ASSEMBLEA PLENARIA 2010

 

Relazione

sulla Commissione per i Rapporti Religiosi con gli Ebrei

P. Norbert Hofmann, SDB, Segretario

 

1. I grandi eventi che hanno coinvolto Papa Benedetto XVI nel 2009 e 2010

I grandi eventi che hanno coinvolto Papa Benedetto XVI nel 2009 e nel 2010 hanno avuto e continuano ad avere un’influenza positiva sulle relazioni con gli ebrei. Dopo il cosiddetto “Caso Williamson” nel gennaio del 2009, è stata organizzata in Vaticano il 12 febbraio 2009 un’udienza papale per la Conference of Presidents of Major American Jewish Organisations, durante la quale il Santo Padre ha sottolineato in maniera inequivocabile che all’interno della Chiesa cattolica non c’è assolutamente posto per il rinnegamento dell’olocausto e per l’antisemitismo. Il Papa ha ribadito fermamente l’impegno della Chiesa cattolica a favore del dialogo ebraico-cattolico sulla base della Dichiarazione conciliare Nostra aetate (N. 4) ed ha confermato l’intenzione di cementare ed approfondire le relazioni con gli ebrei. In maniera simile egli si è espresso durante l’udienza privata del 12 marzo 2009 davanti ad una delegazione del Gran Rabbinato di Gerusalemme, venuta a Roma per partecipare alle conversazioni con i rappresentanti della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo. Durante l’udienza privata del mese di febbraio, Papa Benedetto XVI aveva annunciato ufficialmente il suo viaggio in Israele, che ha poi avuto luogo dall’11 al 15 maggio. Questo viaggio ha mostrato chiaramente il desiderio di Papa Benedetto XVI di migliorare le relazioni con gli ebrei sulle orme di Papa Giovanni Paolo II. Egli ha visitato il monumento in memoria dell’olocausto Yad-wa-Shem ed il muro del pianto, ha partecipato ad un incontro interreligioso tra musulmani, ebrei e rappresentanti di tutte le confessioni cristiane presenti in Terra Santa, ha accolto l’invito da parte del Gran Rabbinato di Gerusalemme di prendere parte ad un incontro con importanti esponenti dell’ebraismo israeliano ed internazionale. Questi incontri e questi gesti sono una chiara manifestazione del fatto che il Papa ha a cuore la riconciliazione con gli ebrei ed è interessato ad un’intensificazione del dialogo. Anche la sua visita alla sinagoga di Roma ha mostrato che il cammino intrapreso dal Concilio Vaticano II in poi a livello del dialogo con gli ebrei è irreversibile.

 

2. Il dialogo con l’ “International Jewish Committee on Interreligious Consultations” (IJCIC)

L’IJCIC è stato istituito nel 1970 da parte ebraica dietro suggerimento del Vaticano come organizzazione coordinatrice per il dialogo interreligioso, poiché sarebbe stato molto più difficile stabilire relazioni con un vasto numero di singole organizzazioni ebraiche piuttosto che con un’unica struttura in grado di raggrupparle tutte. L’IJCIC è quindi il partner di dialogo ufficiale del Vaticano. Dal 1971 ad oggi ci sono state 20 riunioni su vari temi ed in diverse località, organizzate congiuntamente dall’IJCIC e dalla Commissione per i rapporti religiosi con gli ebrei. Negli ultimi tempi, le conferenze hanno avuto luogo ogni due anni. L’ultima si è tenuta all’inizio di novembre 2008 a Budapest sul tema: “Religion and Civil Society”. Già allora alla delegazione ufficiale è stato aggiunto un piccolo gruppo di giovani e studenti (5-6 persone), per fornire nuove forze generazionali al dialogo ebraico-cattolico. Alla fine del mese di giugno 2009 ha avuto luogo un incontro a Castel Gandolfo, organizzato congiuntamente dall’IJCIC e dalla Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo in collaborazione con il Movimento dei Focolari; a questo incontro hanno partecipato circa cinquanta giovani come “nuove leve” del dialogo ebraico-cattolico.

Secondo la prassi stabilita, la presidenza dell’IJCIC cambia ogni due anni. Dal luglio 2009 il suo Presidente è il Rabbino Richard Marker ed il Vice-presidente il Rabbino Lawrence Schiffman (entrambi di New York). Il prossimo incontro è previsto per l’inizio di marzo 2011 a Parigi; il tema sarà: “Forty Years of Dialogue – Reflections and Future Perspectives”. Nel complesso, facendo un bilancio degli ultimi sette/otto anni, costatiamo che l’atmosfera in queste riunioni è migliorata considerevolmente, che i problemi vengono affrontati in maniera comune e costruttiva e che le relazioni si sono dimostrate resistenti a tensioni e a crisi.

