Saluto rivolto al Santo Padre Papa Francesco durante i Vespri
al termine della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2023

 

Basilica di San Paolo fuori le Mura, 25 gennaio 2023

 

Santo Padre,

A conclusione della celebrazione dei Vespri e al termine della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, Le rivolgo un caloroso saluto, anche a nome di tutti i cristiani che appartengono a varie Chiese e Comunità ecclesiali e che si sono riuniti qui nella Basilica di S. Paolo fuori le Mura per pregare insieme a Lei per l’unità dei cristiani. La ringraziamo sentitamente, Santo Padre, per aver voluto presiedere la celebrazione dei Vespri anche quest’anno, dimostrando così, ancora una volta, quanto Le stia a cuore l’impegno ecumenico.

Concludiamo la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani nella Festa della Conversione dell’Apostolo Paolo. A ciò è legato l’importante messaggio che il Concilio Vaticano Secondo ci ha lasciato nel suo decreto sull’ecumenismo: “Non esiste un vero ecumenismo senza interiore conversione. Infatti il desiderio dell’unità nasce e matura dal rinnovamento dell’animo, dall’abnegazione di se stessi e dal pieno esercizio della carità” (UR 7). Che l’impegno ecumenico debba essere permeato dallo spirito di conversione e che tutti siamo chiamati alla conversione è anche il senso profondo del tema della Settimana di Preghiera di quest’anno: “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” (Is 1,17).

Queste parole sono tratte dal libro del profeta Isaia, secondo il quale il Signore le pronuncia nel rivolgersi al suo popolo. Il Profeta ci ricorda quindi che non esiste nelle Sacre Scritture un concetto più cruciale per le relazioni umane di quello della zedaka, la giustizia. Poiché Dio stesso è innamorato della giustizia, possiamo essere uniti a lui solo se anche noi lavoriamo a favore di una comunità basata sulla giustizia tra noi uomini. Solo da tale giustizia può scaturire quella pace a cui tutti aneliamo nel mondo di oggi e che il profeta Isaia ha riassunto con l’espressione: “Opus iustitiae pax” (Is 32,17).

Che la pace sia il frutto della giustizia vale anche per i nostri sforzi ecumenici. Noi cristiani troveremo la pace tra di noi se non guardiamo solo ai nostri diritti, ma se apprezziamo anche con gratitudine i doni e le ricchezze che lo Spirito Santo ha affidato ad altre Chiese e Comunità, che sono doni e ricchezze per tutti quanti noi. In ciò si riconosce il vero amore ecumenico. L’amore, infatti, concilia molteplicità e unità. L’amore non cancella le legittime differenze che esistono anche tra noi cristiani, ma le raccoglie armonicamente in un’unità più profonda che non è imposta dall’esterno ma fruttifica dall’interno.

Uno dei più grandi doni dell’amore che noi cristiani possiamo farci gli uni gli altri è la preghiera comune per l’unità della Chiesa e l’unità nella preghiera. È in questo spirito che oggi siamo uniti a Lei, Santo Padre, in preghiera, chiedendo al Signore di aiutarci ad imparare sempre più a fare il bene e a cercare la giustizia: nel nostro vivere insieme da cristiani e nella testimonianza comune offerta alla società odierna. Le promettiamo di pregare anche per lei, Santo Padre. La ringraziamo di cuore per il Suo ministero petrino e soprattutto per il Suo impegno ecumenico, e chiediamo ora la Sua Benedizione Apostolica.