Polonia.

Rendendo omaggio alla memoria delle vittime innocenti, preghiamo affinché Dio Eterno accolga questo sacrificio per il bene e la salvezza del mondo.