 

3. Il dialogo con il Gran Rabbinato di Israele

Dal giugno 2002 ha luogo il dialogo con il Gran Rabbinato di Israele. Si sono tenuti finora nove incontri, a Gerusalemme e a Roma in maniera alternata. Si è consolidata la prassi di organizzare un round di discussioni una volta all’anno. La delegazione cattolica, nominata dalla Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo, come pure la delegazione ebraica, scelta dal Gran Rabbinato di Israele, comprendono da sei a otto membri ciascuna. Le conversazioni si sono concentrate sui temi più disparati, come la santità della vita, il valore della famiglia, l’importanza delle Sacre Scritture per la società, il fondamento dei valori etici, la libertà religiosa, la tutela della vita in un tempo contrassegnato dalla tecnologia, il rapporto tra autorità civile e religiosa, ecc. A causa della polemica intorno alla riformulazione della preghiera del Venerdì Santo secondo il rito liturgico del 1962, sollevatasi nel febbraio del 2008, ed a causa del Caso Williamson nel gennaio del 2009, non è stato possibile tenere incontri durante tali anni. Tuttavia, il 12 marzo 2009 è venuta a Roma una delegazione del Gran Rabbinato per conversazioni chiarificatrici ed ha partecipato ad un’udienza privata con il Santo Padre.

L’ultimo round di discussioni ha avuto luogo a Roma dal 17 al 20 gennaio, in concomitanza con la visita di Papa Benedetto XVI alla sinagoga di Roma e si è concentrato su questioni ecologiche, nel quadro della teologia della creazione. Per il 2011 è previsto un incontro a Gerusalemme, con date e tematica ancora da definire. Nel complesso, si può constatare con gratitudine che il dialogo ha portato finora buoni frutti ed ha anche contribuito a migliorare il clima delle relazioni politiche tra lo Stato d’Israele ed il Vaticano.

 

4. Il coinvolgimento dei rappresentanti ebraici nei  Sinodi vaticani

Per la prima volta nella storia è stato invitato al Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio tenutosi nell’ottobre del 2008 un rabbino ebreo di Israele, al quale è stato anche chiesto di parlare davanti ai padri sinodali. Il Rabbino Capo di Haifa Shear-Yashuv Cohen ha sottolineato l’importanza della Parola rivelata per le tradizioni ebraiche. Questo gesto simbolico è stato accolto in maniera molto positiva da parte ebraica. Anche nell’ottobre del 2010 è stato invitato un rabbino al Sinodo speciale sulla situazione della Chiesa in Medio Oriente e gli è stato chiesto di prendere la parola. Il Rabbino David Rosen dell’ American Jewish Committee, residente a Gerusalemme, è intervenuto con un suo discorso davanti ai padri sinodali il 13 ottobre 2010. Egli ha parlato in generale dei progressi compiuti dal dialogo ebraico-cattolico, della situazione dei cristiani in Israele e di come essi vengono percepiti nella società ebraica.

 

5. Prospettive teologiche del dialogo ebraico-cattolico

Soprattutto la riformulazione della Preghiera del Venerdì Santo del rito del 1962, introdotta da Papa Benedetto XVI nel febbraio del 2008, ha riportato alla luce le principali problematiche teologiche del dialogo ebraico-cattolico. Da parte ebraica, questa preghiera è stata da alcuni fraintesa come un appello a convertirsi al cristianesimo rivolto agli ebrei. Ci possiamo chiedere allora: come è possibile conciliare l’universalità salvifica di Gesù Cristo con l’affermazione, enunciata chiaramente dallo stesso Papa Giovanni Paolo II, secondo la quale l’alleanza tra gli ebrei e Dio non è mai stata revocata? Gli ebrei sono salvati senza credere a Gesù Cristo come Figlio di Dio? Che ne è dell’annuncio del Vangelo agli ebrei? Qual è il rapporto specifico tra l’antica alleanza con Israele e la nuova alleanza in Gesù Cristo? Queste ed altre questioni teologiche attinenti al dialogo ebraico-cattolico non sono mai state trattate esplicitamente dal Magistero della Chiesa; pertanto non esiste nessuna indicazione dottrinale precisa al riguardo. Tali problematiche vengono lasciate così alla discussione accademica, che le affronta con accentuazioni diverse. La Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo non partecipa direttamente a questa discussione, ma la segue da vicino. Ad esempio, dietro sua iniziativa, è stato formato nel 2006 un gruppo di lavoro di rinomati teologi cattolici con il compito di occuparsi delle tematiche pertinenti al dialogo ebraico-cattolico. Questo gruppo, chiamato “Christ and the Jewish People”, si è riunito varie volte, in località diverse, negli anni passati. Il risultato di tali colloqui teologici sarà pubblicato l’anno venturo in un libro dal titolo “Christ Jesus and the Jewish People Today”. In questo contesto, va menzionata la sessione speciale del Consiglio ecumenico delle Chiese che ha avuto luogo nel giugno del 2010 ad Istanbul, dove esperti appartenenti a tutte le confessioni cristiane si sono dedicati a queste problematiche teologiche. All’incontro ha preso parte anche il Segretario della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo.

 

6. Il coinvolgimento dei musulmani nel dialogo ebraico-cattolico

La proposta di coinvolgere musulmani moderati nel dialogo ebraico-cattolico risale già ad alcuni anni fa, da parte ebraica. Naturalmente, il dialogo interreligioso tra le tre religioni monoteistiche non vuole sostituirsi al dialogo ebraico-cattolico, ma rendersi ad esso complementare. Dal punto di vista teologico, il cristianesimo ha un rapporto speciale con l’ebraismo. In tal senso, la nostra Commissione, per motivi teologici, insiste sul fatto che il dialogo con gli ebrei debba mantenere la priorità su qualsiasi altro dialogo con le religioni mondiali. Essa ha comunque accettato la proposta avanzata dall’IJCIC di organizzare una sessione con la partecipazione dei musulmani. Dopo essere stato per qualche tempo procrastinato, quest’incontro ha avuto luogo dall’8 al 10 dicembre 2009 a Siviglia, grazie anche alla collaborazione del Centro interreligioso regionale “Tres Culturas”. La delegazione cristiana comprendeva non solo membri cattolici, ma anche ortodossi, inviati dal Patriarcato di Costantinopoli. Il Vaticano era presente con una delegazione della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo e del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, presieduto dal Cardinale Tauran. Il tema principale era “La dignità umana”. Il fatto stesso che sia stato possibile tenere una simile sessione va giudicato positivamente, seppure non siano mancate alcune difficoltà con la delegazione musulmana, che è stata formata con un certo ritardo e che non ha potuto pertanto prepararsi in modo più approfondito. La parte ebraica ha ribadito la sua intenzione di coinvolgere i musulmani nel dialogo ebraico-cattolico. Dovremo attendere per vedere quali saranno gli sviluppi futuri al proposito.

 

7. Il giudizio complessivo sul dialogo da parte della Commissione per i rapporti religiosi con gli ebrei e le prospettive per il futuro

Il superamento relativamente rapido di entrambe le crisi nel dialogo con gli ebrei durante il 2008 e 2009 (preghiera del Venerdì Santo, “Caso Williamson”) ha mostrato che le relazioni tra la Chiesa cattolica e l’ebraismo poggiano ormai su solide basi.  Nonostante i giudizi negativi dei mass media, entrambe le parti, dietro le quinte, si sono sforzate di limitare i danni e sono riuscite a superare i conflitti nel giro di poche settimane. Ciò mostra che, in un’atmosfera di amicizia e di fiducia reciproca crescente, è possibile non solo sopportare ma anche superare insieme situazioni complesse. Adesso si tratta di continuare rincuorati il cammino intrapreso e di ben impiegare i mezzi che abbiamo a disposizione.

Al momento, queste sono le prospettive per il futuro del dialogo:

  • Impegno nel proseguire il dialogo istituzionalizzato e la collaborazione
  • Incoraggiamento delle “nuove leve” tramite coinvolgimento di giovani nel dialogo
  • Promozione del dialogo ebraico-cattolico soprattutto nei paesi dell’Europa dell’est
  • Dialogo comune con gli ebrei da parte della Chiesa cattolica e delle Chiese ortodosse

Le Chiese ortodosse conducono in maniera simile alla Chiesa cattolica un dialogo con gli ebrei; in tale contesto esistono quindi varie possibilità di collaborazione tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse. Da parte ortodossa, il dialogo è coordinato dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli ed è sotto la responsabilità del Metropolita Emmanuel (Metropolita ortodosso di Francia e Delegato del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli presso l’Unione Europea). Un primo passo nella collaborazione è stato compiuto grazie ad un incontro tenutosi a Minsk dal 9 all’11 novembre 2009. Per la prima volta la Chiesa ortodossa bielorussa, sotto la guida dell’Esarca Patriarcale Filaret, ha organizzato una sessione del dialogo ebraico-cristiano a cui è stata invitata una delegazione di alti rappresentanti del Vaticano. Il Metropolita Emmanuel si è dimostrato molto aperto a collaborare. È dunque alquanto possibile che presto abbia luogo un incontro dove i cristiani cattolici-latini ed i cristiani ortodossi potranno insieme colloquiare con gli ebrei.